Livello: sezione
Estremi cronologici: 1865 - 1944Consistenza:
Nell'ordinamento delle carte comunali postunitarie le maggiori difficoltà
sono poste dalla corrispondenza e dagli affari correnti. Prima di tutto perché si tratta
di documenti sciolti, insufficienti a formare naturalmente un'unità archivistica, e
inoltre perché, anche quando per un vincolo di contenuto la carte danno luogo alla
formazione di un affare, rimane il problema di come operare il loro raggruppamento
1
.
Punto obbligato di riferimento per la classificazione di
questi documenti è, com'è noto, la circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo
1897. Con essa veniva disposto che tutti gli atti, spediti o ricevuti, dovessero
registrarsi nel protocollo annuale dopo essere stati assegnati ad una delle quindici
"categorie" indicanti i principali settori delle attività e delle competenze
comunali
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.
Tuttavia la mancanza di precise
istruzioni ministeriali per quasi un quarantennio dopo l'unità italiana, favorì
l'adozione di criteri eterogenei d'archiviazione - per lo più soggetti a ripetute
modifiche - oppure il persistere di strutture archivistiche introdotte nel periodo
preunitario.
Nel caso di Lastra a Signa ci troviamo di fronte ad un singolare metodo
la cui applicazione, iniziata in tempi preunitari (nel 1852), seppure con qualche
aggiustamento, venne proseguita per un lungo periodo di tempo anche dopo la circolare
ministeriale sopra ricordata, e cioè fino al 1935.
Veniva tenuto un
"Registro-Repertorio o Protocollo Generale per la registrazione giornaliera di tutti gli
affari presentati all'uffizio del Comune", parte integrante di un più vasto ed
interessante "Progetto di organizzazione e tenuta dell'archivio comunale" che si
proponeva di risolvere il problema della "tanto aumentata mole degli affari" e di
facilitare "la tenuta ed il reperimento dei medesimi"
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.
A tale scopo l'archivio era diviso in due parti: corrente e
permanente
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. L'archivio corrente risultava, a sua volta, formato da due
sezioni comprendenti, la prima, gli affari o pratiche dell'anno corrente non ancora
espletati; la seconda, quelli di mano a mano ultimati. Per la conservazione degli
inserti o fascicoli degli uni e degli altri si teneva uno scaffale anch'esso diviso in
due sezioni, ciascuna delle quali avente tante caselle ad alveare disposte in ordine
alfabetico e contrassegnate con una lettera. Allorché un "affare" veniva impostato nel
"Registro", l'incartamento relativo era collocato all'interno della sezione degli affari
non ancora espletati, nella casella corrispondente alla sua lettera. Una volta chiusa la
pratica, i fascicoli venivano collocati nell'apposita sezione degli "affari sfogati".
L'inserimento dei fascicoli nelle cartelle o buste veniva generalmente completato alla
fine dell'anno in corso e, in quell'occasione, si aveva cura di annotare, nell'ultima
colonna del "Registro" (nonché sul frontespizio del fascicolo o più spesso sulla prima
carta dell'affare) il numero d'ordine spettante a ciascun inserto.
Non sempre,
tuttavia, vi fu corrispondenza precisa fra il numero progressivo dell'"affare" ed il
numero dei fascicoli conservati entro la busta, poiché, talvolta, un documento poteva
venir riunito all'"affare" solo in un momento successivo (nel qual caso troviamo
comunque indicata la sua collocazione nell'ultima colonna del "Registro"). Abbiamo
inoltre il caso in cui un documento (per es. una perizia) sia stato trasmesso a qualche
impiegato (per es. all'ingegnere comunale) e sia poi rimasto fra le carte di
quest'ultimo. Anche questa volta il "Registro" segnala il fatto ed offre così utili
informazioni per rintracciare il documento. Un ulteriore strumento di corredo per la
ricerca degli atti fu costituito dai "Repertori dei registri degli affari" dal 1852 al
1879 e dal 1880 al 1935
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.
Non si potrà negare che questo metodo di archiviazione
degli affari si rivelasse particolarmente vantaggioso per il facile reperimento degli
atti. Ma il "Registro degli affari" era stato concepito anche in modo tale che
sinotticamente si potesse prendere conoscenza di tutto l'iter amministrativo seguito da
un documento all'interno degli uffici ed organi comunali. Vi veniva infatti
pazientemente annotato non solo l'estratto dell'"affare", ma anche il suo passaggio ad
altri "per informazione", gli eventuali atti integrativi e, infine, la "risoluzione e
partecipazione" - cioè l'esito - che il Consiglio, la Giunta comunale o il sindaco
davano ad esso, nonché la data o la seduta in cui ciò avveniva. In tal modo il "Registro
degli affari" non si riduceva ad un mero inventario delle pratiche (cosa del resto
ugualmente importante), ma rifletteva e sintetizzava gran parte dell'attività
deliberativa ed amministrativa del Comune.
Purtroppo questo metodo d'archiviazione
delle pratiche non fu adottato né costantemente, né coerentemente. Solo all'inizio la
registrazione degli affari avvenne per lettera e per numero d'ordine; presto ci si
limitò ad adoperare solo quest'ultimo. La struttura primitiva della serie cominciò a
modificarsi allorché nelle buste degli affari furono posti, oltre agli atti
"registrati", anche quelli "non registrati" (cioè quei documenti di natura diversa che
non avevano dato luogo alla formazione di una pratica)
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. A rompere la linearità della serie
contribuì anche, fin dai primi anni dell'età postunitaria, l'abitudine di separare in
una busta a parte le lettere ricevute che non erano diventate parte integrante degli
"affari registrati". Sicché la serie degli "affari registrati" venne progressivamente
trasformata in quella "affari diversi" inglobante quasi tutto il carteggio e gli atti
comunali
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.
A questo processo di dilatazione della
massa documentaria confluita nella serie "affari diversi" corrispose, purtroppo, una
crescente carenza d'interventi archivistici, soprattutto nella fase della registrazione
degli atti. Fino al 1896 essa sembra avvenisse regolarmente in sincronia con la data di
produzione delle carte, ma dall'anno seguente si cominciò a registrare tutti gli atti al
31 dicembre. In questo modo il "Registro degli affari" perdeva una delle sue funzioni
originarie e principali (quella di "protocollo giornaliero degli affari") e,
conseguentemente, i due momenti della registrazione e dell'archiviazione venivano
risolti in un'unica fase.
Anche l'uso di abbinare queste due operazioni
archivistiche decadde nel 1912. Si riprese a registrare le carte solo nel luglio 1915,
aumentando di conseguenza il divario temporale (e la confusione materiale) fra il
periodo della produzione degli atti e quello della loro archiviazione. A causa della
notevole massa di lavoro arretrato, essi vennero registrati con criteri generici e senza
rispettare neppure la consecuzione cronologica.
Nel 1927 l'archivista comunale
ripristinò la consuetudine di registrare le carte al 31 dicembre di ogni anno, e solo
dal 1932 cominciò ad applicare timidamente la classificazione secondo le quindici
"categorie" ministeriali, metodo che riceverà sistematica applicazione solo a partire
dal 1935. Fu così abbandonata la registrazione degli affari nell'apposito "Registro" e
ci si limitò alla numerazione progressiva delle buste e alla indicazione dell'anno e
delle "categorie" a cui esse si riferivano
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.
L'intervento archivistico operato nell'ordinamento della serie
"Carteggio degli affari" ha avuto lo scopo precipuo di rimediare alla situazione di
grande disordine in cui versavano soprattutto gli atti del ventennio 1907 - 1927.
II
criterio ispiratore è stato quello di riportare, per quanto possibile, l'andamento della
serie alla configurazione più vicina alla struttura ereditata
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. Al fine di presentare il carteggio in una successione cronologica
sufficientemente coerente, è stato necessario modificare frequentemente il numero
d'ordine attribuito alle buste dal "Registro degli affari". Quest'operazione non poteva
comunque estendersi ai fascicoli, perché in tal modo si sarebbe compromessa la struttura
della serie risolvendola in un carteggio diviso per "categorie" o in una grossa
miscellanea.
Altro intervento è stato rivolto a sopperire alle carenze di dati
archivistici che il "Registro degli affari" presenta particolarmente per il periodo 1912
- 1930. Data la scarsità e la genericità delle indicazioni da esso offerte, si è creduto
opportuno descrivere i fascicoli delle buste contenenti atti di diversa natura o
annualità.
Per quanto concerne, infine, la configurazione complessiva della serie,
notiamo che, parallelamente a quella principale degli "Affari diversi", fu creata una
sottoserie distinta contenente gli "Affari scuole" del Comune. Gli "Affari diversi" e
gli "Affari scuole" formano due sottoserie "chiuse" confluenti nella serie "aperta" del
"Carteggio degli affari" diviso per annate di produzione e, al loro interno, nelle
quindici "categorie" previste dal titolario per gli archivi comunali
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In seguito alle operazioni di ordinamento l'archivio postunitario del comune di
Lastra a Signa e l'inventario che gli corrisponde sono risultati costituiti di
venticinque serie. Esse sono state individuate tenendo conto dei diversi settori di
competenza del comune, della possibilità o no delle serie di accrescersi di nuovo
materiale, e dell'autonomia archivistica assunta anche fisicamente da alcuni tipi di
documenti.
Nell'elaborare l'impianto dell'archivio non sono state valutate solamente
le possibilità organizzative del materiale finora passato nella "sezione separata"
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, ma ci si è sforzati
di attribuire una conformazione che fosse in grado di accogliere anche gli atti del
periodo successivo. Proprio perché il comune postunitario è un organismo vivente, tutte
le serie sono state ideate per rimanere aperte, per essere cioè proseguite mediante
accessioni periodiche, e di conseguenza dotate di una numerazione indipendente.
Si è
cercato di rispettare sistemi coerenti d'archiviazione anche quando essi non
presentavano una successione cronologica di lungo periodo col ricondurli entro
sottoserie chiuse confluenti in serie aperte
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. Nel caso di tipologie documentarie che non
hanno trovato una costante prosecuzione dopo il 1944, si è proceduto a raggrupparle per
affinità di contenuto, ponendo in ultima posizione la sottoserie ancora aperta
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La disposizione architettonica delle serie riflette
essenzialmente il tracciato del titolano d'archivio allegato alla circolare ministeriale
del 1° marzo 1897. Forme circoscritte di interconnessione tra una serie e l'altra sono
state segnalate nelle note introduttive premesse alle medesime.
Sotto l'aspetto della conservazione non sono da lamentare, per le carte
postunitarie, lacune estese o rilevanti. La ricchezza e il carattere seriale di questa
documentazione costituiscono due pregi non secondari ai fini dell'esplorazione
archivistica e della sua utilizzazione storica.
Soggetti produttori:
Comune di Lastra a Signa, Lastra a Signa (Firenze),
1865 -