Fin dai tempi della repubblica, le risorse del sottosuolo, fra cui anche il
sale estratto dalle saline di Volterra, erano considerate, una "regalia" dello
Stato. Oltre ad estrarre e a vendere il sale, Cosimo I de Medici il 15 gennaio
15371 ordinò una "imposizione di sale straordinaria" per supplire
"alle enormi spese sostenute negli anni precedenti". L'imposizione da straordinaria
divenne poi ordinaria, con una precisa organizzazione per renderne capillare
l'applicazione. Vennero emanate numerose leggi dove si precisò che le diverse
comunità avrebbero avuto una certa quantità di sale da distribuire alla popolazione
e quindi versare il ricavato all'Ufficio della gabella del sale di Firenze. A
livello delle singole comunità i capi famiglia indicavano il numero dei componenti
familiari e quello delle bestie da latte. Questa denuncia detta "descrizione delle
bocche" veniva fatta ogni sei anni, dividendo la popolazione per parrocchia di
appartenenza. Appositi deputati comunicativi controllavano l'esattezza delle denunce
in base alle quali sì stabiliva la quantità di sale necessario ad ogni famiglia,
compilando i reparti. La distribuzione del sale era eseguita dai salaioli,
successivamente il camarlingo riscuoteva la tassa. La legge 3 marzo 1788 abrogò
l'imposizione della Gabella del sale in tutto il Granducato. I registri provengono
dall'Archivio Storico Comunale di Castelfranco di Sotto.