Livello: serie
Estremi cronologici: 1610 - 1972Consistenza: 109 unità
La maggiore parte del gettito fiscale dello Stato italiano postunitario era
fornita da una grande quantità di imposte indirette, fra cui spiccavano per
gravosità i dazi di consumo. L'esazione di questa tassa, che colpiva
indiscriminatamente i prodotti di consumo, venne razionalizzata nel 1864 attraverso
la creazione di appositi "uffici del dazio", in genere situati alle porte della
città.
Nel 1923 il dazio di consumo passò completamente ai comuni e nel 1930,
con l'abolizione delle cinte daziarie, divenne un'imposta di consumo. La difficoltà
nel gestire un ufficio che richiedeva competenze e risorse superiori alle
possibilità del personale comunale, impose ai comuni la necessità di appaltare la
gestione delle imposte di consumo a enti specializzati. La scelta dell'ente
appaltatore, che poteva essere di natura pubblica o privata, veniva presa in
autonomia dall'amministrazione comunale. Gli enti appaltatori gestivano l'ufficio
imposte di consumo avvalendosi di proprio personale, che operava nella filiale
dislocata presso il comune appaltante, e producevano rendicontazione dell'attività
esercitata
L'Imposta di consumo fu istituita con il R. D. 1175 del 1931 e
abrogata con la riforma tributaria del 1974. L'imposta aveva come oggetto la
riscossione, da parte dei comuni, di imposte di consumo riguardanti i seguenti
generi: bevande vinose ed alcoliche, carni, pesce, dolciumi e cioccolato, formaggi e
latticini, profumerie e saponi fini, gas-luce, energia elettrica, materiali per
costruzioni edilizie, mobili e pelliccerie. Le tariffe ed i regolamenti venivano
deliberati dal podestà ed entravano in vigore dopo l'approvazione della giunta
provinciale amministrativa. Ai fini dell'applicazione dell'imposta, i comuni erano
suddivisi in nove categorie demografiche con diverse aliquote d'imposte.
Erano
esenti dal tributo, come indicato all'articolo 29 i generi destinati ai Sovrani, ai
Capi di Governo esteri ed ai Principi di sangue, ai capi di missione ed ai membri
dei corpi diplomatici e ad uso delle amministrazioni dello Stato e della Croce
Rossa.