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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Contado di Prato

Livello: fondo

Estremi cronologici: 1502 - 1780

Consistenza: 62 unità

Il Contado pratese ebbe per confini quelli dell'odierno Comune, salvo che nella parte di mezzogiorno, dove si estendeva al popolo di Montalbiolo, che ne fece parte fino al 1820. Questo territorio, reso fertile dalla mano dell'uomo e fatto sede di fiorenti industrie, raggiunse presto una foret densità di popolazione; fu detto anche «delle quarantotto ville» dal numero dei paesi che vi prosperarono fino dall'antico. Ogni villa aveva un sindaco che esercitava le funzioni di sorveglianza e di polizia nella propria circoscrizione, secondo gli ordini del podestà (Diurno 277, quad. 1°, 1306). Caduto il Comune sotto il dominio fiorentino, il Contado ebbe statuti propri dal 1419. Il lodo pronunziato nel 1510 da Simone Corsi, Piero Guicciardini e Niccolò Valori, ufficiali del Comune di Firenze (Diurno 144), dà atto di una controversia che era sorta tra il capoluogo ed il Contado per il reparto delle gravezze. Nei Diurni del Comune n. 325 e 326 (1497 e 1502) si hanno documenti che riguardano tale controversia e la convenzione stipulata tra le parti. La vertenza non cessò se non con la provvisione di Cosimo I, del 13 luglio 1543, che separò dal Comune 45 ville o parrocchie di campagna per costituirne la Comunità del Contado, lasciando a quello la città e i sobborghi. La divisione cessò col 29 settembre 1774 quando fu pubblicato il Regolamento generale per le Comunità e lo speciale motuproprio di Pietro Leopoldo.
Sul fondo archivistico della Comunità del Contado cfr. la cit. Guida di R. Piattoli; altri libri delle ville sono nell'Archivio della Casa pia dei Ceppi (ved. l'Inventario più volte citato).