Sede: Lucignano (Arezzo)
Date di esistenza: sec. XVI metà - 1785Intestazioni: Compagnia di San Rocco, Lucignano (Arezzo), sec. XVI metà - 1785
                Storia amministrativa:
                Al momento delle soppressioni leopoldine erano attive a Lucignano
			quattro compagnie religiose che, fondate intorno alla seconda metà del Cinquecento,
			erano impegnate nelle tradizionali pratiche di devozione
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 ed in
			quelle di pietà relative al soccorso dei poveri e degli ammalati ed alla sepoltura dei
			defunti. Si trattava della Compagnia di S. Rocco e di quelle della S. Croce, del Corpus
			Domini e della Ss. Annunziata.
<...>
			Le compagnie di Lucignano erano titolari ciascuna di un oratorio, tutti situati nei
			pressi della Chiesa di S. Francesco, dove venivano celebrate le cerimonie religiose,
			alle quali i confratelli di ciascuna partecipavano indossando un mantello di colore
			diverso. Proprio per l'abbigliamento, la compagnia dell'Annunziata era detta anche dei
			battuti neri, quella di Santa Croce era detta dei Bianchi, quella di S. Rocco dei Rossi,
			quella del Corpus Domini dei Turchini. Al 1563, data a cui risalgono gli statuti già
			ricordati della Compagnia dell'Annunziata, era già attiva la Compagnia della S. Croce,
			come attesta una supplica rivolta al Granduca Cosimo I affinchè una parte delle rendite
			di quella Compagnia fosse destinata al restauro del monastero di S. Margherita
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.
			Subito dopo dovettero essere state fondate anche le altre due.
 Presso la compagnia
			di S. Rocco, con il suo testamento redatto il 28 maggio 1635, Santa Tornaini istituì una
			officiatura laicale giornaliera per provvedere alla quale destinò alcune rendite
  3
.
 L'editto, pubblicato il 21 marzo 1785, con cui le
			compagnie furono soppresse
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, fu preceduto dalla pubblicazione di uno studio di Lorenzo Mehus,
			inteso a dimostrare il fine morale del provvedimento. All'intenzione di favorire la
			moralizzazione dei costumi dei religiosi e di riportare le corporazioni all'esercizio
			delle originarie finalità spirituali, si accompagnò tuttavia la volontà di porre un
			freno all'estendersi delle proprietà ecclesiastiche che, bloccate dalla legge sulla
			manomorta e dalla conseguente inalienabilità, erano divenute per la maggior parte
			improduttive e male amministrate.
 I beni delle compagnie soppresse furono
			incamerati nei patrimoni ecclesiastici delle diocesi di appartenenza
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, istituiti con una legge del 30 ottobre 1784, cui fece seguito una serie
			di provvedimenti intesi, appunto, ad abolire i privilegi legati al foro ecclesiastico e
			quelli di natura economica, soprattutto rivolti a modificare l'inalienabilità delle
			proprietà e la collazione di benefici da parte di Roma. Il ministero religioso e sociale
			del parroco per l'educazione e la cura delle anime fu ritenuto dal granduca sufficiente
			a garantire tutte le necessità dei fedeli e, in tal senso, vennero trasferiti al clero
			secolare delle parrocchie molti dei benefici goduti da quello regolare dei conventi. Fu
			anche assegnata ai parroci una congrua dotazione per la propria sussistenza, insieme al
			controllo delle Compagnie di carità, istituite contestualmente in ogni parrocchia, che
			avrebbero dovuto essere attivate a partire dal primo maggio 1786
  6
.
 Le Compagnie di carità dipendevano
			direttamente dal parroco, che ne era il rettore, ed avrebbero dovuto accogliere gli
			uomini, di età superiore ai diciotto anni, che avessero richiesto di aderirvi. Non
			avevano un proprio patrimonio da amministrare e le attività dei confratelli - che
			avrebbero adottato la sola cappa bianca, senza altri segni distintivi o stendardi -
			dovevano svolgersi sotto la protezione del santo patrono della cura parrocchiale. I
			confratelli avrebbero presenziato alle funzioni parrocchiali e svolto attività pie,
			conducendo i ragazzi alla dottrina cristiana, assistendo i malati, seppellendo i morti e
			distribuendo sussidi ai poveri, secondo quanto prescritto dai capitoli, pubblicati lo
			stesso 21 marzo, e comuni a tutte le compagnie.
 Nella fase transitoria precedente
			all'effettiva istituzione delle nuove compagnie, gli amministratori dei patrimoni
			ecclesiastici dovettero provvedere, di concerto con i parroci, alla sepoltura dei
			defunti e agli altri obblighi non differibili e procedere contestualmente alla
			riscossione dei crediti e al pagamento di eventuali debiti degli enti soppressi. I beni
			di questi ultimi furono stimati e venduti, ad eccezione di quelli che i vescovi
			ritennero di assegnare alle cure o ad altri servizi, mentre gli arredi sacri furono
			inventariati e, di concerto con il segretario del Regio diritto, donati, secondo
			necessità, alle chiese curate della diocesi.
 A Lucignano, al momento delle
			soppressioni, i beni delle compagnie passarono, come stabilito, al Patrimonio
			ecclesiastico di Arezzo, con eccezione di alcuni reliquiari e di una croce
			precedentemente appartenuti alla Compagnia della Ss. Annunziata che, dopo essere stati
			inventariati come prescritto dalla legge, furono spostati presso la collegiata di S.
			Michele Arcangelo eretta nella cura di Lucignano
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. Negli anni successivi altri
			oggetti sacri e quadri furono richiesti a vario titolo dal parroco della stessa
				Collegiata
  8
.
 Gli oratori utilizzati dalle compagnie
			soppresse per le loro celebrazioni, ebbero sorti diverse. La chiesa della compagnia
			della Ss. Annunziata passò alla Compagnia di carità secondo le indicazioni della
				legge
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, mentre quella della
			compagnia del Corpus Domini, rimasta abbandonata per un certo periodo, fu destinata
			successivamente all'Ospedale di S. Anna che, in occasione della ristrutturazione
			eseguita nella primavera del 1787, la utilizzò come ricovero dei malati
  10
.
 Anche i benefici dotali e caritativi esistenti nel
			territorio passarono alle parrocchie e vennero erogati a favore dei popoli dove
			precedentemente aveva avuto sede l'istituzione soppressa. A Lucignano rimase pertanto
			integro il patrimonio dell'eredità Spagna Stefani
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, destinato da Pietro Spagna con il proprio testamento del 1609,
			all'erogazione di doti annuali alle fanciulle povere della
			comunità.
            
                    Soggetti produttori collegati:
                                            
                            Compagnia dell'Annunziata, Lucignano (Arezzo), sec. XVI metà -
1785
                        
                        (generico)
                        
                                            
                            Compagnia della Santa Croce, Lucignano (Arezzo), sec. XVI metà -
1785
                        
                        (generico)
                        
                                            
                            Compagnia del Corpus Domini, Lucignano (Arezzo), sec. XVI metà -
1785
                        
                        (generico)
                        
                                    
                    Complessi archivistici prodotti:
                                                                                                                    
                        
                            Compagnie religiose. Archivio preunitario del Comune di Lucignano, 1563 -
		1785
                        (complesso di fondi, conservato in Comune di Lucignano. Archivio storico)