Sede: Fiesole (Firenze)
Date di esistenza: 1865 -Intestazioni: Comune di Fiesole, Fiesole (Firenze), 1865 -
Contesto istituzionale:
Nel corso dell'Ottocento, il comune di Fiesole ha subito
considerevoli variazioni di confine fino a pervenire, nei primi anni del Novecento,
all'attuale configurazione. Una sintetica descrizione delle fasi di questo processo, e
delle vicende che lo hanno determinato, si rende perciò necessaria per delimitare
l'ambito territoriale al quale si riferiscono i documenti dell'archivio prodotti in
diversi periodi storici.
Nel 1808, a seguito dell'annessione all'impero francese,
la legislazione e gli ordinamenti napoleonici vennero introdotti anche in Toscana. Le
nuove leggi, tendenti a rafforzare l'autorità del potere centrale ed a rendere più
efficiente e moderna l'amministrazione, introdussero un nuovo assetto di governo locale,
con la creazione di un sistema gerarchico di dipartimenti, distretti e comuni. In alcuni
casi ciò comportò una variazione della tradizionale circoscrizione territoriale delle
preesistenti comunità. Per Fiesole si stabilì che, a partire dal 1° gennaio 1809,
l'antica comunità fosse divisa in due nuove entità amministrative: le mairies di Fiesole
e Pellegrino
1
. Queste ebbero il corso del
Mugnone, fino alla foce in Arno, come linea di confine comune e i centri abitati da cui
prendevano nome come capoluoghi. Tra il 1812 e il 1813, nel corso delle operazioni per
la formazione del catasto avviate dai francesi, le due comunità raggiunsero poi un
accordo in base al quale, "per il vantaggio degli amministrati" e per "una più comoda e
utile divisione del territorio", la linea di confine intermedia non sarebbe più stata
costituita dal corso del Mugnone, ma dall'imperiale strada Bolognese
2
. Cessata la dominazione
francese in Toscana, e interrotte di conseguenza le operazioni catastali, l'attuazione
di questa risoluzione fu però procrastinata fino alla realizzazione del catasto
particellare toscano. Col ritorno dei Lorena al potere, pur attuandosi nel clima
politico della Restaurazione il ripristino del sistema comunitativo leopoldino, e quindi
anche la riattivazione della cancelleria di Fiesole, Sesto e Campi, furono infatti
confermate le due nuove comunità create dall'amministrazione francese e previsti per
esse organi deliberativi separati
3
.
La
creazione del Regno d'Italia comportò per Fiesole un nuovo sconvolgimento dell'assetto
territoriale. Con la Legge 27 aprile 1865, n. 2255, fu infatti deciso l'ampliamento
della città di Firenze, designata capitale del nuovo Stato, a spese dei comuni
limitrofi, alcuni dei quali (Legnaia, Pellegrino e Rovezzano) vennero addirittura
soppressi. Il R.D. 26 luglio 1865, n. 2412, sanzionò i nuovi confini di Firenze, che si
appropriò così di una zona molto ampia del territorio circostante, estendendosi, sulla
riva destra dell'Arno, fino a Careggi nel comune di Pellegrino, alla piazza di San
Domenico in quello di Fiesole, a Varlungo in quello di Rovezzano. Le parti residue degli
ex comuni di Rovezzano e Pellegrino (tranne la porzione meridionale di quest'ultimo che
fu invece aggregata al comune di Sesto Fiorentino) vennero riunite a ciò che restava del
comune di Fiesole.
La nuova compagine territoriale non ebbe però vita facile per la
divergenza di interessi fra i principali centri abitati che ne facevano parte: uno dei
fondamentali motivi di contesa fu la dislocazione della sede municipale. A partire dalla
metà dell'Ottocento infatti, per gli interessi prevalenti degli amministratori, quasi
tutti residenti in città, gli uffici del comune di Fiesole avevano avuto sede, prima in
varie zone di Firenze
4
e poi in un edificio di via Bolognese, al
Pellegrino
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, che aveva precedentemente ospitato la soppressa
cancelleria comunitativa. Ma anche quest'ultima località si trovava, a seguito
dell'ampliamento del territorio del comune di Firenze, fuori dai confini fiesolani. In
base alla legge comunale e provinciale del 1865 si era però stabilito l'obbligo (poi
ulteriormente ribadito da un parere emesso dal Consiglio di Stato il 31 marzo 1867) per
le amministrazioni comunali di dislocare gli uffici municipali nel territorio
amministrato. Si scatenò così un'accesa disputa fra le frazioni del neonato comune in
merito alla località da scegliere come sede
6
.
Gli abitanti del capoluogo vedevano infatti in questo frangente l'opportunità di
riportare gli uffici del municipio a Fiesole, mentre quelli delle altre zone del comune,
in prevalenza orientati in direzione del polo economico rappresentato da Firenze, cui
facevano capo anche la viabilità principale e i più facili mezzi di comunicazione,
esigevano una sede ufficiale più facilmente accessibile e vicina alla città. Di fronte
all'impossibilità di conciliare esigenze tanto contrastanti il consiglio comunale si
oppose strenuamente alle pressioni delle autorità statali che sollecitavano il
trasferimento
7
. Fu perciò sciolto e sostituito temporaneamente da un
commissario governativo, il regio delegato Fernando Simonetta. Questi, dopo aver tentato
senza successo di trovare una soluzione soddisfacente per tutti, il 22 febbraio 1868
decretò il trasferimento degli uffici comunali a Coverciano; località che il Simonetta
dichiarò di aver prescelta per la sua vicinanza alla città e per averla ritenuta più
facilmente accessibile alla maggior parte della popolazione del comune rispetto ad altre
ed in particolare al capoluogo
8
. Questa soluzione non soddisfece i fiesolani che iniziarono, e continuarono
per anni, una battaglia per ottenere il riconoscimento del primato di Fiesole capoluogo
rispetto agli altri centri abitati del comune. Nonostante l'apertura, dal 1° gennaio
1892, di un ufficio succursale per l'anagrafe e lo stato civile a Fiesole, gli abitanti
del capoluogo, dal 1906, chiesero insistentemente la costituzione in comune autonomo di
quella parte del territorio fiesolano che non era stato aggregato a Firenze nel
1865
9
. Con la legge 7 luglio 1910, n. 435, si provvide quindi a sanare una
situazione divenuta ormai insostenibile, inglobando al territorio comunale di Firenze le
ex frazioni fiesolane di Rovezzano, Settignano, parte di quella del Pellegrino e le
parrocchie di Coverciano e di Mensola
10
. Trasferita la sede municipale nel capoluogo, il comune di
Fiesole veniva così ad assumere l'assetto che ha mantenuto fino ad
oggi.
Storia amministrativa:
Il comune dello Stato italiano unitario è per molti aspetti il diretto
erede delle antiche entità amministrative locali, di cui spesso ricalca la
configurazione territoriale. Ma il fatto di natura istituzionale che determina la sua
nascita è l'entrata in vigore della Legge per l'unificazione amministrativa del Regno
d'Italia del 20 marzo 1865, n. 2248, la quale, come Allegato A, comprendeva la prima
legge comunale e provinciale del nuovo Stato. Questa determinò le strutture
dell'amministrazione periferica e dettò le norme relative al loro funzionamento e alle
loro competenze, poi ulteriormente specificate dal regolamento di applicazione della
legge emanato nello stesso anno
1
.
Innovazioni all'ordinamento amministrativo italiano furono introdotte, a partire dalla
riforma Crispi del 1888, da vari provvedimenti legislativi
2
. Attualmente il Testo Unico del 1934 e il regolamento del 1911
3
costituiscono ancora,
nonostante le modificazioni apportatevi con successivi provvedimenti particolari, la
fonte principale che regola l'attività e il funzionamento delle autonomie locali.
In base alla normativa statale, le attribuzioni fondamentali dei comuni riguardano il
soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione (viabilità, igiene, sanità ed
assistenza pubblica, polizia locale), l'organizzazione di alcuni servizi indispensabili
(acqua potabile, fognature, mercati, etc.) e lo svolgimento, per delega dello Stato, di
compiti relativi ad attività di interesse nazionale (stato civile, censimenti, elezioni,
leva militare). L'ampiezza e l'importanza delle competenze dei comuni, nell'ambito del
soddisfacimento dei pubblici bisogni locali, e il grado di autonomia di cui hanno goduto
nell'espletarle è però variato nel tempo, in relazione all'evolversi dei rapporti
organizzativi tra enti locali e Stato e alla trasformazione delle esigenze sociali,
connesse all'espandersi del progresso industriale e tecnologico.
Gli organi
attraverso i quali si esprime l'attività di governo dei comuni sono stati fin
dall'inizio il consiglio comunale, organismo collegiale eletto direttamente dai
cittadini
4
, la giunta municipale, gruppo ristretto
eletto dal consiglio al suo interno, e il sindaco. Quest'ultimo, che svolge la duplice
funzione di capo dell'amministrazione comunale e di ufficiale di governo, era
inizialmente di nomina regia ma a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento viene eletto
direttamente dai consiglieri comunali al loro interno
5
.
Durante il regime fascista, abolito il
sistema elettivo, le competenze degli organi rappresentativi delle autonomie locali
vennero attribuite a organi di nomina governativa. Con la legge 4 febbraio 1926, n. 237,
venne infatti istituito l'ordinamento podestarile nei comuni con popolazione inferiore
ai 5.000 abitanti e col R.D.L. 3 settembre 1926 tale ordinamento fu esteso a tutti i
comuni. Il podestà era nominato con decreto reale ed assommava in se le funzioni già
esercitate dagli organi amministrativi di origine elettiva, nonché quelle espletate dal
sindaco nella qualità di ufficiale di governo. Nei comuni con oltre 10.000 abitanti fu
resa obbligatoria anche l'istituzione di una consulta municipale, i cui componenti,
nominati dal prefetto su terne di nomi proposte dalle locali associazioni sindacali,
svolgevano una funzione meramente consultiva.
L'istituto podestarile e gli annessi
istituti ausiliari minori rimasero in vita fino all'entrata in vigore del R.D.L. 4
aprile 1944, n.111, che ripristinò il sindaco e la giunta municipale ed attribuì ai
prefetti il compito di provvedere in via transitoria alla nomina dei sindaci e degli
assessori, in attesa di poter indire le elezioni amministrative
6
per la ricostituzione
degli organi rappresentativi degli enti locali.
Manca uno studio specifico sulla
storia istituzionale del comune di Fiesole. Se si escludono le opere a carattere
informativo generale
7
o d'interesse turistico, la nutrita bibliografia inerente a Fiesole
riguarda, in prevalenza, i beni culturali, artistici ed archeologici, presenti sul
territorio. Le pubblicazioni realizzate a cura dell'Amministrazione comunale sono state
peraltro tradizionalmente costituite, fino in epoca recente, dai regolamenti comunali,
emanati nelle materie di competenza, o da opuscoli stampati per pubblicizzare, in
maniera spesso celebrativa, l'attività svolta dagli amministratori in carica nei diversi
periodi
8
. Solo negli ultimi anni, a fronte di una sempre
maggiore attenzione verso la storia locale, anche da parte dell'amministrazione comunale
che ha incoraggiato gli studi in proposito, sono stati prodotti alcuni consistenti
contributi monografici sulla storia sociale e politica del territorio in epoca
postunitaria
9
.
Per un approccio sistematico ed
approfondito alle vicende amministrative fiesolane rimangono perciò fondamentali i
verbali delle sedute della giunta e del consiglio, che costituiscono la cronaca puntuale
dell'attività di governo locale e di gestione dell'ente
10
. Si segnalano anche, per il loro interesse quali documenti di
sintesi, le relazioni rese dalla giunta municipale al consiglio comunale, a
giustificazione del conto consuntivo, che illustrano e commentano l'attività svolta
dall'amministrazione comunale in ciascun anno finanziario e forniscono spesso anche dati
statistici, economici e demografici, relativi al territorio
11
.
Soggetti produttori collegati:
Comunità di Fiesole, Fiesole (Firenze), 1814 - 1865
(predecessore)
Complessi archivistici prodotti:
Archivio postunitario del Comune di Fiesole, 1865 -
1945
(sezione, conservato in Comune di Fiesole. Archivio storico)