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Comune di Pieve a Nievole

Sede: Pieve a Nievole (Pistoia)

Date di esistenza: 1905 -

Intestazioni: Comune di Pieve a Nievole, Pieve a Nievole (Pistoia), 1905 -

Storia amministrativa:

La Valdinievole, da cui ha ereditato il toponimo anche il Comune di Pieve a Nievole (o Neure), prende il suo nome dal latino "Nébula", da cui poi Nebbia o Nebbiaja: è evidente il riferimento climatico ad un territorio posto in pianura, e quindi vittima di caligini e foschie. Il territorio del Comune di Pieve a Nievole si estende, quindi, al centro della Val di Nievole. L'istituzione del Comune moderno risale al 1905, ma le notizie di un'autonoma comunità di Pieve a Nievole (o Neure), risalgono assai più indietro nel tempo.
La prima notizia diretta è infatti riportata in un documento lucchese del '700, dal quale risulta che la Pieve fu, in quel tempo, sottoposta alla giurisdizione dei vescovi di Lucca, e che successivamente tale giurisdizione fu riconfermata, a discapito di Pistoia.
La pieve di Nievole fu, fino all'anno 1000 circa, punto di riferimento amministrativo, oltre che religioso, per diversi territori intorno, compreso quello della villa di Montecatini. Dal 1260 la situazione si ribaltò a favore della chiesa dipendente della Villa di Montecatini, poiché la Pieve di Nievole risultava assai malsicura ed impoverita dalle continue infeudazioni: da questo momento in poi le vicende istituzionali — ed i relativi documenti — fanno capo a Montecatini Valdinievole, tanto più che dal XIV secolo i vescovi lucchesi sanzionarono definitivamente ed ufficialmente il trasferimento di funzioni. Dell'antico borgo medievale formatosi intorno alla Pieve di San Pietro a Neure non è rimasta traccia: fu infatti distrutto nel 1356 dai ghibellini di Pisa, ed il capoluogo si sviluppò di nuovo solo a partire dal 1530.

Solo nella seconda metà dell'Ottocento, però, il centro, anche per merito della ferrovia costruita nella vallata, ebbe uno sviluppo degno di nota, e quindi in questo periodo, assieme a Bagni di Montecatini, dimostrò tendenze autonomistiche. Entrambi i centri, infatti, finora semplici frazioni di Montecatini Valdinievole, aspiravano a diventare sedi di Comuni autonomi. Fra alterne vicende e laboriose trattative, dopo un primo decreto del 4 febbraio 1897, che istituiva un unico Comune comprendente Pieve a Nievole e Bagni di Montecatini, subito annullato per ricorso degli abitanti di Pieve a Nievole, finalmente nel 1905 (legge del 29 giugno), furono costituiti i comuni di Pieve a Nievole, Bagni di Montecatini e Montecatini Valdinievole 1.
La raggiunta indipendenza non significò affatto immediata tranquillità: i nuovi comuni ereditarono infatti dal vecchio, assieme all'autonomia, debiti ed irrequietudini: uno di essi era clamorosamente favorito dalla presenza delle Terme, ed i confini fra le tre circoscrizioni risultavano tanto vicini fra di loro da apparire per lo più arbitrari e quindi piuttosto precari2.
L'istituzione della nuova Provincia di Pistoia, nei primi mesi del 1927, pur non comprendendo inzialmente la Valdinievole, provocò generale agitazione nella zona, tanto che il Comune di Pieve rischiò di scomparire per essere riassorbito, con quello di Bagni, nell'originario unico Comune di Montecatini Valdinievole. Nel settembre di quell'anno sorse infatti una disputa piuttosto vivace fra il Podestà di Bagni e quello di Pieve, Cav. Giovanni Brunetti.
Mentre il Podestà di Bagni rivendicava una revisione dei confini fra i tre Comuni che avrebbe visto scomparire Montecatini Valdinievole, in gran parte assorbito da Bagni di Montecatini, ed auspicava l'annessione allo stesso Comune della zona di San Marco Vecchio, che al tempo apparteneva a Pieve a Nievole, il Podestà Brunetti propugnava l'accorpamento dei tre Comuni al fine di tornare all'antico Comune unico, con criterio del resto corrispondente a quelli di accentramento tipici dello Stato fascista.
Unica variazione che il Brunetti propose, rispetto al Comune Ottocentesco, fu di spostare a valle la sede comunale, anziché mantenerla in alto, sulla scomoda rocca di Montecatini. È probabile che tale proposta, più o meno velatamente, stesse a significare anche che il Podestà da mantenere dovesse essere quello della sede di pianura, ovvero lui stesso, Cav. Prof. Giovanni Brunetti3.
Sul momento tale controversia non dette alcun risultato: i tre Comuni seguitarono a sopravvivere ognuno per proprio conto, solo di lì a breve, nel 1928, fu annessa alla provincia di Pistoia la Valdinievole, esclusi i Comuni di Montecarlo ed Altopascio, "con grande atto di giustizia storica" 4.
Nel 1934 fu però attuata, a dispetto del Podestà Brunetti, ormai sostituito dal Commissario Prefettizio Rossetti, parte della modifica territoriale a suo tempo ipotizzata dal Podestà di Bagni: vennero infatti spostati i confini fra i Comuni di Montecatini Terme (o Bagni di Montecatini) e Pieve a Nievole, a sfavore di quest'ultimo, nella zona compresa fra il "Botro del Salserino" ed il podere di San Marco Vecchio 5. Il Comune di Montecatini Valdinievole continua, per ora, ad esistere, ma il suo destino è segnato da un pezzo: "si sa che questo Comune si trova finanziariamente in tali condizioni da non avere mai potuto, in questi ventidue anni, presentare un vero bilancio. È vissuto accumulando debiti" (così diceva, già nel 1927, il Brunetti: e del resto la sola cosa sulla quale concordavano sia lui sia il Podestà di Bagni era l'inutilità, se non la dannosità, dell'esistenza del Comune di Montecatini Valdinievole. Resta da indagare cosa ne pensassero gli abitanti e gli amministratori di tale comune)6.
Il Comune di Bagni quindi tornò a fondersi con Montecatini Valdinievole nel 1940, formando così l'attuale Montecatini Terme. Nel 1940 infine si compie anche l'ultimo atto per la riorganizzazione territoriale del Comune di Pieve:in ottobre la frazione di Mezzomiglio viene annessa a Montecatini Terme, mentre a Pieve a Nievole spettano, dall'ex comune di Montecatini Valdinievole, le frazioni di Tegolaia o Forracieca; Poggetto; Fanelli; Villa Gori; Momigliano; Poggio alla Guarda; Vergaiolo; il Pino (in parte) 7: e questo dovrebbe essere l'assetto territoriale che il Comune conserva ancora oggi.

Essendo il Comune di Pieve piuttosto giovane, la storia delle sue istituzioni è relativamente poco complessa, e ricalca in linea di massima le vicende istituzionali dell'Italia nei primi anni del secolo, per cui il cambiamento più traumatico fu l'avvento del fascismo, e, poi, dopo vent'anni, l'istituzione della democrazia parlamentare. Di ciò abbiamo fedele cronaca anche negli atti del nostro Comune: infatti al momento della sua istituzione fu regolarmente eletto il Consiglio e designati Giunta e Sindaco 8, che esercitarono le loro funzioni fino al 25 aprile 1926: da questo momento e fino al 7 giugno il Comune venne commissariato; poi il Commissario Prefettizio fu sostituito dal Podestà, che amministrò il Comune fino al 18 settembre 1943: da questa data, come accadde in tutta Italia durante la Resistenza, il Prefetto venne sostituito da un Commissario Prefettizio fino al giugno 1944, che poi lasciò il posto ad un Sindaco nominato dai CLN dal settembre 1944 al gennaio 1946. Nel 1946, dopo una breve parentesi che va da febbraio a maggio in cui il Comune fu di nuovo commissariato (il tempo di preparare le prime elezioni democratiche della Repubblica), venne nominato un nuovo Sindaco, e finalmente nell'ottobre-novembre 1946 ricominciarono a deliberare Consiglio e Giunta democraticamente eletti. E di particolare interesse per questi cambiamenti istituzionali, oltre a quanto si evince a questo proposito dai registri delle deliberazioni di Consiglio e Giunta, anche quanto è documentato dal carteggio: per il periodo che va dal 1944 al 1947 è piuttosto ben documentato il passaggio di poteri (per niente facile o indolore) dai vecchi ai nuovi amministratori, passando per le mani degli Alleati9.
Altre notizie interessanti sulla amministrazione del Comune sono quelle relative alla istituzione del Catasto, nel 1908 10, e la sua successiva modificazione nel 1935 e poi nel 1950-53 11; e la ovvia esistenza di regolari censimenti della popolazione dal 1901 (documentazione della frazione di Pieve a Nievole ereditata da Montecatini) al 1951 con regolare cadenza decennale 12. Infine, a parte, c'è da segnalare la vicenda delle Istituzioni di Carità, per la quale tuttavia si rimanda all'introduzione alla serie specifica.