Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
Menu di navigazione
Home » Visualizza scheda soggetto produttore

Colonna con sottomenu di navigazione


Complessi archivistici

Soggetti produttori

Contenuto della pagina


Comunità di Terrarossa

Sede: Terrarossa, Licciana Nardi (Massa Carrara)

Date di esistenza: 1617 - 1808

Intestazioni: Comunità di Terrarossa, Terrarossa, Licciana Nardi (Massa Carrara), 1617 - 1808

Contesto statuale:
In origine il feudo di Terrarossa era detenuto dai Malaspina di Olivola, quindi fu acquisito nel 1407 dai Malaspina di Villafranca al termine di lunghe dispute, ed occupato dai genovesi nel 1416. Tornato in possesso dei Malaspina di Villafranca grazie all'intervento del duca di Milano, divenne parte nel 1535 dei beni del marchese Giovanni Spinetta Malaspina. Il nipote di questi, il marchese Fabrizio, ne vendette nel 1617 i beni feudali e allodiali al Granduca di Toscana Cosimo II.
Nel 1801 la Lunigiana granducale divenne parte del Regno d'Etruria, retto da Maria Luisa di Borbone per conto del figlio minorenne Ludovico di Borbone, ex duca di Parma. Il governo del Regno, soppresso da Napoleone nel dicembre 1807, non apportò mutamenti di rilievo nelle strutture amministrative del territorio.


Contesto istituzionale:
Il sistema amministrativo granducale prevedeva che a capo delle comunità più importanti vi fosse un Cancelliere comunitativo la cui nomina dapprima dipese dalle stesse comunità e successivamente dal Magistrato dei Nove 1 ; le comunità più piccole venivano invece riunite in circoscrizioni con a capo un unico Cancelliere comunitativo, come nel caso della Lunigiana toscana. Dal punto di vista amministrativo la Lunigiana toscana era suddivisa nelle due Cancellerie comunitative di Castiglione del Terziere e di Fivizzano, che comprendevano più centri abitati denominati ville o castelli 2 La Cancelleria comunitativa dalla quale dipendeva Terrarossa era quella di Castiglione del Terziere, che venne trasferita a Bagnone per effetto del motuproprio granducale dell'8 marzo 1753. Il Cancelliere comunitativo era incaricato di redigere le deliberazioni per conto delle comunità a lui sottoposte, delle quali provvedeva a curare gli interessi presso il governo centrale, di vigilare sul rispetto delle leggi, di conservare gli atti prodotti dalle magistrature comprese nella sua circoscrizione e di sottoporre ad approvazione le spese e le entrate delle comunità riportate su appositi registri detti "dei saldi" alla cui compilazione provvedeva il camarlingo.
La riforma di Pietro Leopoldo del 1777 cambiò la struttura della Cancelleria di Bagnone e decretò la creazione delle comunità di Albiano, Bagnone, Groppoli e Terrarossa. Il decreto del 24 febbraio 1777 stabiliva anche che le riformate magistrature comunitative (gonfaloniere e priori) dovevano essere estratte da un elenco formato dai nominativi dei possidenti che raggiungessero una determinata massa d'estimo, soggetta a variazioni da comunità a comunità. 3 Le riforme leopoldine misero mano anche all'organizzazione dell'amministrazione giudiziaria, che fu separata dalle altre funzioni amministrative. 4 Fu soppresso il Governo di Lunigiana, che dal 1633 aveva unificato i Capitanati di Fivizzano e Castiglione del Terziere (poi Bagnone), e furono creati i Vicariati di Bagnone, Fivizzano e Pontremoli. Anche Terrarossa, così come Groppoli, divenne sede di un Vicariato minore, con giurisdizione civile e criminale sul proprio territorio. 5


Storia amministrativa:
Pervenuta nel 1617 sotto il dominio di Firenze a seguito della vendita fatta dal marchese Fabrizio Malaspina al granduca di Toscana Cosimo II, la Comunità di Terrarossa vide confermati i suoi statuti il 6 giugno 1618. Gli statuti, nati originariamente per disciplinare i rapporti con il feudatario, erano suddivisi in "libri" il primo dei quali regolava le funzioni degli officiali comunitativi, in ordine agli statuti Terrarossa non era quindi retta da consigli generali e da magistrature come in uso in Toscana, ma da un console scelto annualmente con modalità tali da favorire i maggiorenti della comunità. 1
Questa pratica rimase in uso fino al 27 maggio 1777 quando, in conformità con il nuovo regolamento introdotto dalla riforma di Pietro Leopoldo, si procedette a nominare gli officiali comunitativi: la carica di console, ereditata dal precedente sistema feudale, fu sostituita da una magistratura formata da un gonfaloniere e da due priori eletti con il metodo della tratta. Affiancava questa magistratura un consiglio generale composto da sei consiglieri eletti anch'essi con lo stesso metodo. Concorrevano inoltre ad amministrare Terrarossa, retribuiti con fondi della comunità, due grascieri (preposti all'approvvigionamento dei viveri e al controllo di prezzi, pesi e misure), due sindacatori, un camarlingo (incaricato di riscuotere le imposte e di compilare i registri contabili) e un provveditore di strade e fabbriche. 2 A partire dal maggio 1780 alle cariche sopra elencate si aggiunsero due revisori d'estimo e un cancelliere del sale. 3
Nel 1801 Terrarossa, insieme con le altre comunità della Lunigiana granducale, divenne parte del Regno d'Etruria il cui governo non apportò mutamenti di rilievo nelle strutture amministrative del territorio


Soggetti produttori collegati:
(successore)


Complessi archivistici prodotti:
Comunità di Terrarossa, 1618 - 1808 (fondo, conservato in Comune di Licciana Nardi)