Sede: Castelfiorentino (Firenze)
Date di esistenza: 1814 - 1865Intestazioni: Comunità di Castelfiorentino, Castelfiorentino (Firenze), 1814 - 1865
Storia amministrativa:
Restaurate con legge del 27 giugno 1814 le antiche istituzioni
granducali, Castelfiorentino divenne sede di una nuova comunità granducale la cui
circoscrizione territoriale coincise con quella della soppressa mairie. Con la
restaurazione si ricostituirono la comunità e la cancelleria quindi senza grossi
mutamenti territoriali anche se i 42 popoli, che avevano fatto parte del territorio
della mairie, furono riuniti in 31 parrocchie, divenute 32 nel 1833. L'editto del 27
giugno 1814 "volendo <...>
ricondurre <...> l'amministrazione
politica ed economica a quella semplicità di organizzazione, che l'esperienza di
tanti anni, l'abitudine della Nazione, e la necessaria economia hanno fatto
riconoscere migliore di ogni altra <...> ", decretava l'abolizione delle strutture di governo, centrali
e periferiche, impiantate durante gli anni della dominazione francese e
ripristinava, a partire dal 1 luglio, le istituzioni comunitative
pre-napoleoniche1.
Il
Regolamento emanato il 16 settembre 1816 definì le funzioni delle diverse
magistrature e uffici comunitativi. In particolare il Regolamento precisò le
competenze del gonfaloniere, del magistrato dei priori e del consiglio generale. Per
quanto riguardava questi due ultimi organi, era confermato il numero dei loro
componenti, stabilito dal regolamento leopoldino, e l'estrazione dei loro componenti
dalle relative borse. La carica di consigliere era annuale, mentre i priori venivano
"variati per metà" ogni anno. Il gonfaloniere era di nomina granducale, su proposta
del Soprassindaco e Soprintendente alle Comunità2. La sua carica era triennale, con possibilità di
essere rinnovata, una volta scaduto il triennio. Nell'organizzazione della Comunità
il gonfaloniere rappresentava l'autorità più alta: oltre ad essere capo della
magistratura, assunse anche le competenze del sindaco della Comunità. La sua
presenza era richiesta in tutte le adunanze, ordinarie e straordinarie e spettava a
lui esporre l'oggetto della deliberazione3.
All'interno delle adunanze il gonfaloniere aveva "voto uguale agli altri componenti
della Magistratura", ma, qualora lo ritenesse necessario per il bene pubblico, aveva
la facoltà di ordinare la sospensione di una deliberazione magistrale, con obbligo
però di motivare la decisione ai provveditori di Soprintendenza comunitativa. Sotto
suo diretto controllo fu posta anche l'attività finanziaria. Il Regolamento stabilì
che il gonfaloniere potesse farsi rendere conto delle amministrazioni economiche di
"qualunque azienda o stabilimento comunitativo". Inoltre era fatto obbligo al
camarlingo incaricato della riscossione del dazio di presentare al gonfaloniere i
registri con le riscossioni effettuate e il cancelliere non poteva pagare nessun
mandato senza visto del gonfaloniere. Le competenze del gonfaloniere si estendevano
anche al controllo della manutenzione delle strade e, attraverso il giusdicente,
della polizia locale4. Proprio
per la centralità della sua carica, il gonfaloniere era il solo a poter
corrispondere, tanto per gli affari amministrativi che economici, con gli organi
centrali di governo e con le altre Comunità. Questa magistratura venne ad avere così
quasi una duplice natura: da un lato quella di "dirigente della esile burocrazia
comunitativa, mentre, dall'altro, diventava esso stesso una sorta di funzionario
statale fornito di taluni poteri di polizia, incaricato di corrispondere col governo
<...> e dotato di ampie facoltà
di controllo" sul Magistrato5.
Il magistrato comunitativo (gonfaloniere e
priori) si riuniva due volte l'anno per eleggere il camarlingo comunitativo,
approvare il bilancio di previsione e esaminare il conto consuntivo6.
Il Regolamento
prevedeva un'unica adunanza del consiglio magistrale nel mese di settembre,
lasciando però la facoltà al gonfaloniere di indirne di straordinarie durante
l'anno. Nel corso di questa adunanza, che si teneva in settembre, si dovevano
eleggere i Deputati al reparto della Tassa familiare, stabilire l'ammontare degli
stipendi dei magistrati comunitativi, deliberare sulla nomina di medici e chirurghi
e sugli affari relativi a strade. La Restaurazione apportò innovazioni anche al
sistema fiscale. Accanto alla conferma dell'uniformità tra contado e distretto, già
sancita dal governo francese, vennero introdotte nuove tasse: quella familiare,
quella prediale in sostituzione della tassa di redenzione e il dazio comunitativo.
La vita della comunità venne regolamentata, uniformemente alle altre comunità
del Granducato, dai regolamenti emanati tra il 1816 e il 1849. Il Regolamento del
1849 fu abrogato con decreto del 28 settembre 1853 e sostituito con un nuovo
Regolamento che, ripercorrendo le linee tracciate da quello del 1816, stabiliva
l'elezione per tratta del Consiglio comunale e dei priori, confermando per ciascun
organo le competenze loro attribuite prima del 18497. Un nuovo regolamento comunale, ancora per il funzionamento
della comunità, si ebbe con il secondo Governo provvisorio, e fu emanato il 31
dicembre 1859: tale regolamento rimase in vigore fino al momento dell'unificazione
legislativa avvenuta nel 1865, che assumeva come modello il Regolamento del
1849.
Soggetti produttori collegati:
Mairie di Castelfiorentino, Castelfiorentino
(Firenze), 1808 - 1814
(predecessore)
Complessi archivistici prodotti:
Comunità di Castelfiorentino, 1813 - 1916
(fondo, conservato in Comune di Castelfiorentino. Archivio storico, sezione preunitaria)