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Vicaria della Val di Lima

Date di esistenza: 1658 - 1808

Intestazioni: Vicaria della Val di Lima, 1308 - 1802

Contesto istituzionale:
Durante il periodo repubblicano il territorio era così suddiviso:
1) la città, i borghi ed i sobborghi;
2) le Seimiglia, cioè una zona prevalentemente pianeggiante che si espandeva, a partire dalle mura di Lucca, per un raggio di circa sei miglia e sulla quale insistevano numerose Comunità rurali;
3) oltre le Seimiglia si trovava il Contado, suddiviso in Vicarie, poi Commissarie, a loro volta composte da numerose Comunità.
Le Vicarie erano unità territoriali che, sotto il controllo del Governo centrale lucchese, svolgevano i loro compiti in larga autonomia, soprattutto nell'ambito della gestione amministrativa. Il Vicario, un delegato del potere centrale, era il diretto rappresentante dello Stato Lucchese e, fra le sue funzioni specifiche, aveva anche quella dell'amministrazione della Giustizia, compito che svolgeva direttamente, senza che le Comunità locali potessero minimamente interferire nelle sue decisioni. Al contrario, per quanto atteneva allo svolgimento delle attività amministrative, le Comunità minori, operanti all'interno del territorio vicariale, ne condizionavano, in maniera determinante, l'operato 1 .
Ogni Vicaria era composta dalla Comunità capoluogo dove, di solito, risiedeva il Vicario e dalle realtà territoriali minori, aveva proprie strutture legislative quali il Parlamento, composto dai rappresentanti delle Comunità (Sindaci), esecutive quali i Governatori, burocratiche quali gli Officiali. Tra i compiti più importanti del Vicario vi erano quelli della definizione e della esazione delle tassazioni; sua mansione era anche l'amministrazione della giustizia civile e criminale. Per quanto riguarda la documentazione vicariale si ricorda che la parte amministrativa è conservata presso l'archivio comunale, mentre il materiale relativo alla funzione giudiziaria è depositato presso l'Archivio di Stato di Lucca 2 .
Le Comunità, gestite da propri consigli e da propri organi amministrativi ed esecutivi, avevano un'autonomia piuttosto vasta anche se, a partire dal XVII secolo, furono introdotti particolari controlli, da parte del governo centrale, tramite l'Offizio sopra i Disordini delle Comunità delle Vicarie 3 .
<...> Con l'avvento napoleonico si realizzò una generale trasformazione dell'organizzazione territoriale precedente. Alcune Vicarie, in base al decreto di Elisa Baciocchi del 19 aprile 1807, divennero Mairie, mentre le piccole Comunità persero le loro prerogative di autonomia e furono declassate ed individuate con il termine di Parrocchia. A questa ultima configurazione fu assegnata, in seguito, una precisa forma strutturale, contemplandosi una gestione che non apparteneva più esclusivamente alla figura del Parroco, con l'introduzione di un Consiglio di parrocchiani che avevano compiti amministrativi.
In un quadro organizzativo così mutato anche il materiale archivistico prodotto dalle Comunità minori in epoca repubblicana fu totalmente accorpato presso i centri più importanti di ogni ex Vicaria, ove è rimasto conservato.
Nei primi anni del Governo Borbonico, la duchessa Maria Luisa emise il decreto del 26 ottobre 1818 con il quale decise la riattivazione delle Comunità minori: l'iniziativa non ebbe tuttavia molto successo in quanto non vi erano più le motivazioni culturali e politiche per la restaurazione dell'antico regime. Con la cessazione delle Mairies le Comunità maggiori mantennero il loro ruolo di centri guida, mentre le piccole realtà decentrate non acquisirono più quelle competenze e funzioni che le avevano caratterizzate dall'età medioevale alla fine del Settecento.


Storia amministrativa:
Il frammento dello statuto del Comune di Lucca del 1261 mostra come in tale periodo la città non avesse ancora esteso completamente la sua giurisdizione sulla Val di Lima e fornisce un elenco di terre che, in quanto dipendenti dallo stesso Comune, dovevano inviare propri rappresentanti alla processione di Santa Croce, portando come tributo un cero di vario peso, secondo la loro importanza 1 .
Le uniche Comunità della Val di Lima che vengono citate nel documento sono: Lucchio, Limano, Vico Pancellorum, Lugliano, Cerbaia, Controni e Montefegatesi. Gli ultimi quattro Comuni figurano tra quelli che godevano della cittadinanza lucchese 2 .
Nello statuto di Lucca del 1308, nel capitolo dedicato alla luminaria di Santa Croce dove sono elencate le Comunità soggette, con l'indicazione per ciascuna di esse del peso del cero che i loro rappresentanti dovevano portare in processione come segno di sudditanza al Comune di Lucca, risultano far parte del Vicariatus Terrarum Civium et Vallis Lime ventisei Comuni e precisamente: Controni, Lugliano, Montefegatesi, Lucchio, Limano, Vico Pancellorum, Villa Basilica, Casabasciana, Benabbio, Boveglio, Brandeglio, Casoli, Pariana, Cerbaia, Stiappa, Pontito, Crasciana, Castelvecchio, San Quirico Valleariana, Palleggio, Corsena, Medicina, Sorana, Cocciglia, Colognora e Aramo 3 . Vi sono infatti compresi anche quelli che nel capitolo concernente la nomina degli ufficiali del Comune risultano far parte della Vicaria Vallis Ariane et plebatus Ville Bassilice. Se i due capitoli, come è stato affermato, appartengono a redazioni di età diverse, si deve pensare che alcuni anni prima del 1308 questa grande circoscrizione amministrativa avesse subito una divisione in due più piccole.
"Sotto l'altra rubrica della elezione degli uffiziali, gli stessi Comuni sono divisi in due Vicarie, una col solito titolo delle Terre de' Cittadini e di Valdilima, l'altra di Valleariana e del Pievato di Villa Basilica.
In questa seconda spartizione, che senza dubbio è meno antica, alla Vicaria di Valdilima sono attribuiti soli quindici luoghi, formanti tredici Comuni, con altrettanti Potestà particolari, tre dei quali (quelli cioè di Controni, Lugliano e Casabasciana) era obbligo che fossero insigniti del grado di cavalieri. Deve però aggiungersi, che nella circoscrizione della Vicaria stessa era incluso un consortato baronale di più cittadini lucchesi, nella cui giurisdizione entravano possessi posti nel Comune di Corsena e prossimi alle terme, ed era amministrato da un Capitano con propria Curia" 4 .
La Vicaria della Val di Lima, nei documenti della prima metà del XIV secolo, viene ricordata con l'aggiunta "e delle terre dei cittadini", cioè Vicaria Vallis Lime et Terrarum Civium.
Nello statuto di Lucca del 1308, come abbiamo visto, viene citata con la dicitura Terrarum Civium et Vallis Lime, quasi che le terre dei cittadini costituissero la parte più importante di questa circoscrizione territoriale 5 .
<...> Nella riforma del 1372, la Vicaria della Val di Lima non ha più il titolo aggiunto di "Terre de' Cittadini" 6 . Non sappiamo quando fu soppressa, probabilmente fra il 1369 e il 1372, perché nel privilegio del 6 giugno 1369, nel quale l'imperatore Carlo IV di Boemia elenca i possedimenti del Comune di Lucca, la Vicaria è ancora citata come "Vicaria Vallis Lime et Terre Civium" 7 .
<...> Dopo la caduta di Paolo Guinigi, la Vicaria della Val di Lima dovette cedere all'esercito fiorentino, guidato da Francesco Sforza. Il condottiero, prima di porre l'assedio alla città di Lucca, decise di sbarrare le vie attraverso le quali i lucchesi avrebbero potuto ricevere aiuti dal duca di Milano; occupò quindi sul litorale versiliese Camaiore e Viareggio e nella parte montana le terre della Garfagnana e della Val di Lima. Nella prima rimasero ai lucchesi solo Castiglione e Coreglia, nella seconda Lucchio 8 .
<...> La Val di Lima, comunque, rimase divisa dalla giurisdizione lucchese solo per un breve periodo e quando il 27 marzo 1441 la tregua fra Firenze e Lucca venne riconfermata fu stabilito che quattro mesi dopo la conclusione della pace tra la lega antiviscontea ed il Duca di Milano, i fiorentini avrebbero restituito ai lucchesi tutte le terre ancora in loro possesso che erano appartenute a questi ultimi prima del 1428, tranne Montecarlo e Motrone 9 . Il 20 novembre 1441 Venezia e Firenze stipularono la pace con Milano: puntualmente, allo scadere del termine stabilito, la Vicaria di Val di Lima fu ceduta ai lucchesi. L'atto di consegna fu redatto il 28 marzo 1442 e da allora questo territorio rimase ininterrottamente sotto il domino lucchese fino al 1847, anno in cui il Ducato di Lucca fu annesso al Granducato di Toscana 10 .
Dallo statuto del 1308 ricaviamo che la Vicaria era divisa in sedici Comunità le quali, singolarmente, avevano la facoltà di provvedere ai propri interessi e di curarli con il concorso di tutti i capi famiglia e coincidevano con i seguenti luoghi: Montefegatesi, Lucchio, Casoli, Brandeglio, Crasciana, Corsena, Controni, Cerbaia, Lugliano, Benabbio, Vico Pancellorum, Cocciglia, Palleggio, Limano, Lignano e Casabasciana 11 .
Ognuno di loro doveva avere un potestà minore per regolare le liti che potevano generarsi fra la popolazione, ma in alcune realtà, quali Casabasciana e Brandeglio, Cocciglia e Palleggio, forse per la limitatezza del numero degli abitanti un solo potestà serviva per due Comunità. La Comunità di Controni, che era popolatissima, aveva un potestà dotato della qualifica di miles; lo stesso titolo era richiesto sia per il potestà di Lugliano che per quello di Casabasciana 12 .
Anche il vicario doveva essere un miles o essere fatto miles, prima di entrare in carica. Era affiancato da un giudice, da un cancelliere, da un camerario e da due notai che lo coadiuvavano nelle funzioni amministrative e giudiziarie. Ogni Comune sceglieva due rappresentanti che prendevano il nome di sindici e che si riunivano con il vicario per trattare gli affari riguardanti l'intero circondario: queste adunanze erano chiamate Parlamenti. Il vicario poneva annualmente la sua residenza in luoghi diversi del territorio: a Benabbio, a Casabasciana, a Controni, a Corsena.
Lo Statutum Regiminis Reipublicae Lucensis del 1446 rese ufficiale questa consuetudine stabilendo che il vicario dovesse risiedere o a Controni, o a Benabbio o dove "piacerà agli Anziani", a condizione che nei mesi da maggio a settembre fissasse la sua dimora presso i Bagni a Corsena, dato il gran numero dei visitatori richiamati dai poteri delle acque termali 13 . Nel 1685 si trasferì, definitivamente, nel piano del Bagno alla Villa, dove fu comprata il 15 febbraio dello stesso anno, a spese della Vicaria, una comoda abitazione che, ancora oggi, è la sede del Comune. L'edificio, di proprietà dell'Ospedale della Misericordia di Lucca , fu acquistato, con atto rogato da Ser Cristoforo Bernardi, al prezzo di 1400 scudi d'oro, di cui 900 in contanti e 500 in cinque rate annuali di scudi 100 ciascuna 14 .
Dagli atti civili vicariali, poi commissariali, di Val di Lima o dei Bagni di Lucca si ricava che il vicario rimaneva in carica di solito sei mesi. A scopo esemplificativo si ricorda che per il secondo semestre del 1336 era stato nominato vicario Veglio del Veglio 15 , sia per il primo che per il secondo semestre del 1337 Uberto del Veglio 16 , per il primo semestre del 1338 Veglio del Veglio, per il secondo semestre del 1338 Guglielmo Savarigi degli Antelminelli 17 , tutti appartenenti alle famiglie più in vista dello Stato lucchese. Nella seconda metà del XIV secolo il Consiglio Generale di Lucca cominciò a confermarne alcuni per più anni di seguito.
<...> Tutte le Comunità che facevano parte della Vicaria della Val di Lima godevano degli stessi diritti e degli stessi doveri, cioè concorrevano al servizio militare, pagavano le contribuzioni richieste dallo Stato e dalla Vicaria in proporzione alla popolazione, alla estensione e alla produzione del territorio. Facevano eccezione a questa disposizione generale alcuni castelli della Vicaria che erano "Comuni Composti", perché, nella loro amministrazione, usufruivano delle decisioni assunte a seguito di un atto di composizione concordato con lo Stato lucchese fino dalla metà del secolo XV, quando fu conclusa la pace con Firenze e furono restituite le terre del Contado. Come, in genere, avveniva quando lo Stato lucchese riacquistava terre cadute in mano nemica, venivano concesse alle popolazioni esenzioni fiscali per sollevarle dalle sofferenze patite in conseguenza della guerra e per rinsaldare i loro legami di fedeltà con il Comune.
<...> Alla metà del XVII secolo ogni Vicaria ebbe un Deputato o un Protettore che proveniva dalle famiglie lucchesi più potenti dello Stato; questa innovazione era dovuta ad una trasformazione istituzionale che si era verificata all'interno della Repubblica, anche a seguito della promulgazione della legge Martiniana del 1556; la nomina dei Deputati spettava al Consiglio Generale o, per sua delega, al Collegio degli Anziani. La proposta veniva sempre avanzata dall'Offizio sopra i Disordini delle Vicarie che aveva la sorveglianza e l'autorità sull'amministrazione delle Vicarie e delle Comunità della campagna. Una delle prime attività dei Deputati fu quella di riformare i registri dei debiti e dei crediti, nel tentativo di veder chiaro in situazioni spesso estremamente confuse e poco comprensibili.
<...> L'antico ordinamento della Vicaria della Val di Lima cessò con il 1802, in occasione della riforma giudiziaria. I Bagni di Lucca con la loro circoscrizione furono allora aggregati al Tribunale di Prima Istanza degli Appennini, che includeva anche la valle superiore del Serchio 18 .


Complessi archivistici prodotti:
Vicaria della Val di Lima, 1543 - 1804 (fondo, conservato in Comune di Bagni di Lucca. Archivio storico)