Intestazioni: Vicaria della Val di Lima, 1308 - 1802
Contesto istituzionale:
Durante il periodo repubblicano il territorio era così
suddiviso:
1) la città, i borghi ed i sobborghi;
2) le Seimiglia, cioè una
zona prevalentemente pianeggiante che si espandeva, a partire dalle mura di Lucca, per
un raggio di circa sei miglia e sulla quale insistevano numerose Comunità rurali;
3) oltre le Seimiglia si trovava il Contado, suddiviso in Vicarie, poi Commissarie, a
loro volta composte da numerose Comunità.
Le Vicarie erano unità territoriali che,
sotto il controllo del Governo centrale lucchese, svolgevano i loro compiti in larga
autonomia, soprattutto nell'ambito della gestione amministrativa. Il Vicario, un
delegato del potere centrale, era il diretto rappresentante dello Stato Lucchese e, fra
le sue funzioni specifiche, aveva anche quella dell'amministrazione della Giustizia,
compito che svolgeva direttamente, senza che le Comunità locali potessero minimamente
interferire nelle sue decisioni. Al contrario, per quanto atteneva allo svolgimento
delle attività amministrative, le Comunità minori, operanti all'interno del territorio
vicariale, ne condizionavano, in maniera determinante, l'operato
1
.
Ogni Vicaria
era composta dalla Comunità capoluogo dove, di solito, risiedeva il Vicario e dalle
realtà territoriali minori, aveva proprie strutture legislative quali il Parlamento,
composto dai rappresentanti delle Comunità (Sindaci), esecutive quali i Governatori,
burocratiche quali gli Officiali. Tra i compiti più importanti del Vicario vi erano
quelli della definizione e della esazione delle tassazioni; sua mansione era anche
l'amministrazione della giustizia civile e criminale. Per quanto riguarda la
documentazione vicariale si ricorda che la parte amministrativa è conservata presso
l'archivio comunale, mentre il materiale relativo alla funzione giudiziaria è depositato
presso l'Archivio di Stato di Lucca
2
.
Le Comunità, gestite da propri consigli e da propri organi
amministrativi ed esecutivi, avevano un'autonomia piuttosto vasta anche se, a partire
dal XVII secolo, furono introdotti particolari controlli, da parte del governo centrale,
tramite l'Offizio sopra i Disordini delle Comunità delle Vicarie
3
.
<...> Con
l'avvento napoleonico si realizzò una generale trasformazione dell'organizzazione
territoriale precedente. Alcune Vicarie, in base al decreto di Elisa Baciocchi del 19
aprile 1807, divennero Mairie, mentre le piccole Comunità persero le loro prerogative di
autonomia e furono declassate ed individuate con il termine di Parrocchia. A questa
ultima configurazione fu assegnata, in seguito, una precisa forma strutturale,
contemplandosi una gestione che non apparteneva più esclusivamente alla figura del
Parroco, con l'introduzione di un Consiglio di parrocchiani che avevano compiti
amministrativi.
In un quadro organizzativo così mutato anche il materiale
archivistico prodotto dalle Comunità minori in epoca repubblicana fu totalmente
accorpato presso i centri più importanti di ogni ex Vicaria, ove è rimasto
conservato.
Nei primi anni del Governo Borbonico, la duchessa Maria Luisa emise il
decreto del 26 ottobre 1818 con il quale decise la riattivazione delle Comunità minori:
l'iniziativa non ebbe tuttavia molto successo in quanto non vi erano più le motivazioni
culturali e politiche per la restaurazione dell'antico regime. Con la cessazione delle
Mairies le Comunità maggiori mantennero il loro ruolo di centri guida, mentre le piccole
realtà decentrate non acquisirono più quelle competenze e funzioni che le avevano
caratterizzate dall'età medioevale alla fine del
Settecento.
Storia amministrativa:
Il frammento dello statuto del Comune di Lucca del 1261 mostra come in
tale periodo la città non avesse ancora esteso completamente la sua giurisdizione sulla
Val di Lima e fornisce un elenco di terre che, in quanto dipendenti dallo stesso Comune,
dovevano inviare propri rappresentanti alla processione di Santa Croce, portando come
tributo un cero di vario peso, secondo la loro importanza
1
.
Le uniche Comunità
della Val di Lima che vengono citate nel documento sono: Lucchio, Limano, Vico
Pancellorum, Lugliano, Cerbaia, Controni e Montefegatesi. Gli ultimi quattro Comuni
figurano tra quelli che godevano della cittadinanza lucchese
2
.
Nello statuto di Lucca del 1308, nel capitolo dedicato alla
luminaria di Santa Croce dove sono elencate le Comunità soggette, con l'indicazione per
ciascuna di esse del peso del cero che i loro rappresentanti dovevano portare in
processione come segno di sudditanza al Comune di Lucca, risultano far parte del
Vicariatus Terrarum Civium et Vallis Lime ventisei Comuni e precisamente: Controni,
Lugliano, Montefegatesi, Lucchio, Limano, Vico Pancellorum, Villa Basilica,
Casabasciana, Benabbio, Boveglio, Brandeglio, Casoli, Pariana, Cerbaia, Stiappa,
Pontito, Crasciana, Castelvecchio, San Quirico Valleariana, Palleggio, Corsena,
Medicina, Sorana, Cocciglia, Colognora e Aramo
3
. Vi sono infatti compresi anche
quelli che nel capitolo concernente la nomina degli ufficiali del Comune risultano far
parte della Vicaria Vallis Ariane et plebatus Ville Bassilice. Se i due capitoli, come è
stato affermato, appartengono a redazioni di età diverse, si deve pensare che alcuni
anni prima del 1308 questa grande circoscrizione amministrativa avesse subito una
divisione in due più piccole.
"Sotto l'altra rubrica della elezione degli
uffiziali, gli stessi Comuni sono divisi in due Vicarie, una col solito titolo delle
Terre de' Cittadini e di Valdilima, l'altra di Valleariana e del Pievato di Villa
Basilica.
In questa seconda spartizione, che senza dubbio è meno antica, alla
Vicaria di Valdilima sono attribuiti soli quindici luoghi, formanti tredici Comuni, con
altrettanti Potestà particolari, tre dei quali (quelli cioè di Controni, Lugliano e
Casabasciana) era obbligo che fossero insigniti del grado di cavalieri. Deve però
aggiungersi, che nella circoscrizione della Vicaria stessa era incluso un consortato
baronale di più cittadini lucchesi, nella cui giurisdizione entravano possessi posti nel
Comune di Corsena e prossimi alle terme, ed era amministrato da un Capitano con propria
Curia"
4
.
La Vicaria della Val di Lima, nei
documenti della prima metà del XIV secolo, viene ricordata con l'aggiunta "e delle terre
dei cittadini", cioè Vicaria Vallis Lime et Terrarum Civium.
Nello statuto di Lucca
del 1308, come abbiamo visto, viene citata con la dicitura Terrarum Civium et Vallis
Lime, quasi che le terre dei cittadini costituissero la parte più importante di questa
circoscrizione territoriale
5
.
<...> Nella riforma del 1372, la Vicaria
della Val di Lima non ha più il titolo aggiunto di "Terre de' Cittadini"
6
. Non sappiamo quando fu soppressa,
probabilmente fra il 1369 e il 1372, perché nel privilegio del 6 giugno 1369, nel quale
l'imperatore Carlo IV di Boemia elenca i possedimenti del Comune di Lucca, la Vicaria è
ancora citata come "Vicaria Vallis Lime et Terre Civium"
7
.
<...> Dopo la caduta di Paolo Guinigi,
la Vicaria della Val di Lima dovette cedere all'esercito fiorentino, guidato da
Francesco Sforza. Il condottiero, prima di porre l'assedio alla città di Lucca, decise
di sbarrare le vie attraverso le quali i lucchesi avrebbero potuto ricevere aiuti dal
duca di Milano; occupò quindi sul litorale versiliese Camaiore e Viareggio e nella parte
montana le terre della Garfagnana e della Val di Lima. Nella prima rimasero ai lucchesi
solo Castiglione e Coreglia, nella seconda Lucchio
8
.
<...> La Val di Lima, comunque, rimase
divisa dalla giurisdizione lucchese solo per un breve periodo e quando il 27 marzo 1441
la tregua fra Firenze e Lucca venne riconfermata fu stabilito che quattro mesi dopo la
conclusione della pace tra la lega antiviscontea ed il Duca di Milano, i fiorentini
avrebbero restituito ai lucchesi tutte le terre ancora in loro possesso che erano
appartenute a questi ultimi prima del 1428, tranne Montecarlo e Motrone
9
. Il 20 novembre 1441 Venezia e Firenze stipularono
la pace con Milano: puntualmente, allo scadere del termine stabilito, la Vicaria di Val
di Lima fu ceduta ai lucchesi. L'atto di consegna fu redatto il 28 marzo 1442 e da
allora questo territorio rimase ininterrottamente sotto il domino lucchese fino al 1847,
anno in cui il Ducato di Lucca fu annesso al Granducato di Toscana
10
.
Dallo statuto del 1308 ricaviamo
che la Vicaria era divisa in sedici Comunità le quali, singolarmente, avevano la facoltà
di provvedere ai propri interessi e di curarli con il concorso di tutti i capi famiglia
e coincidevano con i seguenti luoghi: Montefegatesi, Lucchio, Casoli, Brandeglio,
Crasciana, Corsena, Controni, Cerbaia, Lugliano, Benabbio, Vico Pancellorum, Cocciglia,
Palleggio, Limano, Lignano e Casabasciana
11
.
Ognuno di loro doveva avere
un potestà minore per regolare le liti che potevano generarsi fra la popolazione, ma in
alcune realtà, quali Casabasciana e Brandeglio, Cocciglia e Palleggio, forse per la
limitatezza del numero degli abitanti un solo potestà serviva per due Comunità. La
Comunità di Controni, che era popolatissima, aveva un potestà dotato della qualifica di
miles; lo stesso titolo era richiesto sia per il potestà di Lugliano che per quello di
Casabasciana
12
.
Anche il vicario doveva essere un miles o essere fatto miles, prima di
entrare in carica. Era affiancato da un giudice, da un cancelliere, da un camerario e da
due notai che lo coadiuvavano nelle funzioni amministrative e giudiziarie. Ogni Comune
sceglieva due rappresentanti che prendevano il nome di sindici e che si riunivano con il
vicario per trattare gli affari riguardanti l'intero circondario: queste adunanze erano
chiamate Parlamenti. Il vicario poneva annualmente la sua residenza in luoghi diversi
del territorio: a Benabbio, a Casabasciana, a Controni, a Corsena.
Lo Statutum
Regiminis Reipublicae Lucensis del 1446 rese ufficiale questa consuetudine stabilendo
che il vicario dovesse risiedere o a Controni, o a Benabbio o dove "piacerà agli
Anziani", a condizione che nei mesi da maggio a settembre fissasse la sua dimora presso
i Bagni a Corsena, dato il gran numero dei visitatori richiamati dai poteri delle acque
termali
13
. Nel 1685 si trasferì, definitivamente, nel piano del Bagno alla
Villa, dove fu comprata il 15 febbraio dello stesso anno, a spese della Vicaria, una
comoda abitazione che, ancora oggi, è la sede del Comune. L'edificio, di proprietà
dell'Ospedale della Misericordia di Lucca , fu acquistato, con atto rogato da Ser
Cristoforo Bernardi, al prezzo di 1400 scudi d'oro, di cui 900 in contanti e 500 in
cinque rate annuali di scudi 100 ciascuna
14
.
Dagli atti civili vicariali, poi
commissariali, di Val di Lima o dei Bagni di Lucca si ricava che il vicario rimaneva in
carica di solito sei mesi. A scopo esemplificativo si ricorda che per il secondo
semestre del 1336 era stato nominato vicario Veglio del Veglio
15
, sia per il primo che per il secondo semestre del 1337
Uberto del Veglio
16
, per il primo semestre del
1338 Veglio del Veglio, per il secondo semestre del 1338 Guglielmo Savarigi degli
Antelminelli
17
, tutti appartenenti alle famiglie più in vista dello
Stato lucchese. Nella seconda metà del XIV secolo il Consiglio Generale di Lucca
cominciò a confermarne alcuni per più anni di seguito.
<...> Tutte le Comunità che facevano
parte della Vicaria della Val di Lima godevano degli stessi diritti e degli stessi
doveri, cioè concorrevano al servizio militare, pagavano le contribuzioni richieste
dallo Stato e dalla Vicaria in proporzione alla popolazione, alla estensione e alla
produzione del territorio. Facevano eccezione a questa disposizione generale alcuni
castelli della Vicaria che erano "Comuni Composti", perché, nella loro amministrazione,
usufruivano delle decisioni assunte a seguito di un atto di composizione concordato con
lo Stato lucchese fino dalla metà del secolo XV, quando fu conclusa la pace con Firenze
e furono restituite le terre del Contado. Come, in genere, avveniva quando lo Stato
lucchese riacquistava terre cadute in mano nemica, venivano concesse alle popolazioni
esenzioni fiscali per sollevarle dalle sofferenze patite in conseguenza della guerra e
per rinsaldare i loro legami di fedeltà con il Comune.
<...> Alla metà del XVII secolo ogni Vicaria
ebbe un Deputato o un Protettore che proveniva dalle famiglie lucchesi più potenti dello
Stato; questa innovazione era dovuta ad una trasformazione istituzionale che si era
verificata all'interno della Repubblica, anche a seguito della promulgazione della legge
Martiniana del 1556; la nomina dei Deputati spettava al Consiglio Generale o, per sua
delega, al Collegio degli Anziani. La proposta veniva sempre avanzata dall'Offizio sopra
i Disordini delle Vicarie che aveva la sorveglianza e l'autorità sull'amministrazione
delle Vicarie e delle Comunità della campagna. Una delle prime attività dei Deputati fu
quella di riformare i registri dei debiti e dei crediti, nel tentativo di veder chiaro
in situazioni spesso estremamente confuse e poco comprensibili.
<...> L'antico ordinamento della Vicaria della
Val di Lima cessò con il 1802, in occasione della riforma giudiziaria. I Bagni di Lucca
con la loro circoscrizione furono allora aggregati al Tribunale di Prima Istanza degli
Appennini, che includeva anche la valle superiore del Serchio
18
.
Complessi archivistici prodotti:
Vicaria della Val di Lima, 1543 -
1804
(fondo, conservato in Comune di Bagni di Lucca. Archivio storico)