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Comunità di Scarperia

Sede: Scarperia (Firenze)

Date di esistenza: 1306 - 1808

Intestazioni: Comunità di Scarperia, Scarperia (Firenze), 1306 - 1808

Storia amministrativa:
Scarperia fu fondata nel 1306 con il nome di Castel San Barnaba e fu una delle "terre nuove" edificate dalla Repubblica Fiorentina tra il 1299 ed il 1350 allo scopo di presidiare le zone del suo dominio più recentemente sottratte al potere feudale 1 . Questa circostanza rese necessaria fin dall'inizio la presenza "in loco" di un rappresentante del governo, allo scopo di sorvegliare i lavori di costruzione e la distribuzione delle case ai nuovi abitanti, fatti affluire dai paesi vicini con la promessa di benefici fiscali; pertanto contestualmente alla decisione di edificare Scarperia, fu stabilito di inviarvi messer Matteo di Neri da Gubbio, uno degli ufficiali forestieri componenti la corte del capitano del popolo allora in carica 2 . Un documento del 17 gennaio 1307/8, di poco posteriore alla Provvisione del 1306, che segna l'atto di nascita di Scarperia, ci mostra tuttavia già la presenza nella nuova terra di un ufficiale fiorentino, Bernardo Bordoni, con il titolo di "generalis capitaneus castri Santi Barnabe de Mucello, pro comuni Florentie deputatus", impegnato a pronunziarie sentenze ed a comunicare multe, alla testa di una piccola corte 3 . Si trattava con ogni probabilità di uno dei capitani delle leghe del contado che proprio in questo periodo erano state istituite e rese operative 4 <...>. Nel 1376, in seguito ad una ristrutturazione territoriale del dominio fiorentino, alle leghe furono in molti casi sovrapposte le podesterie, il territorio di ognuna delle quali era costituito da una o più leghe; il territorio della podesteria di Scarperia ricalcò quello della lega preesistente, con la sola aggiunta, peraltro temporanea, del comune di S. Piero a Sieve 5 . Al vertice della podesteria c'era un podestà con funzioni analoghe a quelle del capitano della lega, cui si era sostituito; esso veniva eletto a Firenze, tra tutti i cittadini abili agli uffici maggiori con il sistema delle tratte e portava con sé nella sede assegnatagli un seguito di notai, guardie e cavalli, che costituivano la sua "famiglia" e la cui consistenza variava da luogo a luogo. La famiglia del podestà di Scarperia era formata alla fine del '300 da un notaio, tre fanti ed un cavallo, essendo tale podesteria compresa tra quelle di secondo grado "mediocri" 6 ; in seguito verrà retrocessa al terzo grado, ma il numero dei fanti al seguito del podestà verrà aumentato di due, avendo quest'ultimo ereditato, dapprima temporaneamente, poi in modo definitivo, le funzioni del castellano; sembra infatti che il castellano di Scarperia non sia stato più eletto dopo il 23 marzo 1405 7 , segno della definitiva perdita d'importanza militare di questo centro. Le estrazioni dei podestà di Scarperia si susseguono ogni sei mesi fino al 1424, anno in cui, con deliberazione del 16 novembre, fu stabilito che ogni autorità e potere già spettanti a questo magistrato fossero assunti dal vicario del Mugello 8 e pertanto il podestà di Scarperia sparisce per sempre dall'"organico" degli uffici estrinseci del comune di Firenze. Gli organismi di cui finora si è parlato (capitano della lega, castellano, podestà) sono accomunati dal fatto di non aver lasciato tracce documentarie nell'archivio locale; le notizie, peraltro assai sommarie, che ne abbiamo date sono state rintracciate in documenti statali, soprattutto nelle liste per le elezioni predisposte dal notaio delle Tratte e in alcune lettere ed ordini loro inviate dalla Signoria e da altri organi del governo centrale. <...> Con la soppressione della podesteria di Scarperia, avvenuta, com'è noto, nel 1424, il vicario del Mugello acquistò una duplice giurisdizione: quella civile sul territorio della podesteria di Scarperia, cui in seguito si aggiunse quella di Tagliaferro, quella penale sulle stesse e su quelle di Barberino (Mangona), Borgo San Lorenzo, Vicchio, Dicomano (Belforte), Campi, Signa, Carmignano, Sesto, Fiesole e Calenzano. <...> La mancata elezione del podestà di Scarperia a partire dal 1424 non comportò la scomparsa della podesteria come circoscrizione amministrativa e giudiziaria, ma segnò piuttosto il cumulo delle due cariche nella persona del vicario pro-tempore: prova ne sia il fatto che gli Statuti di podesteria, redatti nel 1423, alla vigilia della suddetta riforma, continuarono a rimanere in vigore e ad essere aggiornati fino al '700. Tali Statuti prevedevano per la podesteria un'organizzazione del tutto simile, pur se in scala più ridotta, a quella già descritta per il vicariato. L'organismo fondamentale era il consiglio di podesteria, la cui composizione è data dalla somma degli organismi rappresentativi delle componenti territoriali della podesteria stessa: un gonfaloniere e due consiglieri per scarperia, un pennoniere e due consiglieri ciascuno per i due pivieri di Fagna e Sant'Agata 9 . Anche per la podesteria gli statuti prevedevano un camarlingo ed un cancelliere; quest'ultimo si identificava con quello del vicariato. Altri organismi previsti degli Statuti erano invece peculiari della podesteria e derivavano dalla sua natura di circoscrizione giudiziaria civile: i castaldoni, che sorvegliavano i pesi e le misure sul mercato, i campai, deputati alla sorveglianza delle coltivazioni, allo scopo di prevenire i "danni dati", i terminatori, competenti a dirimenre le controversie in materia di confini, gli stimatori pubblici, con il compito di stimare gli oggetti dati in pegno o confiscati, il depositario dei pegni, che custodiva e teneva inventario degli oggetti suddetti. Ogni popolo compreso nella podesteria aveva il proprio rettore, eletto, almeno nei tempi più antichi, dai capifamiglia del popolo stesso, ed incaricato di varie e delicate funzioni, tra cui la ripartizione del contingente d'imposta assegnato al popolo tra le varie famiglie e la denuncia alla corte del vicario dei reati commessi nel territorio del popolo; per tali funzioni gli veniva corrisposto un compenso 10 . L'organizzazione interna della podesteria di Scarperia, quale appare negli Statuti del 1423, conserva ancora tracce di democrazia diretta. Oltre all'elezione dei rettori dei popoli, tali tracce si riscontrano anche nella procedura di preparazione delle liste elettorali: tale compito rimaneva infatti affidato, oltre che al consiglio di podesteria uscente, a quindici arroti scelti da tutti i capi famiglia "allibati" nella podesteria 11 . Tali tracce spariscono nella redazione statutaria successiva, dove una riforma del 1580 modifica radicalmente tale procedura 12 . Gli anni attorno al 1570 videro anche un'accentuazione del controllo del centro sulle amministrazioni locali, soprattutto attraverso l'istituzione dei cancellieri "fermi", non più soggetti cioè a cambiare ogni sei mesi, ma nominati dai "Nove Conservatori del Dominio" per un periodo di alcuni anni. Il cancelliere residente a Scarperia esercitava le sue molteplici e complesse funzioni per il vicariato e la podesteria di Scarperia, le podesterie di Tagliaferro e Barberino, nonchè sui luoghi pii esistenti nel territorio di esse 13 . Egli finì quindi per sottrarre al vicario molte delle competenze amministrative prima esercitate da lui direttamente o attraverso il suo "cavaliere" 14 . Con l'istituzione della cancelleria comunitativa Scarperia divenne quindi capoluogo di una nuova circoscrizione intermedia, quanto al territorio, tra podesteria e vicariato, ma, a differenza di questi, a carattere puramente amministrativo. Con la riforma municipale attuata da Pietro Leopoldo vennero abrogati gli Statuti locali e ridotta all'unità la grande varietà di magistrature e consigli che da essi traevano la propria ragion d'essere. Le funzioni amministrativa che erano state della podesteria furono ereditate dalla comunità che le espletava attraverso il Magistrato Comunitativo ed il Consiglio Generale; profonde innovazioni furono apportate da questa riforma anche nella ripartizione ed esazione delle imposte 15 . L'istituzione in Toscana del Regno d'Etruria, avvenuta nel 1801, non comportò innovazioni di rilievo nel campo delle amministrazioni locali, come del resto non ne aveva comportate in quello giurisdizionale; profondi cambiamenti comportò invece, anche in questo campo, l'annessione della Toscana all'impero francese. Nel 1808 Scarperia divenne sede di una mairie, dipendente dalla Prefettura dell'Arno, che prese il posto della comunità leopoldina.