Sede: Montopoli (Pisa)
Date di esistenza: 1776 - 1865Intestazioni: Comunità di Montopoli, Montopoli (Pisa), 1776 - 1865
Storia amministrativa:
(Da SIUSA - Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche):
Anticamente sottoposto alla giurisdizione dei vescovi di Lucca, poi possesso dei
della Gherardesca e di Uguccione della Faggiola, nel 1349 il castello di Montopoli
si assoggettò spontaneamente alla repubblica fiorentina. Divenne sede di podesteria,
con competenze dapprima sia civili sia criminali, poi sottoposta per il criminale
all'Esecutore di Giustizia di Firenze, quindi al vicariato di San Miniato.
Nel
1776 fu creata la comunità di Montopoli, comprendente il popolo dei SS. Stefano e
Giovanni. Gli statuti e le leggi comunali nonché tutte le magistrature locali di
epoca precedente vennero di fatto aboliti. Il governo della nuova comunità, eletto
per sorteggio fra i possidenti locali, era costituito dal Magistrato composto da un
Gonfaloniere e da alcuni priori ed in carica per un anno. Il Magistrato, affiancato
da un consigliere per ciascun popolo della comunità, andava a formare il Consiglio
Generale. Il vecchio sistema fiscale venne riformato e razionalizzato: tutte le
imposizioni vennero abolite ed al loro posto venne istituita la "tassa di
redenzione". Si trattava di un'unica tassa annuale fissa assegnata a ciascuna da
versarsi in tre rate alla Cassa della Camera delle Comunità. Se non fosse riuscita a
pagare la tassa di redenzione, la comunità era autorizzata a distribuire un'imposta
sui possidenti, chiamata "dazio". Di tutte le questioni finanziarie si occupava un
camarlingo o depositario, estratto dalle borse approntate per il magistrato ed in
carica da uno ad un massimo di tre anni consecutivi. Un altro importante ufficio, da
porsi all'incanto, era quello di "provveditore di strade e fabbriche" di durata
triennale. La Comunità venne soppressa nel 1808 con l'annessione della Toscana
all'Impero francese.
Con l'annessione all'Impero francese nel 1808 il
territorio toscano venne diviso nei tre dipartimenti dell'Arno, dell'Ombrone e del
Mediterraneo, ognuno retto da un prefetto. I dipartimenti furono a loro volta divisi
in circondari (retti da un sottoprefetto) che comprendevano varie mairies, eredi
delle soppresse comunità. A capo di ogni mairie era un maire, eletto direttamente
per decreto imperiale nei comuni con oltre 5000 abitanti e per decisione del
prefetto in tutti gli altri. Il maire, coadiuvato da alcuni "aggiunti", impersonava
un potere governativo dai caratteri marcatamente accentrati ed autoritari, svolgendo
un ampio ventaglio di funzioni politiche, finanziarie ed amministrative che andavano
dal controllo delle entrate comunali all'iniziativa dei lavori pubblici, dalle
registrazioni dello stato civile alle operazioni di arruolamento comunale. ad esso
era sottoposto un Consiglio comunale, che si riuniva una volta all'anno, il 15
maggio, per un periodo non superiore ai quindici giorni, soprattutto per discutere
il rendiconto finanziario.
La mairie di Montopoli era inserita nel circondario
di Livorno, nella prefettura del Mediterraneo e dipendente dalla Giudicatura di Pace
di San Miniato.
Nonostante le mairies fossero state soppresse il 17 giugno
1814, le istituzioni comunitative precedenti l'occupazione francese ripresero a
funzionare solo nel settembre del 1816. Gli uffici restaurati trassero comunque
esperienza dalla passata amministrazione, sia riguardo all'accentramento del governo
comunitativo, che in materia di previsione finanziaria. All'interno del Magistrato
si verificò infatti un forte rafforzamento del potere del Gonfaloniere, nominato da
sovrano all'interno di una rosa di nomi scrutinati, su consiglio del Soprintendente
della Camera di Sovrintendenza Comunitativa, e in carica per tre anni. Al
Gonfaloniere vennero attribuite funzioni di controllo su di un ampio ventaglio di
affari comunitativi, che andavano dall'amministrazione del fisco, dall'ordine
pubblico all'assetto del territorio. Al Magistrato spettavano l'elezione del
camarlingo, in carica per tre anni, e l'approvazione del bilancio di previsione e
dei conti consuntivi. Il Consiglio, in carica per un anno, si riuniva di regola una
sola volta, nel mese di settembre, assieme al Magistrato per eleggere i deputati
incaricati della ripartizione della tassa di famiglia e gli impiegati della comunità
e per deliberare sull'eventuale apertura di nuove strade.
Un nuovo regolamento
comunale fu emanato nel 1849, successivamente alla fuga a Gaeta del Granduca e
all'instaurazione di un governo provvisorio. Tale regolamento introduceva nella
legislazione comunale elementi maggiormente progressisti: era previsto che i
componenti del Consiglio generale fossero eletti dai maggiori contribuenti della
Comunità: i Consiglieri, a loro volta, avrebbero poi eletto i membri del Magistrato
comunitativo, con la proporzione di un priore ogni quattro consiglieri. I
cambiamenti non riguardarono, tuttavia, soltanto i criteri di selezione degli
incaricati della gestione della cosa pubblica. Anche le competenze degli organi
furono radicalmente trasformate: rovesciando la precedente gerarchia fra i due
organi, al Magistrato veniva ora affidata la sola esecuzione delle deliberazioni del
Consiglio generale, al quale erano riconosciute maggiori competenze rispetto al
regolamento del 1816. Il ritorno del Granduca avrebbe portato, nel 1853, alla
soppressione di questo regolamento, sostituito con un nuovo corpo normativo molto
più restrittivo, che ben rifletteva il clima della seconda restaurazione conosciuta
dal Granducato di Toscana. Soltanto nel 1859, dopo la definitiva fuga del Granduca,
il nuovo governo provvisorio avrebbe emanato un nuovo regolamento, molto simile a
quello del 1849, destinato a restare in vigore fino all'elaborazione delle leggi
amministrative del Regno d'Italia nel 1865, fra cui figurava la prima legge comunale
e provinciale dello Stato unitario del 20 marzo 1865 che soppresse definitivamente
le comunità.
Complessi archivistici prodotti:
Comunità di Montopoli, 1360 - 1862
(serie, conservato in Comune di San Miniato. Archivio storico)