Livello: serie
Estremi cronologici: 1722 - 1809Consistenza: 143 unità
La produzione e la distribuzione del sale furono sottoposti, fin
dall'antichità, al monopolio e allo stretto controllo da parte degli stati. Essi ne
regolarono ad arte il prezzo per farvi rientrare una consistente quota di imposta,
procedendo poi a distribuire forzatamente il prodotto secondo le necessità presunte.
Anche nel granducato mediceo vigeva il sistema della distribuzione controllata; una
legge generale del sale, promulgata il 2 dicembre del 1701
1
, riassumeva e dava organicità a tutti i provvedimenti
precedenti
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. Ad ogni comunità
era assegnato un certo contingente prefissato di sale, calcolato in base al numero
di bocche e di animali da frutto e da cacio, che il cancelliere era incaricato di
dedurre dalle portate compilate dagli abitanti e di trascrivere su appositi
quaderni. Un ufficiale locale appositamente eletto, il salaiolo, si incaricava di
ritirare presso la Gabella del Sale le quantità assegnate, di accantonarle nei
depositi comunali (le canove), e di distribuirle poi fra gli abitanti, defalcando le
eventuali quote dovute ad assenze, decessi ecc. Le "levate" del sale e i pagamenti
relativi venivano poi trascritti su un apposito dazzaiolo. Tutte queste operazioni,
in conseguenza delle nuove istruzioni del 1779, furono strettamente controllate dal
cancelliere. Ma nel 1788, grazie ad un'ulteriore riforma, l'acquisto del sale fu
liberalizzato, fermo restando il regime di monopolio statale nella vendita.
I
registri relativi alla tassa del sale dei comuni della cancelleria di San Marcello
(quaderni di portate di bocche e bestie da cacio, di distribuzione, dei defalchi e
delle levate del sale), abbastanza numerosi per i decenni a cavallo della metà del
secolo XVIII, erano raccolti in due buste antiche e due buste moderne. I titoli
delle prime, rispettivamente Quaderni di distribuzione
del sale fino al 1773 per Mammiano, Lancisa, Lizzano e Spignana
e Reparti della tassa del sale
1763-1788, presentavano imprecisioni nella datazione; quelli
delle seconde mostravano notevoli caratteri di genericità nella descrizione del
contenuto.