Atti civili del podestà, poi del pretore

Livello: serie

Estremi cronologici: 1815 - 1865

Consistenza: 97 unità

Allorchè il regolamento del 27 giugno 1814 ripristinò la legislazione dell'ancien regime, in materia giudiziaria, i podestà ripresero le loro vecchie competenze, pur con qualche limitazione ¹ . I nuovi podestà, durando in carica più anni, al termine dal loro mandato, raggrupparono i documenti prodotti in grosse filze, distinguendo spesso fra "filze di atti civili", contenenti la verbalizzazione delle istruttorie, degli interrogatori, dei dibattimenti; "Filze di lettere sussidiarie", comprendenti la corrispondenza ufficiale di corredo alle cause discusse e "Filze di quaderni" di diversa natura e fine. Tali quaderni o registri riportano per lo più in modo sintetico gli ordini esecutivi emanati dal tribunale podestarile. Si tratta in particolare dei registri dei decreti di autorizzazione di donne, dei giornali di udienza ² , dei registri dei decreti di assicurazioni di doti, dei registri delle cartelle di incanti di immobili, dei registri delle disdette coloniche, dei registri dei precetti, sequestri, intimazioni e comandamenti in merito al pubblico e al privato ³ , dei giornaletti dei cursori, dei registri dei decreti pettorali ⁴ , dei registri di accuse del danno dato, dei registri copialettere.
La circolare 6 novembre 1829 rivoluzionò il modo di tenere gli atti nei tribunali periferici, disponendo che: "Gli atti civili giudiziari debbono classarsi e conservarsi non già per ordine di data, ma per processi, causa per causa; dovendosi riunire in ciascun processo ogni specie di scrittura e di atto della causa respettiva <...>. Non avranno più luogo ne detti tribunali il protocollo degli incanti, il registro dei mondualdi, nè quelli delle donazioni, delle emancipazioni, delle assicurazioni delle doti e delle repudie delle eredità, nè le filze delle deliberazioni pettorali scritte in minuta dal giudice, nè la filza delle sentenze originali, nè la filza di lettere missive e responsive, anche sussidiarie" ⁵ .
Si ritorna a filze omogenee per contenuto, con la documentazione completa degli atti di ogni singolo processo. La conservazione degli atti civili rimase immutata anche dopo la riforma giudiziaria del 1838 e la successiva istituzione del tribunale pretorile.