Livello: serie
Estremi cronologici: 1767 - 1801Consistenza: 19 unità
La chiesa di Ponte Buggianese, centro di aggregazione attorno al quale si coagulò il villaggio omonimo in corrispondenza di un importante attraversamento della Pescia, risulta già in funzione a partire dal 1575. In quell'anno essa serviva una popolazione di circa duecento anime, dipendeva dalla cura di Buggiano ed era officiata da un cappellano a spese della locale Compagnia di San Giuseppe. Ai primi del XVII secolo in essa iniziarono a celebrarsi i primi matrimoni ed ebbe il fonte battesimale nel 1635. Nel 1686 contava già oltre tremila anime, che salirono a cinquemila nel 1782. In quell'anno il governo lorenese decretò erogazione di aiuti finanziari a chi avesse inteso trasformare le abitazioni precarie del piano in case in muratura. Il decreto governativo segnò il deciso crescere economico e demografico del villaggio, che non si arrestò fino ad oggi. La decima parrocchiale era un'imposizione gestita direttamente dai parroci. Essa colpiva le rendite sia dei beni immobili che di altra derivazione e, aggiunta alla rendita costituita dai livelli corrisposti a fronte della concessione a terzi dei beni patrimoniali della parrocchia, doveva servire per il sostentamento dei sacerdoti. In epoca lorenese, la decima venne abolita per le parrocchie dotate di una rendita annua superiore a 80 scudi e sostituita con la corresponsione di una congrua. Per le parrocchie con minori entrate, e limitatamente alla differenza intercorrente fra queste ultime e la somma di 80 scudi annui, la decima si continuò a corrispondere a carico dei parrocchiani ma la competenza sulla formazione dei dazzaioli e la riscossione del tributo vennero attribuite rispettivamente ai cancellieri comunitativi e ai camarlinghi generali. Le rendite livellarie, invece, continuarono ad essere riscosse direttamente dai parroci nella loro qualità ai concedenti dei beni allivellati. La decima parrocchiale venne definitivamente abolita nel 1803.
La serie comprende tre registri di descrizioni di beni, sulla scorta dei quali si determinava l'ammontare del patrimonio imponibile, e i dazzaioli della riscossione dal 1783 al 1801.