Livello: serie
Estremi cronologici: 17[4]4 - sec. XIX in.Consistenza: 2 unità
Nell'introduzione alle serie dell'archivio dei cancellieri si accenna alla costituzione, nel quadro della politica di riforma dello Stato e di accentramento delle sue funzioni voluta dal granduca Cosimo I, del magistrato dei Nove conservatori alla cui sorveglianza vennero affidate, a partire dal 1561, anche le opere pie laicali, le confraternite, gli spedali etc. Così nell'archivio del cancelliere confluì anche tutta la documentazione prodotta da tali enti e ivi rimasero sino all'unità d'Italia. Fra il 1860 e il 1865, nel quadro del conflitto fra Chiesa e Stato unitario, tale materiale documentario venne considerato di natura ecclesiastica e pertanto se ne ordinò la restituzione alla Chiesa cattolica. Tale operazione, innaturale e priva di ogni fondamento dal punto di vista logico prima che archivistico, comportò lo smembramento e in molti casi la dispersione di fondi archivistici di estremo interesse e, soprattutto, intimamente collegati alla vita quotidiana delle comunità che ospitavano gli enti produttori, i quali venivano, a ragione, sentiti come parte del patrimonio storico di ciascuna di esse. Nel caso di Buggiano quasi tutta la documentazione delle opere pie è rimasta custodita presso l'archivio comunale, dato che queste istituzioni, in questo caso, ebbero anche rilevanti competenze di ordine istituzionale, comparabili, per altre aree dello Stato fiorentino, a quelle spettanti ai comunelli di podesteria. Per una discussione più approfondita sull'argomento si fa rinvio all'introduzione al presente inventario. Soltanto la documentazione delle opere posteriore all'Unità italiana fu raccolta e custodita presso gli archivi delle parrocchie di competenza e si trovano ora custodite presso la Curia vescovile di Pescia, nel fondo Archivi storici parrocchiali.