Livello: fondo
Estremi cronologici: 1658 - 1808Consistenza: 85 unità
Il Granduca Pietro Leopoldo emanò, nel periodo compreso fra il 1774 e il 1778,
regolamenti generali, uno per ciascuna delle "parti" in cui si divideva ab antiquo
il granducato di Toscana, con norme che variavano a seconda delle rispettive
situazioni particolari1.
Con il provvedimento del 17 giugno 17762 venne costituito, in applicazione del "Regolamento
generale per le comunità del territorio pisano"3 dello stesso giorno, il nuovo assetto
territoriale della Comunità della Gherardesca: oltre ai "territori di Bolgari, o sia
Bolgheri, di Castagneto e di Donoratico concessi in feudo a termini del Motuproprio
dei 17 aprile 1775" furono incorporati "i popoli, o sieno Parrocchie cioè San
Lorenzo Martire a Castagneto, Sant'Iacopo e Cristofano a Bolgheri, San Bernardo a
Castiglioncello"4.
La nuova comunità doveva essere governata da un
Magistrato composto da un Gonfaloniere e da due Priori, e da un Consiglio generale
costituito dai 3 Magistrati e da 6 consiglieri. Veniva così ad essere modificato il
numero dei componenti il Consiglio che fino ad allora era composto di 11 membri:
veniva anche abolito l'ufficio di grasciere, di viaio, dei due sindaci al Camarlingo
e dei due sindaci al Giusdicente.
I componenti la Magistratura e il Consiglio
venivano eletti con il procedimento dell'imborsazione.
Nella borsa del
Magistrato erano inclusi i nomi di tutti i possidenti locali che erano iscritti
nell'estimo della comunità per almeno "soldi otto di massa minore, o siano scudi
centonovantadue di massa maggiore". Per la scelta dei consiglieri era prevista una
borsa con i nominativi di tutti i capi famiglia che non raggiungevano la massa
d'estimo richiesta per essere "imborsati" per il magistrato.
Le borse dovevano
essere conservate "serrate a due chiavi" in un luogo stabilito dal Magistrato
comunitativo: di queste una doveva essere tenuta dal Cancelliere, l'altra dal
Gonfaloniere.
Nel regolamento veniva consentito a causa delle particolari
circostanze locali, "la troppo scarsa popolazione ed i pochi possessori di beni
stabili", di non rispettare "il divieto dal risiedere tanto nei Magistrati, quanto
nei Consigli Generali per chi vi avesse risieduto"; venivano, inoltre, esentati
anche dall'obbligo di usare "l'abito Magistrale" e nel caso in cui il Consiglio
avesse deciso di adottarlo, l'abito doveva essere "in forma di Lucco con la
distinzione che quello del Gonfaloniere debba essere di color rosso, e quello degli
altri residenti di color nero".
Nell'ambito del riassetto territoriale e
amministrativo venne introdotta, accanto alle preesistenti imposizioni, una tassa
gravante sui beni immobili, detta "dazio dei possidenti". Inoltre, poiché
nell'estimo "vegliante" di Castagneto non erano descritti tutti i beni "stabili e i
terreni", veniva ordinato al Magistrato del Gonfaloniere e Priori della nuova
comunità di aggiornare l'estimo e al Cancelliere comunitativo residente a Campiglia,
di controllarne l'adempimento e di renderne conto al Provveditorato dell'uffìzio dei
Fossi di Pisa.
Le nuove comunità istituite nel contado pisano e comprese nella
Cancelleria di Campiglia erano tenute a pagare la "tassa di redenzione"; per la
Comunità della Gherardesca la somma fu fissata in "scudi centoquindici".
Questa
tassa sostituì ogni altra imposta che "con titolo di testatico, o altro simile, o
equivalente fosse stato fino ad allora imposta e riscossa tanto sulle teste di
possidenti beni stabili per piccole quantità in luogo di Estimo, quanto sulle teste
dei non possidenti" e veniva "assolta per mezzo di reparto uniforme e
proporzionalmente uguale sulla rispettiva massa di estimo dei possidenti beni
stabili".
Il nome dei contribuenti, e dei debitori in genere, era annotato,
assieme alle indicazioni necessario per il compito delle quote dovute, sui
"dazzaioli", "libretto legato in buona forma", utilizzati per la riscossione dal
Camarlingo. Il Camarlingo, che era il responsabile della gestione economica, doveva
versare l'imposta alla cassa dell'ufficio dei Fossi di Pisa.
Soggetti produttori:
Comunità della Gherardesca, Castagneto Carducci
(Livorno), 1658 - 1808