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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Aiuto residente della Cancelleria di Lari (1815 - 1826) poi Cancelleria di Rosignano (1827 - 1865)

Livello: fondo

Estremi cronologici: 1815 - 1865

Consistenza: 174 unità

La Restaurazione delle magistrature ed uffici granducali, avvenuta nel 1814, comportò anche il ripristino delle cancellerie comunitative 1 e dei loro archivi. Rosignano tuttavia mantenne presso di sé il proprio patrimonio documentario grazie all'istituzione di un ufficio di aiuto-residenza e il 28 settembre 1815 il magistrato comunitativo incaricava Giuseppe Tozzi ad eseguire la separazione dei fogli e libri esistenti nella cancelleria di Lari ed appartenenti a questa comunità committendo al loro Aiuto Residente di sorvegliare tale operazione. Con medesimo partito, in previsione dell'aumento delle carte dell'archivio, venne incaricato Giovanni Bombardieri di ritrovare un locale per l'alloggio del nuovo aiuto residente e per lo stabilimento dell'archivio 2 fu scelta quella del cavaliere e conte Mastiani Brunacci, in via San Martino, composta da tredici stanze per l'annua pigione di scudi cinquanta 3 . Il 20 marzo 1816 il libraio Luigi Landini veniva incaricato di sistemare l'archivio, di classare i libri e le filze ... formando di tutto un esatto inventario 4 . L'aiuto residente Giovanni Gugliantini, il 18 dicembre 1819 riceveva, dalla cancelleria di Lari, anche tutto il materiale documentario relativo alle comunità servite dall'aiuto cancelliere di Rosignano, a sua volta corredato da un inventario 5 . In questa occasione la comunità ritornava inoltre in possesso anche delle proprie filze di atti civili, spedite al tribunale di prima istanza di Livorno durante il periodo francese 6 . Da un inventario 7 , senza data ma aggiornato fino al 1824, si rileva come i documenti fossero stati suddivisi, a seconda della loro riservatezza, rispettivamente nei locali della cancelleria e nella stanza adibita ad archivio; tale suddivisione nasceva anche dall'uso più o meno frequente di tali documenti, creando così una sorta di distinzione tra archivio corrente ed archivio di deposito. Nella stanza della cancelleria venivano conservate, ad esempio, le raccolte delle leggi, le istruzioni per i cancellieri e le filze degli affari comunitativi 8 , mentre nella seconda si depositavano le sentenze del danno dato, gli atti civili, i criminali ed i dazzaioli antichi.
Nel gennaio 1825 fu stipulato con il Mastiani Brunacci un nuovo contratto per mantenere in uso i locali dell'aiuto residenza: oltre all'aumento del canone annuo d'affitto, si stabilivano i doveri di entrambe le parti per una buona conservazione dell'immobile. La residenza era composta da un piano primo, da adibire agli uffici, un secondo ad abitazione per l'aiuto residente e la sua famiglia, ed un terzo lasciato come soffitta 9 . Quest'ultimo, in realtà, organizzato in cinque stanze, costituì, a partire dal 1827, la nuova sede dell'archivio per la conservazione dei documenti delle otto comunità soggette alla nuova cancelleria di Rosignano. Di seguito venne anche predisposto un nuovo inventario che fu approvato con partito magistrale del 14 novembre 1829 e che per ogni comunità enumerava e suddivideva i documenti identificandone l'esatta ubicazione 10 .
La cura con la quale il magistrato comunitativo si era adoperato per l'allestimento di una sede idonea per la cancelleria e l'archivio non produsse evidentemente gli effetti sperati; nell'ispezione triennale agli archivi effettuata dal Provveditore della Camera di Soprintendenza Comunitativa del Compartimento Pisano, il 24 aprile 1831, tra le molte inadempienze fu rilevato l'eccessivo disordine e confusione in cui versavano i locali dell'archivio ed il mancato ritiro dei dazzaioli dai camarlinghi uscenti 11 . La comunità riuscì a sanare a breve termine tutte le irregolarità riscontrate ad eccezione del riordino dell'archivio: per questo chiese alla Camera di Soprintendenza l'aiuto di un collaboratore temporaneo, concesso a partire dal mese di luglio. Tra l'altro, a seguito dell'ispezione del 1831, il 26 agosto la comunità delibero di istituire un posto di archivista 12 .
Il lavoro di riordino risultò tuttavia essere molto lungo per il numero straordinario delle otto comunità e per questo non venne completato nei tempi stabiliti; si convenne di classificare tutto il materiale nelle seguenti categorie: Imposizioni, Contabilità, Amministrazione, Estimo vecchio, Nuovo catasto, Livelli e censi ed altre rendite, Atti della cessata Mairia, filze di Atti Civili e Criminali. Tutta la documentazione fu collocata in tanti scaffali quante erano le comunità. Nella stanza del cancelliere trovarono posto i documenti relativi all'amministrazione corrente e le raccolte delle leggi; in quella dell'aiuto cancelliere invece tutto ciò che riguardava i cancellieri precedenti, lo stato civile, le domande di volture e l'arruolamento militare. La stanza dell'archivio vero e proprio era riservato per le filze di atti civili e criminali. Si ricorda che nel 1833 si aggiunsero al patrimonio documentario della cancelleria di Rosignano anche gli atti civili e criminali delle comunità di Orciano, Castellina e Riparbella già sotto la giurisdizione dei tribunali di Chianni e di Lari, annesse da quell'anno al tribunale di Rosignano 13 . Il lavoro di riordino fu completato nel dicembre del 1835 e l'inventario, a firma del cancelliere Carlo Tavanti, risultò essere completo ed esaustivo 14 .
Un successivo intervento di riordino risale al 1859, quando la comunità di Rosignano, nell'adunanza magistrale del 12 luglio 1859, deliberò di rimontare e riordinare il proprio archivio: tale intervento, economicamente ripartito tra le comunità della cancelleria, prevedeva il ritiro dei documenti dal tribunale di Rosignano, dalla cancelleria di Lari e dall'Ufficio di Fiumi e Fossi, la loro ricollocazione fisica nei locali dell'archivio di Rosignano e l'aggiornamento dell'inventario del 1836 15 .
Infine nell'adunanza magistrale del 23 maggio 1865, la comunità di Rosignano discusse la richiesta, avanzata dal consiglio generale della comunità di Pisa, di versare i documenti più antichi, o almeno gli atti civili dell'archivio, nel costituendo Archivio di Stato; con voto unanime venne deliberato di non aderire a tale richiesta per essere tali documenti troppo necessari agli interessi della comunità 16 .
Con l'Unita d'Italia e la soppressione delle cancellerie comunitative 17 i complessi documentari che si erano accumulati presso queste ultime furono smembrati con diverse destinazioni: tutta la documentazione catastale, della quale gli archivi si erano arricchiti a seguito dell'istituzione del nuovo catasto particellare nel 1834, fu depositata nelle nuove Agenzie delle Imposte Dirette dello stato unitario 18 , mentre a seguito del R.D. del 1° settembre 1870, tutti gli atti giudiziari fino ad allora conservati negli archivi delle cancellerie vennero inviati presso la sede di pretura territorialmente competente.
Se la ricerca ha fin qui consentito di seguire, attraverso precise testimonianze documentarie, il lungo ed articolato processo di formazione dell'archivio della cancelleria di Rosignano, non altrettanto può dirsi per il processo di smembramento di quest'ultimo. In questa fase dello studio non siamo infatti in grado di ricostruire i momenti e le modalità della consegna delle carte loro spettanti alle comunità di Castellina Marittima, Bibbona, Riparbella, Montescudaio, Casale e Guardistallo: l'unica eccezione è costituita dalla comunità di Orciano che, il 10 gennaio 1866, richiese al Sindaco di Rosignano di consegnare, nelle mani di Luigi Bientinesi, i documenti a lei spettanti 19 . Mentre per la documentazione catastale si ricorda che essa e attualmente conservata presso l'Archivio di Stato di Livorno 20 , non è rimasta traccia, come si e segnalato sopra dei documenti del tribunale di Rosignano.
Per quanto riguarda le vicende postunitarie dell'archivio si segnala che non sono emersi interventi di riordino nel periodo che va dal 1860 al 1969, anno in cui fu redatto dall'archivista Piero Frediani, responsabile dell'Ufficio Demografico, un inventario dei documenti allora conservati nell'archivio storico, censiti a seconda della loro tipologia.
Dopo circa trent'anni, si è sentita la necessità di sottoporre ad un nuovo riordino il patrimonio documentario per valorizzarne le potenzialità. i criteri adottati nel presente lavoro hanno voluto sottolineare non solo le caratteristiche delle singole unità documentarie già identificate nell'inventario del 1969, quanto piuttosto evidenziare gli aspetti di deposito documentario dell'attività di uffici e magistrature che si sono succedute nell'amministrazione di questo territorio; deposito che consente oggi di ricostruire storia, vicende ed aspetti della vita di quanti hanno fatto parte di questa comunità.