Sede: Popiglio (Pistoia)
Date di esistenza: sec. XIII - 1775Intestazioni: Comune di Popiglio, Popiglio (Pistoia), sec. XIII - 1775
Storia amministrativa:
Di origine romana (fondato probabilmente intorno al III-II sec. a.
C.), Popiglio ha avuto una storia parallela, o meglio coincidente, con quella di
Piteglio, prima soggetto al vescovado pistoiese e poi vassallo dei conti Guidi di
Modigliana
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. Sorto nella
zona dove attualmente sono conservati i resti delle "Torri di Popiglio", luogo elevato e
quindi privilegiato per la difesa e il controllo del territorio
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, fu solo con il secolo XI e in seguito alle guerre che insanguinarono
la Montagna nei secoli successivi, che iniziò il suo insediamento nel luogo che noi oggi
conosciamo. La prima testimonianza della dipendenza da Pistoia è attestata dal Liber
focorum e dal Liber finìum
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. Da queste fonti risulta che
Popiglio era compreso, con Piteglio e San Marcello, nella circoscrizione di porta S.
Andrea e, con i suoi 192 "fuochi" tutti popolani, era il comune con il maggior numero di
abitanti della Montagna, primato che continuò a mantenere anche nei secoli successivi.
Il suo territorio si estendeva verso lo stato lucchese, confinando con Lucchio e Vico e,
verso Pistoia, con Piteglio. Nel 1330, mentre infuriava la guerra che opponeva le
famiglie magnatizie pistoiesi ai Tedici, alleati dei figli di Castruccio Castracani,
Popiglio fu occupato dalle truppe nemiche di Pistoia. Il capitano della Montagna,
insediatosi per la prima volta proprio in quell'anno, portò l'attacco contro il castello
di Popiglio e i nemici di Pistoia che furono definitivamente sconfitti. Popiglio fu
distrutto e per la sua ristrutturazione il comune di Pistoia deliberò l'invio di
muratori e falegnami
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. Popiglio entrò, come tutti i comuni della Montagna, nella sfera di
influenza del Capitanato fin dal 1366, pur mantenendo la propria autonomia. Dagli
statuti rinnovati nel dicembre 1599
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, sappiamo che il
comune era retto da un vicario, carica della durata semestrale, coadiuvato da 24
consiglieri
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. Per poter essere imborsato
nella borsa dei consiglieri, carica annuale, bisognava avere compiuto i 24 anni di età.
L'estrazione avveniva il 25 aprile di ogni anno e non potevano essere eletti membri
appartenenti ad una stessa famiglia. Se ciò accadeva si doveva nominare solo il primo
estratto, mentre la polizza con l'altro nominativo veniva accantonata per essere poi
inserita nella borsa ad estrazione ultimata. Chi veniva estratto aveva l'obbligo di
accettare, pena l'esclusione per dieci anni dalla borsa e quindi dalla possibilità di
una nuova estrazione. Perché le sedute del consiglio fossero considerate valide,
dovevano almeno partecipare 15 consiglieri, mentre per respingere o accettare una
deliberazione era necessario ottenere i due terzi dei voti. Gli statuti prevedevano
anche un camarlingo generale, al quale si affiancava nei periodi di carestia quello
responsabile della distribuzione dei viveri alle famiglie bisognose, gli stimatori dei
beni e il cancelliere. Quest'ultimo scomparve dopo la riforma del 1646, che vide
l'istituzione di un unico cancelliere per la Montagna, con sede in San Marcello. Con la
riforma leopoldina dell'aprile del 1775, Popiglio entrò a far parte della Comunità della
Montagna, perdendo la propria autonomia. Nel 1808, dopo l'annessione della Toscana
all'impero francese e l'istituzione delle mairie, Popiglio sembrò riacquistare un certo
prestigio. Negli anni dal 1809 al 1811 fu infatti sede di maìrieS che, distaccandosi
dall'ex Comune di San Marcello, comprendeva nel suo territorio Piteglio, Calamecca,
Lanciole e Crespole. Nell'agosto del 1811 però, in seguito alle ripetute proteste
avanzate dai residenti negli altri comunelli, Popiglio dovette cedere il posto di guida
a Piteglio. Da allora ebbe inizio il declino di questo comune che, pur continuando a
mantenere il primato tra i comuni montani per quanto riguardava il numero degli
abitanti, finì per scomparire inglobato prima nella mairie, poi nella comunità della
Montagna e quindi nel comune di Piteglio. Nell'archivio di Piteglio si conservano i
registri delle deliberazioni, la documentazione relativa al soccorso dei viveri, i
dazzaioli della tassa del sale e del dazio dei possidenti e i saldi dei camarlinghi
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; sono invece conservati nell'archivio di San Marcello i registri
relativi alla distribuzione dei viveri (1676; 1760-1762) e l'inventario dei documenti
trasferiti a Popiglio nel 1809. Vi si conservano inoltre documenti appartenenti alle
compagnie soppresse del Nome di Gesù, del Rosario, del SS. Sacramento e dell'Opera di
Santa Maria Assunta (sec. XVIII)
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.
Soggetti produttori collegati:
Comunità della Montagna di Pistoia, San Marcello
Pistoiese (Pistoia), 1775 - 1808
(successore)
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Popiglio poi Comunità della Montagna, 1459 -
1808
(fondo, conservato in Comune di Piteglio. Archivio storico)