piazza XXIV Maggio, Convento delle Clarisse
58024 - Massa Marittima
(Grosseto)
Fax: 0566.902052
Email: prestito.biblio@comune.massamarittima.gr.it; biblioteca@comune.massamarittima.gr.it
Sito web: http://www.comune.massamarittima.gr.it/biblioteca-e-archivio-storico/
Note storiche:
Nel panorama degli archivi storici comunali della provincia di Grosseto, quello di Massa
Marittima si presenta come una realtà estremamente interessante per la ricchezza della
sua documentazione, frutto di una peculiare situazione in cui l'attività plurisecolare
delle istituzioni comunali che hanno prodotto la documentazione si è intrecciata con la
presenza di un importante ufficio quale la cancelleria comunitativa, che ne ha favorito
la conservazione e la trasmissione.
Nell'Archivio storico di Massa Marittima è
conservata la documentazione prodotta dalle istituzioni comunali a partire dalla seconda
metà del '300, cioè in piena dominazione senese, fino agli anni '50 del Novecento. In
realtà, fino agli ultimi decenni del '700 l'archivio della Cancelleria di Massa
Marittima conservava un interessante e vasto fondo diplomatico composto da circa 1200
cartapecore dall'VIII al XVI secolo, che oggi si trovano presso l'Archivio di Stato di
Siena dove sono collocate in due fondi distinti: Riformagioni Massa e Città di Massa. Lo
spostamento di queste cartapecore avvenne per disposizione granducale nella seconda metà
del '700: la maggior parte venne trasferita a Siena nell'Archivio delle Riformagioni e
una parte più esigua a Firenze nell'Archivio Diplomatico istituito nel 1778 da Pietro
Leopoldo. In seguito anche questa parte venne portarta a Siena.
Il Pizzetti venne incaricato
nel dicembre 1779 di esaminare la documentazione di Massa per ricercare ciò che potesse
essere utile agli interessi del Granducato, di compilare un dettagliato catalogo dei
documenti in cartapecora e delle altre carte esistenti nella cancelleria di Massa e di
riordinare le carte in modo da renderle sempre reperibili. Il canonico intervenne
condizionando fortemente l'archivio al quale dette la struttura che ancora oggi
conserva. Nello spazio di cinque mesi eseguì lo spoglio delle cartapecore e delle altre
carte e organizzò lo spostamento sopra accennato delle cartapecore in parte a Siena e in
parte a Firenze. Pur privilegiando, secondo le tendenze dell'epoca, alcune parti
dell'archivio piuttosto che altre ritenute "di poco momento", non operò fortunatamente
veri e propri spurghi, ma semplici accantonamenti di carte. Al termine del lavoro era
riuscito inoltre a raccogliere un ampio repertorio di notizie sul problema della
confinazione su cui redasse la sua relazione per il granduca dal titolo "Fatto istorico
con documenti comprovanti le ragioni della Real Corona di Toscana sopra lo Stato di
Piombino in particolare sopra le tenute di Valli, Montione, Porto Baratto, S. Lorenzo,
Casallunga, Volta Grecana e Gualdicciolo."
Il riordinamento attuale, effettuato
negli anni '90 del Novecento dall'archivista Simonetta Soldatini su incarico del Comune
di Massa Marittima, segue la periodizzazione generalmente acquisita che distingue le
carte prodotte prima dell'Unità d'Italia, che formano dunque l'archivio preunitario, da
quelle prodotte dopo il 1865, data della legge sull'unificazione amministrativa, che
formano l'archivio postunitario.
Nell'archivio preunitario sono state individuate
otto sezioni suddivise in tre periodi storico istituzionali:
Antichi regimi, che si collega
istituzionalmente alla dominazione senese e all'età medicea e lorenese: qui si trovano
le sezioni Comunità di Massa (1365-1808); Comunità aggregate (XV sec.-1804); Cancelleria
(1513-1808);
Periodo francese,
dove sono collocate le carte della Mairie cioè la municipalità francese
(1808-1814);
Restaurazione, dove
troviamo la sezione relativa alla Comunità di Massa dal 1814 al 1865 e la Cancelleria
dal 1814 al 1865. Segue poi la sezione della Comunità di Monterotondo (1427-1815) a cui
è stata data una collocazione a parte rispetto alle Comunità aggregate (ciò a causa
dell'intenso alternarsi di vicende che hanno determinato più volte legami e distacchi di
questa dalla Comunità di Massa). Infine ultima sezione quella dell'Ingegnere del
Circondario (1826-1850).
Pur essendo privo della documentazione del periodo repubblicano, l'Archivio di Massa
Marittima presenta ancora un patrimonio documentario estremamente articolato e complesso
che è il riflesso della condizione peculiare che Massa ha vissuto nel suo passato. Le
vicende sono note: Massa costruì la propria potenza sulla rovina finanziaria del Vescovo
feudatario, riuscendo ad affrancarsi nel 1225. Negli anni della sua espansione
territoriale numerosi castelli dei dintorni entrarono a fare parte del suo distretto.
Nell'industria mineraria risiedeva senza dubbio la fonte della sua potenza e prosperità
economica. Per oltre un secolo Massa riuscì a conservare la propria autonomia, fino a
che Siena in piena espansione riuscì ad acquistare sulla città un controllo politico e
militare attraverso i capitoli di sottomissione conclusi il 5 ottobre 1335. Da qui la
costruzione del Cassero nella parte alta della città e la scelta obbligatoria di un
cittadino senese come Podestà. Alla fine del '300 (1399) alla luce di gravi tensioni
vennero stipulati nuovi capitoli di sottomissione, mentre la strategia del controllo si
accentuava: il Podestà veniva nominato direttamente da Siena insieme ad un cancelliere
per esercitare l'ufficio delle riformagioni.
Malgrado questo controllo, Massa
conservò una certa autonomia amministrativa e le proprie istituzioni. Fonti estremamente
preziose per capire l'articolazione delle istituzioni sono gli statuti comunali. Tra
questi la redazione più ricca e originale è il Constitutum Comunis et Populi civitatis
Massae redatto tra il 1299 e il 1328 contenente la legislazione mineraria alla IV
distinzione. Denominato dal Pizzetti "Statuto grosso", questo statuto insieme ad una
filza di frammenti di norme statutarie fu trasportato a Firenze nel 1841 da Antonio
Fani, regio antiquario incaricato dal granduca di riordinare gli archivi dell'ex stato
di Piombino. Nel 2008 il Comune di Massa Marittima ha potuto ottenere dall'Archivio di
Stato di Firenze, dove oggi è conservato, l'autorizzazione a realizzarne una copia
digitale, consultabile in DVD presso la Biblioteca comunale di Massa Marittima.
All'interno di questa copia dello statuto, e dunque anche nel DVD, è presente il
cosidetto "Codice minerario" ovvero gli Ordinamenta super
artem fossarum rameriae ed argenteriae.
Lo statuto più antico
conservato nell'Archivio storico di Massa è dei primi del '400 ed è coevo a quello
che si trova a Siena nel fondo Statuti dello Stato, molto più completo non avendo
subito le mutilazioni di quello conservato a Massa. L'altra redazione statutaria
presente in Archivio è quella del 1746 trascritta in due volumi dal Cancelliere
Martinelli.
Gli statuti introducono alle magistrature comunali a cui la
documentazione archivistica afferisce: il Podestà, alto magistrato con compiti
giurisdizionali ed esecutivi, gli organi preposti all'amministrazione della Comunità
quali espressioni originali della Comunità stessa cioè i Priori o Laudabile officio,
il Consiglio generale e infine le Magistrature inferiori.
Il passaggio dello
Stato di Siena nel Granducato mediceo avvenuto nel 1559 con la pace di Cateau
Cambresis portò pochi significativi cambiamenti istituzionali nella struttura della
Comunità di Massa. Soprattutto il periodo mediceo portò ad una posizione di rilievo
la figura del Cancelliere Comunitativo che acquistò, per conto del Magistrato dei
Quattro Conservatori di Siena, un maggiore compito di controllo sull'amministrazione
e sulla gestione dei beni delle Comunità e degli enti di assistenza, beneficenza e
culto.
Nel 1737 si estinse la dinastia medicea, la Maremma afflitta da secoli
di sfruttamento si trovava in uno stato di abbandono e spopolamento. Alcune
iniziative per risollevare questa terra furono prese durante la Reggenza di
Francesco Stefano di Lorena, ma si trattò di tentativi destinati a fallire.
Il
grande periodo delle riforme si aprì per questo territorio con l'età leopoldina. Il
Motuproprio granducale del 10 novembre 1765 staccava la Maremma dal territorio
senese formando due province: Superiore Senese e Inferiore Senese. La nuova
Provincia aveva un Governatore rappresentante del Granduca in Grosseto e un organo
collegiale: l'Ufficio dei Fossi e delle Coltivazioni che assumeva i poteri
esercitati fino a quel momento dalla Magistratura dei 4 Conservatori, dai Regolatori
e dalla Rota. Nel 1766 il territorio venne diviso in 8 Podesterie tra cui Massa. Nel
1780 Massa ottenne la libera amministrazione delle proprie entrate ed uscite
svincolandosi dal controllo dell'Ufficio dei Fossi. Nel 1783 con il nuovo
regolamento della Provincia Inferiore, Massa venne definita, insieme alle altre
diciassette, Nuova Comunità e assunse una conformazione territoriale comprendente
Monterotondo, Prata e Tatti, che fino a quel momento avevano goduto una propria
autonomia. Da qui derivò l'immissione nell'archivio della Cancelleria di Massa delle
carte di Monterotondo, Prata e Tatti che ancora oggi conserva. Vennero abolite le
vecchie magistrature comunitative e vennero istituiti un nuovo Magistrato composto
da un Gonfaloniere e 4 Priori e un nuovo Consiglio Generale composto dai 5 del
Magistrato e dieci Consiglieri. Le elezioni venivano fatte mediante tratta annuale
da tre borse di possidenti (la riforma comunitativa leopoldina introdusse un nuovo
criterio di rappresentanza per cui solo i possidenti potevano assumere la
responsabilità dell'amministrazione locale). La riforma leopoldina razionalizzò
anche l'assetto delle Cancellerie che divennero circoscrizioni più ampie comprensive
di più comunità. Massa ebbe la competenza anche su Roccastrada e Gavorrano e ospitò
un grande archivio di concentrazione. Nel 1808 la Toscana divenne una provincia
dell'Impero Napoleonico. La legislazione francese ispirata ad un modello di stato
più accentrato introdusse una organizzazione istituzionale di tipo gerarchico. Il
territorio venne suddiviso in tre Dipartimenti di Prefettura (dell'Arno,
dell'Ombrone e del Mediterraneo), in circondari di sottoprefettura e in municipalità
dette Mairies.
La Mairie di Massa, compresa nel Dipartimento dell'Ombrone con
sede a Siena e nella Sottoprefettura di Grosseto, era amministrata da un Maire,
coadiuvato da alcuni aggiunti e da un consiglio municipale privo di potere
decisionale.
Nel 1814 con la caduta del regime napoleonico venne ricostituito
il Granducato di Toscana e Ferdinando III di Lorena tornò al potere restaurando il
sistema amministrativo vigente prima del 1808. A partire dagli anni '30 dell'800,
con il governo di Leopoldo II iniziò una fase di rinascita del territorio di Massa
Marittima all'interno di un vero programma di politica territoriale che riguardò
tutta la Maremma. In esso, oltre le opere di bonifica e il potenziamento delle vie
di comunicazione, lo sviluppo dell'industria mineraria nel territorio di Massa e il
rafforzamento dell'industria del ferro a Valpiana e Follonica, costituirono aspetti
altamente significativi.
La sezione separata, relativa all'archivio
preunitario, si chiude con la nascita del nuovo organismo comunale dello Stato
italiano unitario sancita dalla legge sull'unificazione amministrativa del Regno
d'Italia del 22 marzo 1865.
L'archivio postunitario è stato strutturato in
serie aperte per permettere un continuo aggiornamento con la documentazione più che
quarantennale proveniente dall'archivio di deposito. Da segnalare la presenza della
sezione delle carte del PNF e del CLN.
Per concludere, un accenno agli archivi
aggregati che nell'archivio storico di Massa costituiscono un nucleo abbastanza
cospicuo:
Memorie di Case Pie (1410-1910); Opera di S. Cerbone (1515-1910);
Opera di S. Agostino (1385-1875); Spedale di S. Andrea (1623-1781); Pia Eredità
Moncini (1764-1964);
Asilo Giardino d'Infanzia "Giovanni Falusi" (1880-1959);
Congregazione di Carità ((1894-1915); Ente Comunale di Assistenza (1939-1977);
Giudice Conciliatore (1873-1897); Partito Nazionale Fascista (1924-1944); Comitato
di Liberazione Nazionale (1944-1946).
Informazioni e orari:
L'inventario dell'Archivio storico è stato pubblicato dal Comune di Massa Marittima nel
1996 a cura di Simonetta Soldatini (Edizioni Il Leccio) ed è reperibile presso la
Biblioteca comunale.
Per consultare il materiale conservato nell'Archivio è
necessario inviare alla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana il
modulo di richiesta e consegnare l'autorizzazione alla Biblioteca comunale.
Complessi archivistici conservati:
Comunità di Massa Marittima, 1365 -
1808
(fondo)
Memorie di case pie. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1385 -
1910
(fondo)
Comunità di Monterotondo, 1427 -
1814
(fondo)
Cancelleria comunitativa di Massa Marittima, 1513 -
1808
(fondo)
Memorie storico-letterarie. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, sec.
XVIII
(fondo)
Raccolta di bollettini e leggi. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1733 -
1916
(fondo)
Pia eredità Moncini. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1764 -
1964
(fondo)
Cancelleria comunitativa. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1800 -
1865
(fondo)
Mairie di Massa Marittima, 1808 -
1814
(fondo)
Comunità di Massa Marittima, 1814 -
1865
(fondo)
Ingegnere del circondario. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1826 -
1850
(fondo)
Archivio postunitario. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1865 -
1950
(fondo)
Giudice conciliatore. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1873 -
1898
(fondo)
Asilo giardino d'infanzia "Giovanni Falusi". Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1880 -
1959
(fondo)
Congregazione di carità. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1894 -
1915
(fondo)
Partito nazionale fascista. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1924 -
1944
(fondo)
Comitato di liberazione nazionale. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1925 -
1946
(fondo)
Ente comunale di assistenza. Archivio storico del Comune di Massa Marittima, 1944 -
1977
(fondo)