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Tipologia: inventario analitico
a cura di Lucia Cecchi
patrocinio: Provincia di Pistoia, Comune di Larciano
Pubblicazione: Serravalle Pistoiese, GF Press, 2011
Descrizione fisica: pp. 180, ill. [5] b/n, cm. 24
Contenuti:
L'inventario dell'archivio storico comunale di Larciano è molto più di un indispendabile documento archivistico, è l'evidenza della storia della nostra comunità. Grazie alla proficua collaborazione fra enti pubblici si è potuto donare alla comunità larcianese la sintesi della propria memoria, elemento indispensabile per la tutela e la valorizzazione delle vicende che hanno caratterizzato nascita e sviluppo di questa operosa comunità.
In un momento in cui gli eventi si succedono con una velocità e frequenza tale da lasciare scarsissime tracce nella memoria collettiva, quest'opera intende rimarcare l'importanza della storia per la comprensione del presente e, auspicabilmente, per la lettura del futuro.
Tanto più le comunità locali sono investite da globalizzazione e massificazione tanto più si rende necessario riscoprire, rimarcare e valorizzare memoria ed identità locale, elemento necessario ed indispensabile per la sopravvivenza di una comunità.
In questo contesto l'inventario dell'archivio storico comunale di Larciano rappresenta un tassello fondamentale per la rappresentazione e la valorizzazione della nostra storia. Per questo rivolgo il mio sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo importante documento che spero possa rappresentare solo una prima tappa di un più lungo percorso di valorizzazione e tutela.
Antonio Pappalardo Sindaco del Comune di Larciano
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La Comunità di Larciano troverà in queste pagine il cuore pulsante delle proprie complesse vicende storiche, che rilette attraverso i documenti ufficiali raccontano di un territorio spesso segnato da divisioni, al crocevia di interessi commerciali e militari contrapposti, un territorio che ha dovuto a lungo impegnarsi per veder riconosciuta la propria autonomia.
L'Amministrazione Provinciale, proseguendo e rilanciando il proprio impegno per la valorizzazione degli archivi storici del territorio, porge con orgoglio questa nuova opera ai propri cittadini, nella speranza che essa possa essere utile strumento di conoscenza e di rilettura del nostro territorio, non solo per chi si occupa per professione dell'indagine storica e storiografica, ma anche per tutti coloro che, studenti o semplici appassionati, desiderano conoscere meglio il proprio contesto.
A questo progetto, che è il risultato di uno sforzo corale, nato in seno al Piano Integrato della Cultura, hanno partecipato il Comune di Larciano, la Regione Toscana, la Soprintendenza Archivistica per la Toscana e la Fondazione Banche di Pistoia e Vignole, che ringrazio per i propri contributi.
Un ringraziamento speciale va alla curatrice del volume, dott.ssa Lucia Cecchi, che ha ricostruito con grande attenzione e perizia la documentazione.
Chiara Innocenti Assessore alla Cultura della Provincia di Pistoia
La collaborazione tra l'Amministrazione Provinciale di Pistoia, la Soprintendenza Archivistica per la Toscana e le Amministrazione comunali della provincia di Pistoia risale ad oltre venticinque anni ed è stata sempre attiva e proficua. Un aspetto fondamentale di tale collaborazione è la pubblicazione degli inventari, strumenti di corredo all'archivio che costituiscono il momento finale di un lavoro, spesso lungo e comunque sempre impegnativo, che consiste in diverse operazioni: prima ricognizione, analisi puntuale e schedatura del materiale documentario presente in archivio, individuazione dei fondi e delle serie cui esso appartiene, apposizione di un cartellino identificativo su ciascuna unità documentaria, sua collocazione fisica nel corretto ordine all'interno della serie stessa. A queste operazioni fanno da corollario la stesura delle introduzioni, tese ad illustrare in modo esauriente il quadro storico e normativo in cui i documenti si sono venuti costituendo, e la predisposizione del testo per la stampa.
L'inventario dell'archivio storico comunale di Larciano è un'ulteriore prova, ultima solo in ordine di tempo, della collaborazione e dell'impegnativo lavoro di cui si è detto sopra, assai importante perché consente di disporre uno dei tasselli che ancora mancavano per completare la conoscenza delle vicende che si sono susseguite sul variegato territorio pistoiese. Pur se l'ordinamento che oggi proponiamo è stato fortemente condizionato da un precedente lavoro da cui non si è potuto prescindere, possiamo comunque ritenerci soddisfatti del risultato ottenuto; ciascun inventario infatti -ed il nostro non fa eccezione-, descrivendo scrupolosamente il contenuto di un archivio, è il punto di partenza per la sua conoscenza, lo strumento principe che permette agli studiosi, oltre ad avere dettagliate informazioni storiche ed istituzionali, di effettuare la prima individuazione dei documenti che desiderano consultare.
La predisposizione dell'inventario è inoltre condizione indispensabile ed irrinunciabile per la tutela e costituisce il trampolino di lancio per la valorizzazione delle fonti documentarie secondo percorsi che le Amministrazioni comunali in questi ultimi anni hanno sempre più spesso portato avanti. Noi auspichiamo che anche il Comune di Larciano voglia intraprendere tali percorsi, considerando questa pubblicazione solo una tappa di un processo destinato a continuare e a rendere partecipe il maggior numero possibile di persone della ricchezza e della varietà di informazioni contenute nelle carte che costituiscono l'archivio storico.
Gabriela Todros Soprintendenza archivistica per la Toscana
L'attuale Comune di Larciano è stato istituito nel 18971, scorporando dal territorio comunale di Lamporecchio la zona che dal lato sud-ovest del Montalbano arriva fino al padule di Fucecchio.
Si tratta di un Comune "sparso", che raggruppa le località di San Rocco, Larciano Castello, Cecina e Castelmartini, insediamenti molto differenti sia per caratteristiche orografiche che per origine2. Si va infatti dalla zona palustre a quella collinare, fino alla pedemontana. Cecina è da mettere in relazione con il nome gentilizio etrusco Koiknas, Larciano invece è l'antica Villa Lartiana, di origine latina. Ambedue le località in epoca medievale furono proprietà dei Conti Guidi, che il 29 novembre 12263 le vendettero per 6.000 lire pisane a Pistoia, insieme a Casi e Colecchio. Pistoia infatti, in piena fase di espansione economica e politica, aveva bisogno per i propri traffici di una nuova via sicura che la congiungesse con il mare e non fosse controllata dagli avversari lucchesi e la trovò attraverso il Montalbano e con l'accesso al padule di Fucecchio, che permetteva di raggiungere facilmente l'Arno e quindi Pisa e il Tirreno.
Fu a questo scopo che i Pistoiesi acquistarono i due insediamenti e rafforzarono le strutture difensive di Larciano costruendo la rocca4. La fortificazione di Cecina verrà invece realizzata nei primi decenni del '300, nella fase più turbolenta dei rapporti fra Pistoia e Firenze.
Nel 12975 nella zona che costituiva l'apertura verso l'area umida del padule, la via fluviale per giungere al mare, Martino Ammannati si fece costruire una domus ed un castrum in prossimità del porto palustre di Brugnano, ove si trovavano anche la chiesa e l'ospizio di San Donnino in Cerbaia, in possesso dei Pistoiesi già nel 12356. Si tratta dell'attuale Castelmartini e la struttura fortificata è da ricercarsi nella villa Poggi Banchieri, che fino al 1777 fu di proprietà granducale ed in precedenza era stata dei Panciatichi e degli Alamanni.
Nel 1401, dopo cruente lotte e passaggi di mano, tutto questo territorio, così come Pistoia, entrò stabilmente a far parte del Contado fiorentino, inserendosi nella linea strategica di presidi militari che nel secolo XIV tracciava il confine della Repubblica7.
Nel 1330 Pistoia istituì in Larciano la Podesteria che, dal 1423, fu unita a Serravalle Pistoiese, comprendendo le comunità di Larciano, Cecina, Lamporecchio, Casalguidi, Casore del Monte, Castellina, Marliana, Montagnana, Momigno, Marliana, Serra, Vinacciano e Serravalle. Il podestà, di nomina fiorentina, aveva l'obbligo di risiedere alternativamente nelle due sedi di Larciano e Serravalle8.
Tale assetto fu confermato nel XVI secolo in occasione della riorganizzazione amministrativa dello Stato di Cosimo I de' Medici e tale rimase fino al 1772, quando Serravalle divenne sede unica del podestà9. Il 2 agosto 183810, poi, la Podesteria di "Serravalle e annessi" fu abolita e il suo territorio fu unito al Vicariato di Pistoia11.
La giurisdizione criminale sulla Podesteria di Serravalle spettava al Vicario di Pistoia che, istituito con la legge di riforma dei tribunali del 177212, aveva giurisdizione criminale anche su Pistoia, Tizzana e Montale, oltre alla giurisdizione civile su Pistoia.
L'antico Comune di Larciano e quello di Cecina13 furono soppressi con la riforma comunitativa del 7 giugno 1775 ed i loro territori vennero aggregati alla nuova Comunità di Serravalle14. La situazione rimase invariata fino al 1808, quando Larciano andò a far parte della mairie di Lamporecchio appena costituita 15. Il territorio di Larciano rimase unito al Comune di Lamporecchio anche dopo la Restaurazione del 181516 ma tornò autonomo nel 189717, quando fu istituito il nuovo Comune nell'ambito della Provincia di Firenze, Prefettura di Firenze, Sottoprefettura di Pistoia. Nel 1927 il Comune venne inserito nella neocostituita Provincia di Pistoia.
La località di San Rocco, attualmente centro amministrativo del Comune, deve il suo sviluppo ad un voto fatto dalla popolazione locale in occasione della pestilenza del 1630, quando i fedeli promisero di erigere un oratorio intitolato a San Rocco nel luogo in cui sorgeva una modesta costruzione dedicata alla Beata Vergine18; il centro si andò progressivamente ampliando tanto che nel 1884 la chiesa diventò parrocchia.
Posto al centro del territorio comunale, facilmente raggiungibile, San Rocco superò per importanza i borghi medievali di Cecina e Larciano e, divenuto naturale punto di riferimento per gli abitanti della zona, fu il luogo scelto per la costruzione del nuovo palazzo municipale, realizzato fra il 1899 e il 1909 su progetto dell'Ingegnere Manfredini19. Qui si insediarono Giunta e Consiglio, che nei primi anni dalla costituzione del Comune avevano occupato i locali in precedenza usati come scuola e alloggio dell'insegnante presso la chiesa.
Tra il 1850 e il 1870 il territorio larcianese subì un forte sviluppo demografico con l'aumento del 50% della popolazione, tanto che l'amministrazione comunale di Lamporecchio concesse nuovi servizi a questa zona. Dopo il medico, la levatrice e tre scuole, nel 1873 i Larcianesi chiesero e ottennero che venisse istituita una sezione distaccata dell'Ufficio comunale dello Stato Civile presso San Rocco20 dove nello stesso anno fu istituita la fiera annuale del bestiame che si svolse per la prima volta il 12 maggio 1874 21.
Nel 1897, al suo sorgere, il nuovo Comune indicò come priorità l'adeguamento delle infrastrutture: realizzare la nuova strada fra San Rocco e Lamporecchio, sistemare la piazza antistante il Municipio, dotare ogni frazione di illuminazione pubblica, costruire nuovi edifici scolastici, adeguare cimiteri ed acquedotto e sistemare il porto delle Morette22.
A lungo durò fra i Comuni di Lamporecchio e Larciano il contenzioso per la divisione dei beni mobili e immobili, che si concluse con il Lodo patrimoniale definitivo del 23 giugno 190423, il quale definì i confini, le competenze e riconobbe a Larcaino un credito verso Lamporecchio di £ 7.669,53, somma da riscuotere a rate semestrali con interessi a scalare.
All'epoca l'economia della zona era prettamente agricola ed aveva il suo cardine nella coltivazione dei cereali, tanto che nel 1899 si potevano contare 13 mulini da grano; a questa attività si affiancavano l'allevamento e la commercializzazione dei bovini, oltre allo sfruttamento del Padule con la caccia, la pesca e con la raccolta e la lavorazione delle erbe palustri.
Proprio quest'ultima attività ha contribuito in maniera sostanziale a cambiare l'economia del Comune, che ha assunto una forte caratterizzazione manifatturiera. Partendo, alla fine dell'Ottocento, dalla realizzazione di scope di saggina, col tempo la produzione si è differenziata ed estesa anche a spazzole e bruschini. Si è così creato quel ponte fra agricoltura e prime forme artigiane che ha portato Larciano ad essere un importante centro imprenditoriale.
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