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Comune di Calamecca

Sede: Calamecca (Pistoia)

Date di esistenza: sec. XII - 1775

Intestazioni: Comune di Calamecca, Calamecca (Pistoia), sec. XII - 1775

Storia amministrativa:
Dopo che nel 1182 il castello di Calamecca venne raso al suolo dai pistoiesi, in quanto si era rifiutato di sottomettersi, anche Calamecca risultò essere parte integrante del dominio montano pistoiese. Il Liber focorum e il Liber finium 1 , attestano infatti che, alla metà del XIII secolo, Calamecca era compresa entro la circoscrizione di porta Lucchese, insieme a Crespole e Lanciole, e contava la presenza di 45 "fuochi", tutti popolani. Il suo territorio si estendeva fino a Piteglio, Momiglio e Serra. Dopo la distruzione operata dai pistoiesi, furono questi stessi a farsi carico della ricostruzione del castello di Calamecca, utile roccaforte nelle guerre che sconvolsero la Montagna nei secoli XIII e XIV. Così si presentava nel 1382: "cum muris merlatis undique, cum una turri et cum fortilitiis actis ad defensionem diete rocche" 2 . Anche Calamecca fu sottoposto al capitano della Montagna, mantenendosi comune libero, come attestano gli statuti rivisti nel 1585 e 1614 3 . Il comune era retto da un vicario, carica di durata semestrale, tra i compiti del quale rientrava la vigilanza sulla buona tenuta delle strade. Negli statuti rivisti nel 1614 si stabilì che responsabile dell'estrazione dei nominativi dei vicari fosse il camarlingo in carica e si specifica che, colui che fosse stato estratto, oltre l'obbligo di accettare la nomina, non avrebbe ricevuto alcun compenso 4 . Il camarlingo generale, responsabile delle esazioni delle imposte dirette e indirette, era affiancato nei periodi di carestia dal camarlingo "dei viveri" per la distribuzione di farina di castagne alle persone bisognose, gli stimatori dei beni e la guardia campestre, posto messo all'incanto dal vicario e al quale potevano concorrere tutti coloro che avessero superato i 18 anni di età. Figura posta in risalto dai capitoli conservati era quella del cancelliere, del quale si sottolineava in particolare il compito di ricevere dal vicario, al momento della sua entrata in carica, i libri del comune, che si impegnava a custodire con cura. Tali libri erano quello dei capitoli, il "libro delle ragioni" e l'estimo. Questi statuti e le successive riforme furono aboliti nell'aprile del 1775, quando Calamecca entrò nella neonata Comunità della Montagna, ingresso che pose fine alla sua autonomia. Nell'archivio di San Marcello sono attualmente conservati un registro di partiti e deliberazioni (maggio-ottobre 1637), un dazzaiolo della tassa del macinato (1733-1734) e alcuni registri appartenenti alla soppressa Compagnia di San Miniato e all'Opera di San Miniato (sec. XVIII); altri documenti relativi alla Compagnia (1564-1784) e all'Opera (1607-1785) si conservano presso l'Archivio di Stato di Pistoia.


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