Sede: Colle di Val d'Elsa (Siena)
Date di esistenza: 1548 - 1776Intestazioni: Arte della carta di Colle, Colle di Val d'Elsa (Siena), 1548 - 1776
Contesto istituzionale:
Alla consolidata tradizione del l'industria cartaria
colligiana, radicata fino ad oggi ab immemorabili nel territorio valdelsano
1
, fa da profondo contrasto la povertà della documentazione
riconducibile all'attività amministrativa dell'"Arte et università dei cartai", specie
se raffrontata con quella coeva dell'Arte della lana. Istitutita nel 1415
2
, l'Arte fu retta da statuti che con ogni probabilità non differivano
nella parte dedicata all'assetto istituzionale da quelli delle altre corporazioni
colligiane come quella della lana e quella dei merciai, pizzicaioli e speziai
3
. Il codice degli
statuti "dei cartai" andrà perduto "per cagione della guerra" nel 1489, presumibilmente
insieme al resto della documentazione dell'Arte. In quell'occasione il Consiglio
generale autorizzò la redazione di nuovi statuti anch'essi attualmente dispersi
4
.
Storia amministrativa:
Risalgono al 1548 i primi capitoli pervenutici dell'Arte della carta,
che presentava una struttura istituzionale in centrata su di un console e dieci
governatori estratti ogni sei mesi, su di un provveditore, incaricato di "ricevere e
pesare tutti i cenci e carnicci d'ogni sorte che venissero a Colle" ed infine su un
camerlengo tenuto ad amministrare le entrate e le uscite per due mesi. Tutti gli
ufficiali dell'Arte erano tenuti, more solito, a consegnare al cancelliere del Comune i
propri libri di amministrazione alla fine del loro mandato per la consueta revisione
effettuata in questo caso dai "sindaci e ragionieri" dell'Arte
1
. Fra gli obblighi dei consoli e dei
governatori si segnala quello di "invitare" un cancelliere a prestare servizio in
qualità di attuario dell'Arte
2
, anche se già nella prima metà del Seicento tale incarico era
svolto correntemente dal cancelliere pro tempore della comunità.
Complessi archivistici prodotti:
Arte della carta di Colle di Val d'Elsa, 1548 -
1776
(fondo, conservato in Archivio di Stato di Siena)