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Circondari di imposizione

Sede: Castelfranco di Sotto (Pisa)

Date di esistenza: 1599 - 1923 1

Intestazioni: Opera laicale dei SS. Pietro e Paolo di Castelfranco di Sotto, Castelfranco di Sotto (Pisa), 1599 - 1923

Storia amministrativa:
"L'Opera di S. Pietro nella terra di Castelfranco di Sotto, della quale per l'antichità non è stato possibile ritrovare l'origine, fu istituita per fabbricare e conservare la chiesa Maggiore di detta terra<...> 1 .
Così recita il registro delle rendite della comunità e luoghi pii contenente anche notizie sulle compagnie e opere laicali di Castelfranco, tra le quali quella dei SS. Pietro e Paolo fu di gran lunga la più importante.
La costruzione della collegiata, la cui fabbrica e manutenzione rientrava come si è visto tra le principali incombenze degli operai, risale al 1284. Il Vescovo di Lucca (sotto la cui Diocesi cadeva allora Castelfranco) Paganello IIo, con la bolla del 28 gennaio concedeva l'indulgenza a tutti coloro che avessero contribuito alle spese.
Nel 1450, sempre con bolla vescovile, le venne conferito il titolo di Propositura; infine, con benigno consenso e rescritto del Granduca Ferdinando IIo del 22 febbraio 1632 e con bolla del Vescovo di San Miniato Alessandro Strozzi del 29 settembre 1633 2 , la chiesa venne elevata al titolo di Collegiata.
Nel 1719, visto il degrado di alcune strutture architettoniche, si procedette ad una totale ristrutturazione della Collegiata, secondo progetto dell'architetto fiorentino Broccetti, che le conferì l'attuale aspetto tardo barocco 3 .
Gli operai erano estratti dalle borse della comunità e la loro carica durava un anno. Poteva essere "imborsato" solo chi avesse "estimo da soldi uno in su" 4 . Le loro competenze erano molteplici: a loro spettava innanzi tutto provvedere alla manutenzione e conservazione della chiesa e all'acquisto dei panni con i quali venivano coperti i corpi dei morti per le esequie. Tuttavia considerevoli erano anche le loro mansioni amministrative. Essi infatti riscuotevano le somme dei debitori dell'opera per affitti, rendite e proventi; nel mese di agosto di ciascun anno riscuotevano dai "fittavoli, pigionali, mezzaiuoli o altri lavoratori<...> il loro afficto, mezzo, terratico et pigioni<...>" 5 ; provvedevano ad "allogare e dislogare" le terre e i possedimenti dell'opera stessa, fissando il prezzo e la durata dell'affitto.
Della loro amministrazione delle rendite, dei proventi e delle entrate pervenute nelle loro mani dovevano infine render conta ai "Chiaritori" della comunità.
In epoca più recente il regolamento dell'opera fu fissato con sovrano rescritto del 4 luglio 1829 6 che fissava a quattro il numero degli operai estratti dalla borsa ordinaria nel mese di settembre di ogni anno. Il più anziano tra loro, con il titolo di primo operaio presiedeva le adunanze e firmava il protocollo delle deliberazioni.
Il Camarlingo comunitativo amministrava l'esazione delle rendite e procedeva al pagamento delle spese, dietro un compenso di 50 lire annue. Il Cancelliere, consulente legale dell'opera, ne compilava anche gli atti.
Tra le entrate si segnalano le "tasse per lacero di sacri arredi, cera per i funerali, suono delle campane per morte di paparvuli" e la cosidetta "tassa romana, da tutti quei benefiziati che celebrano nella chiesa collegiata cioè dai Rettori di quelle uffiziature, cappelle state traslocate nella medesima dal 1808 a questa parte<...>" 7 .
Il mantenimento della chiesa e degli arredi sacri era sempre lo scopo principale e gli operai vi dovevano provvedere "con tutta sollecitudine e con la possibile economia, cioè senza verun eccesso e superfluità nelle spese che dovranno limitarsi ai veri bisogni" 8 .
Tra gli inservienti regolarmente stipendiati dall'opera c'era un organista, un sacrestano, un campanaio e un donzello.
L'Opera della Collegiata, nel corso dei secoli, acquistò sempre maggior potere e importanza, come è testimoniato dall'ingente patrimonio amministrato e indirettamente anche dal gran numero di scritture che ha lasciato e che vanno a formare un fondo archivistico completo e interessante.
Ad una parte amministrativa composta dagli Statuti, dalle deliberazioni (dal 1599), dal carteggio, fa riscontro una parte finanziaria ricca di registri di entrate, di debitori e creditori (dal 1511), di saldi, fino a quelle più recenti di bilanci di previsione, conti consuntivi, giornali e mastri.