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Inventario dell'archivio preunitario del Comune di Fiesole

Tipologia: inventario analitico

a cura di Maura Borgioli

patrocinio: Provincia di Firenze, Comune di Fiesole

Pubblicazione: [Firenze], All'Insegna del Giglio, 1988

Descrizione fisica:

Collezione: Biblioteca dell'Assessorato alla Cultura, 6

Numeri: ISBN - 88-7814-089-9

Contenuti:

1. premessa

La sezione preunitaria dell'archivio comunale di Fiesole è costituita da vari fondi documentari che sono relativi ad un'area territoriale molto più estesa dell'attuale superficie del comune. Ciò è stato determinato in parte dalle variazioni di confine dell'ente locale, che hanno comportato estensioni e restringimenti della zona soggetta alla potestà municipale fiesolana e, di conseguenza, anche della porzione di territorio alla quale si riferisce la documentazione prodotta dall'amministrazione comunitativa nello svolgimento delle funzioni di competenza istituzionale. Principalmente però la ricchezza e la varietà di fondi del nostro archivio sono dovute al ruolo egemone svolto da Fiesole, quale sede preferenziale di uffici e magistrature intermedie della burocrazia medicea e lorenese nei confronti dei Comuni vicini.
Quello di Fiesole è in effetti il tipico archivio di un comune che è stato sede di cancelleria1: in epoca preunitaria, a partire dal periodo cosimiano, gli archivi delle comunità erano infatti concentrati presso la residenza del cancelliere, il quale veniva nominato dagli uffici fiorentini addetti al controllo delle comunità per esercitare un'attività di vigilanza sull'applicazione delle leggi dello Stato e sulla corretta gestione finanziaria degli enti presenti nel territorio di una determinata circoscrizione.
La cancelleria è il cardine su cui poggia l'organizzazione burocratica dell'amministrazione periferica dello Stato fiorentino. Già nel 1575 e poi nel 1635 vengono emanati regolamenti organici che definiscono le competenze del cancelliere, rimaste sostanzialmente immutate anche dopo la riforma comunitativa del 1774; fra i suoi compiti fondamentali compare la tenuta e la conservazione delle carte prodotte sia dall'attività della cancelleria che da quella espletata dagli enti, comunità e luoghi pii, sottoposti alla sua sorveglianza2.
Per la comodità del cancelliere vigeva l'uso di raccogliere in un unico ambiente gli atti di più enti o comunità. A questa prassi corrisponde per alcuni tipi di atti (deliberazioni, imborsazioni) una corretta attribuzione, come risulta dagli inventari antichi, ai diversi organismi ed uffici produttori ed una sistemazione in serie autonome. Per altri tipi di scritture (particolarmente per il carteggio) l'abitudine archivistica di raccogliere in filze i documenti avendo come criterio la materia, la cronologia o il periodo di attività dei singoli cancellieri, e non distinti per comunità o per enti produttori, ha comportato spesso l'impossibilità, al momento dell'abolizione di questi uffici, di restituire gli atti ai legittimi proprietari, e quindi la permanenza negli archivi comunali delle località già sedi di cancelleria, come nel caso di Fiesole3, di gran parte degli atti relativi all'intera circoscrizione territoriale ricadente sotto la competenza di ciascuno di questi ufficiali periferici dello Stato fiorentino.

2. l'archivio della cancelleria fino alla riforma comunitativa

Attraverso il carteggio e gli inventari antichi si è tentata la ricostruzione della vicenda storica che ha portato l'archivio preunitario del comune di Fiesole ad assumere l'attuale conformazione e che, come abbiamo visto, è indissolubilmente legata a quella dell'archivio della cancelleria.
La prima descrizione delle scritture della cancelleria di cui disponiamo è contenuta nel Libro degl'inventari impiantato nel 1734 dal cancelliere Girolamo Ponzò "per registrarvi gli inventari dei libri che sono nella cancelleria di Fiesole et annessi, e sue masserizie, siccome dei libri degl'archivi di Fiesole, Sesto e Campi"4. Le informazioni fornite dall'inventario possono essere utilmente integrate con la risposta inviata dal cancelliere Settimio Giovacchini all'inchiesta promossa dall'auditore Pompeo Neri nel 1746 per censire gli archivi di enti ed uffici dell'amministrazione periferica dello Stato5. In essa i dati sono presentati in forma riassuntiva rispetto alle descrizioni contenute nell'inventario e, nonostante risultino imprecisi dal punto di vista quantitativo, se ne ricava qualche informazione supplementare sul contenuto, sulla tipologia e sul condizionamento degli atti.
In questo periodo, il cancelliere comunitativo di Fiesole aveva competenza su un vasto territorio che oltre alla podesteria di Fiesole comprendeva quelle di Sesto e di Campi. Per l'esazione della tassa del macinato e delle imposizioni straordinarie la sua competenza si estendeva ai Sobborghi di Fiesole e Galluzzo e, limitatamente alla sola tassa del macinato, anche alla podesteria di Carmignano.
Il primo elemento che emerge dall'esame delle fonti sugli archivi fiesolani, è la separazione, non solo formale ma anche fisica, tra gli archivi podestarili6, che risultano dislocati nelle sedi ufficiali dei giusdicenti, rispettivamente a Fiesole, a Sesto e a Campi, e quelli degli organi di autogoverno locale che si trovano presso la residenza del cancelliere, che in questo periodo ha sede a Firenze. Gli antichi statuti di Fiesole costituiscono l'unica eccezione: invece che nell'archivio della cancelleria sono conservati nel palazzo podestarile7.
Nell'inventario del 1734, di alcune serie il cancelliere fornisce una descrizione dettagliata, per altre si limita a dare la consistenza complessiva delle unità. Dopo aver elencato per prime le scritture relative agli affari in corso, passa a descrivere quelle relative ad affari già esauriti, che risultano descritte per serie di atti (deliberazioni, saldi) o in base alla materia (tassa del macinato, colletta universale). All'interno di ciascun raggruppamento le unità archivistiche sono attribuite alle rispettive comunità e ordinate cronologicamente. Nella relazione inviata al Neri nel 1746 le scritture sono invece raggruppate, anche se in maniera approssimativa, per ente produttore: a tutte le podesterie e leghe vengono attribuite le rispettive serie dei partiti e saldi. Limitatamente alla podesteria di Fiesole risultano presenti sei "libri di partiti e deliberazioni legati e coperti con carta pecora bianca", dal 1596 al 1746, l'ultimo dei quali in corso8; un libro di saldi della podesteria e ventotto appartenenti ai popoli che la compongono, uno per ciascuno di essi9. Alla cancelleria vengono attribuite: sei "filze di atti, lettere, date di chiese, spese di malfattori, e bilanci d'imposizione del dazio" dall'anno 1681 al 1742, oltre a quella "vegliante a tempo di me cancelliere che per anco non è legata"; "cinque filze che riguardano le tasse del macinato e lettere dell'ufficio delle Farine", dal 1729 al 1742, e una ancora in corso; nove "libri di deliberazioni e partiti che sono stati fatti e si fanno in ciascuna lega" dal 1699 in poi; ventun libri di saldi di compagnie sottoposte alla cancelleria e di alcune di queste anche i "libri de' partiti"10.
Per gli anni seguenti disponiamo di inventari sommari compilati periodicamente che sono sostanzialmente analoghi poiché le uniche variazioni che vi si riscontrano sono dovute ai normali accrescimenti. Vi sono uniti gli elenchi dei mobili e delle masserizie esistenti nei palazzi pretori e nella cancelleria. Si tratta infatti di inventari sommari da utilizzare per il passaggio di consegne tra cancellieri11. Nella filza che li raccoglie si trovano anche gli elenchi delle scritture, prevalentemente contabili, rimesse alla cancelleria dalla Camera delle comunità nel novembre 1771 e provenienti dagli archivi del Monte comune12 e del soppresso Magistrato dei Nove13. Nel 1776 è documentato un altro trasferimento di atti costituiti per lo più da scritture contabili relative a Brozzi ed ai popoli dei soppressi sobborghi di San Gallo, passati a far parte della comunità di Fiesole dal 177414.
A fronte di questi accrescimenti, nel 1786 si verifica un decremento della consistenza dell'archivio del cancelliere, causato dall'incameramento da parte dello Stato di tutti i documenti che riguardano le compagnie e confraternite, soppresse dal granduca Pietro Leopoldo con motuproprio del 21 marzo 178515. Fra il 20 febbraio e l'1 maggio 1786 vengono così trasferite a Firenze, e consegnate a Reginaldo Tanzini archivista della regia amministrazione del Patrimonio ecclesiastico di Firenze, Fiesole e Romagna, circa 339 unità archivistiche16.
L'accresciuta importanza amministrativa dell'ente di governo locale che scaturisce dalle riforme leopoldine si riflette anche nella organizzazione e descrizione degli archivi. Il cancelliere continua ad esserne il responsabile, ma da ora in poi si nota la tendenza a privilegiare, nella descrizione dell'archivio, i singoli fondi comunitativi: gli inventari vengono redatti distintamente per ciascuna comunità, e considerando come un fondo a parte e ridotto al minimo le scritture della cancelleria, che adesso vengono definite "libri che sono in comune tra le tre comunità del dipartimento della cancelleria di Fiesole"17. Questa tendenza sarà poi ulteriormente consolidata dal passaggio attraverso le forme amministrative francesi, che accelera ulteriormente il processo di svecchiamento delle istituzioni e il trapasso ad una amministrazione più moderna.

3. L'archivio della cancelleria dalla dominazione francese all'Unità d'Italia

Durante la dominazione francese in Toscana, le modificazioni apportate all'organizzazione amministrativa locale18 provocano il primo smembramento dell'archivio: abolita la cancelleria, ciascuna municipalità che ne ha fatto parte deve recuperare e tenere presso di se le proprie carte. L'operazione incontra resistenze da parte degli amministratori locali, tanto che il prefetto del Dipartimento dell'Arno è costretto ad intervenire più volte risolutamente per costringere il maire del Pellegrino, nella cui sede si trova l'archivio della cancelleria, a consegnare le carte ai legittimi destinatari. La resistenza è particolarmente avvertita nei confronti di Fiesole da cui, a partire dal 1 gennaio 1809, era stata distaccata la comunità del Pellegrino. A significativa testimonianza di ciò, rimane una lettera del prefetto che nel dicembre 1809 scriveva: "Sono informato signor maire che in onta alle due circolari inserite negli atti della prefettura sotto di 13 febbraio e 29 luglio decorsi avete negato d'accedere alla giusta domanda del maire di Fiesole per la separazione degli archivi comunitativi. Voi avete accompagnato questo rifiuto con una lettera inconcludente; e vi siete scusato sulla necessità di consultare il vostro consiglio municipale, quasi che una sua deliberazione fosse bastante a distruggere l'effetto degli ordini emanati dalla prefettura. Il vostro procedere è illegale e la vostra scusa è senza fondamento [...]. Mi rammento che avete dimostrato la medesima repugnanza a riguardo delle richieste dei maires di Sesto e di Campi; e che è stato necessario ricorrere alla mia autorità per farle da voi valutare [...]. Ne mi opporrete più il comodo degli amministrati per la centralità dell'antica cancelleria del Pellegrino; poiché questa centralità è sparita dopoché ne sono state smembrate Sesto, Brozzi, Campi, Signa e Montemurlo. La comune di Fiesole è e deve essere considerata come il vero capoluogo. Ella è la residenza del Giudice di pace del cantone; ha una popolazione un terzo maggiore della vostra, e i comunelli che compongono il Pellegrino sono stati staccati da lei. Quindi è a Fiesole che debbono conservarsi gli archivi di questa antica comunità; e voi non dovete ritenerne altrimenti che quella parte la quale interessa i dieci popoli che formano la vostra"19. "Con lettera di questo medesimo giorno ho dato" scrive poi il prefetto al maire di Fiesole il 4 dicembre 1809 "al maire del Pellegrino gli ordini convenienti per la separazione degli archivi e ho deciso che non debba ritenerne se non quella parte che interessa i 10 popoli che compongono la sua comunità. Gli ho scritto in modo che non si avviserà di frapporre altrimenti indugi ed ostacoli a questa separazione"20.
Alla fine della dominazione francese si attuò la riorganizzazione delle cancellerie comunitative, reintrodotte nel Granducato con l'editto del 27 giugno 1814. Anche quella di Fiesole riprese la sua normale attività; il territorio della sua circoscrizione rimase però frazionato in un numero maggiore di comunità, corrispondenti alle nuove municipalità istituite dai governanti francesi. Nello stesso anno si procedette a riconcentrare nella sede del Pellegrino gli atti precedentemente assegnati alle mairies: il 16 novembre il magistrato di Fiesole delibera, per la sua parte, lo stanziamento occorrente per la "rimontatura" dell'archivio21; il cancelliere Anton Domenico Palmieri "a forma degl'ordini e perché si veda a colpo a d'occhio la consegna" procede quindi a compilare un nuovo inventario22.
Qualche anno più tardi, nel dicembre 1820, a causa "del massimo disordine in cui trovavasi da non pochi anni l'archivio", si commissiona al neo cancelliere, Giovanni Benedetto Zecchini, il compito di riordinarlo23. In questa occasione il gonfaloniere di Sesto trasferisce le carte dei podestà, fino a quel momento conservate nel locale palazzo pretorio24, all'archivio della cancelleria, dove si dispone di appositi locali e di un custode incaricato di "spolverare e spazzare tassativamente ogni settimana stanze, scaffali e mobili"25.
Il 26 giugno 1829, considerata la mole di lavoro necessaria per permettere la consultazione degli atti, il gonfaloniere di Fiesole propone l'istituzione di un posto di archivista26. La richiesta, unanimamente sostenuta dalle quattro comunità dipendenti dalla cancelleria, sarà accolta con "sovrano rescritto" del 24 novembre 183127.
Poiché "il copioso archivio della loro cancelleria va di anno in anno aumentandosi a dismisura", si stabilisce inoltre di "ricrescerne notabilmente gli scaffali e portarli al cornicione della soffitta"28. Grazie all'aumentata capienza delle scaffalature, si può così completare la sistemazione e il riordinamento dell'archivio, che nel 1820 non era stato possibile portare a compimento per la mancanza di spazio: il cancelliere Zecchini, coadiuvato da alcuni impiegati della cancelleria, procede infatti a sistemare gli atti in serie dotate di una numerazione progressiva interna e disposte sugli scaffali con intervalli di spazio tali da permetterne l'aggiornamento per molti anni29. Ciascuna unità archivistica dispone ora di una segnatura formata da quattro numeri romani, relativi alla collocazione fisica del pezzo all'interno dell'archivio e che identificano in successione stanza, giro, scaffale e palchetto, e da un numero arabo progressivo, relativo alla posizione dell'unità rispetto a quelle della stessa serie.
Il calligrafo Carlo Zecchini provvede poi ad eseguire una copia dell'inventario "nella più nitida e decorosa forma"30 in un poderoso volume rilegato in pelle di 566 carte di grande formato, dotato di una rubrica delle materie e intitolato "Indice dell'archivio della cancelleria comunitativa di Fiesole"31.
Nel primo periodo della Restaurazione la cancelleria di Fiesole aveva avuto competenza sulle comunità di Fiesole, Pellegrino, Sesto, Brozzi, Campi, Signa, Montemurlo e Calenzano. Le ultime quattro comunità usufruivano di un aiuto cancelliere con sede a Campi. Nel 1838, con motuproprio del 5 dicembre, si decise una riduzione dell'estensione della circoscrizione: venne infatti istituita la cancelleria di Campi per il servizio anche di Calenzano e Signa; Montemurlo andò a far parte, come chiedeva da tempo, della cancelleria di Prato, mentre la comunità di Rovezzano passò dalla cancelleria del Galluzzo a quella di Fiesole. I documenti dell'archivio relativi a queste comunità ne seguirono il destino e furono trasferiti alle nuove competenti cancellerie32.
Con la legge 9 marzo 1848 si attuò una generale riforma della struttura amministrativa dello Stato toscano che fu ripartito in sette prefetture. In questo contesto le cancellerie comunitative furono sostituite da cancellerie del censo, alle quali vennero affidati compiti di natura essenzialmente erariale; continuarono però ad esercitare le tradizionali funzioni in materia di custodia degli archivi delle comunità e di consulenza degli organi deliberativi degli enti compresi nelle rispettive circoscrizioni33. Appena insediati, gli uffici della prefettura procedettero a trasmettere alla cancelleria di Fiesole i documenti di corredo ai saldi delle cinque comunità che da essa dipendevano e relativi al periodo dal 1807 al 184234.
Nel 1856 le magistrature comunali di Fiesole, Pellegrino, Sesto, Rovezzano e Brozzi incaricarono il cancelliere Antonio Della Nave di redigere un nuovo inventario delle scritture conservate presso la cancelleria e ufficio del censo di Fiesole35, una copia del quale fu anche inviata alla Direzione del pubblico censimento36.
All'Unità d'Italia e all'entrata in vigore della legge per l'unificazione amministrativa del 186537, seguì l'abolizione delle cancellerie del censo toscane, stabilita col R.D. 26 luglio 1865, n. 2455, che determinò anche la destinazione delle carte dei loro archivi38.
L'archivio della cancelleria di Fiesole subisce, di conseguenza, vari passaggi di mano e smembramenti. Per prima cosa, già il 26 settembre 1865, le carte catastali vengono trasportate, per conto della Direzione del demanio e tasse, al 2° ufficio dell'agenzia delle tasse di Firenze nel cui distretto passano i territori dei comuni fino a quel momento compresi nella cancelleria di Sesto e Fiesole39.
Poi, come già era avvenuto durante l'amministrazione francese, i documenti relativi ai comuni già compresi nella cancelleria vengono trasferiti presso le rispettive sedi municipali: il primo marzo 1866 i sindaci di Fiesole, Sesto e Brozzi ricevono in consegna le filze ed i registri che andranno a costituire i rispettivi archivi comunali. Il trasferimento degli atti avviene tramite una procedura in base alla quale Giuseppe Fancelli, facente funzione di sindaco a Fiesole, riceve formalmente da Stefano Cappelli, già cancelliere ministro del censo a Fiesole, "tutti i libri e filze" descritti nell'inventario redatto nel 1856 dal cancelliere Della Nave (ed aggiornato dai suoi successori) e provvede a consegnare ai rappresentanti dei sindaci di Sesto40 e di Brozzi41 la parte di loro competenza, che include anche una sezione delle carte prodotte dall'ingegnere di circondario e gli atti relativi alle opere pie che hanno sede nei rispettivi territori.
Il 14 luglio 1871, il segretario comunale di Sesto riceve in consegna dal sindaco del comune di Fiesole le filze, 216 pezzi, relative al "Tribunale di Sesto. Atti civili"42. Quelli di Fiesole sono 318 e vengono consegnati il 24 agosto 1872 al cancelliere della Pretura del Mandamento Firenze Campagna43.

4. l'archivio del comune dello stato italiano unitario

Nonostante gli smembramenti, una parte consistente del carteggio del cancelliere e una parte di quello dell'ingegnere di circondario rimasero nell'archivio comunale di Fiesole. Questi fondi costituiscono ora una fonte indispensabile per lo studio della storia del territorio che circonda Firenze a nord dell'Arno, e rappresentano anche una testimonianza della "centralità" del Fiesolano nel contesto del suburbio fiorentino, ove la città dominante mantenne, fino al 1865, competenza amministrativa esclusivamente nell'area intra-moenia. Per motivi diversi, a Fiesole rimasero anche il carteggio e gli atti relativi a due comunità che avevano fatto parte della cancelleria: Pellegrino e Rovezzano. Con la legge 27 aprile 1865, n. 2255, era stato infatti deciso l'ampliamento dell'area urbana di Firenze, designata capitale d'Italia, a spese dei comuni limitrofi. Il R.D. 26 luglio 1865, n. 2412, sanzionò i nuovi confini di Firenze che si appropriò così di una zona molto ampia del territorio circostante le antiche mura cittadine. I comuni di Legnaia, Pellegrino e Rovezzano ridotti a poca cosa, furono soppressi. Le zone degli ex comuni di Rovezzano e Pellegrino che non erano state aggregate a Firenze, vennero riunite a Fiesole, che aveva pure perso una sezione di territorio a vantaggio della vicina città44. Le carte degli archivi dei due comuni soppressi si trovavano nell'archivio della cancelleria e, al momento del suo smembramento, passarono direttamente a far parte dell'archivio del comune di Fiesole.
L'archivio preunitario di Fiesole doveva però subire altre due consistenti riduzioni prima di arrivare all'attuale configurazione quantitativa. La prima diminuzione è dovuta ad uno scarto realizzato nel 1870. In occasione del riordinamento dell'archivio attuato fra il 1868 e il 1869 si era infatti osservato che "vi esiste quantità di documenti i quali quantunque di niuna importanza storica né amministrativa occupano molta parte dello spazio disponibile dell'archivio, d'altronde assai limitato"45. La proposta di "spurgo" presentata di conseguenza dalla giunta municipale al consiglio era però talmente consistente che ci si sentì in dovere di consultare il perito Giovanni Baroni. L'ipotesi iniziale dello scarto sembrava comprendere infatti quasi tutto l'archivio antecedente la Restaurazione: dai saldi dei popoli, del piviere e della podesteria, ai registri delle tasse, degli inventari, delle imborsazioni. L'intervento del Baroni riesce a impedire la dispersione della maggior parte delle unità archivistiche fra le quali non rientrano però i dazzaioli46. Una parte di questa "carta", secondo una prassi incoraggiata dalla prefettura, invece di essere inviata al macero sarà poi venduta proficuamente a vantaggio dell'amministrazione municipale47.
La seconda riduzione è determinata dal trasferimento degli archivi preunitari di Pellegrino e Rovezzano al comune di Firenze48, a seguito della variazione di confine stabilita dalla legge 7 luglio 1910, n. 435, che inglobò al territorio comunale di Firenze le frazioni fiesolane di Rovezzano, Settignano, parte di quella del Pellegrino e le parrocchie di Coverciano e di Mensola. Gli atti relativi al territorio delle due ex comunità prodotti nel periodo della loro aggregazione a Fiesole (1865-1910) rimanevano però, costituendone parte integrante e indivisibile, nell'archivio fiesolano.
Nell'intervallo fra questi due avvenimenti, nel 1883, venne redatto un circostanziato inventario delle carte dell'archivio che furono suddivise, in base al principio dell'appartenenza a diverse istituzioni produttrici, in due sezioni denominate Archivio antico, per gli atti relativi alla comunità preunitaria o comunque prodotti anteriormente al primo gennaio 1866, e Archivio nuovo, per gli atti prodotti dopo l'entrata in vigore della legge comunale e provinciale del 1865 e l'unificazione amministrativa d'Italia49.
L'ultimo inventario dell'archivio di Fiesole risale al 1959 ed è opera del prof. Giuseppe Pansini. Gli atti vi sono descritti in base ad un criterio che pone in rilievo la continuità dell'azione amministrativa senza tenere conto delle cesure dovute ai cambiamenti politici.

5. L'archivio preunitario del comune di Fiesole oggi

L'archivio preunitario del comune di Fiesole è attualmente composto da più fondi. Ciò è stato determinato da vari fattori legati sia alle trasformazioni intervenute nella struttura amministrativa locale, che a cambiamenti politico-istituzionali nella gestione dello Stato.
L'impronta fondamentale alla struttura dell'archivio è data, come abbiamo visto, dall'uso, introdotto a partire dal XVI secolo, di sottoporre gli atti delle comunità e quelli dei luoghi pii al controllo delle autorità statali attraverso l'opera di un cancelliere, il quale raccoglie presso di sé le scritture di tutti gli enti sui quali esercita la sorveglianza. Questa consuetudine ha comportato che nell'archivio comunale oltre ai documenti propriamente attinenti al territorio vi fossero anche atti di altre comunità e degli enti e compagnie religiose che vi avevano sede.
Ma l'attuale composizione dell'archivio preunitario è anche il risultato degli accorpamenti e smembramenti che si sono succeduti a più riprese, coinvolgendo gli archivi di varie comunità, in funzione di riforme dell'amministrazione periferica dello Stato, che hanno determinato variazioni territoriali delle circoscrizioni amministrative.
Tutti questi passaggi, aggregazioni e scomposizioni non sono stati immuni da conseguenze. Da una parte sono stati causa di dispersioni, dall'altra hanno comportato la casuale permanenza a Fiesole di documenti pertinenti ad altre comunità. Ciò è avvenuto principalmente per i seguenti motivi:
- per l'impossibilità di dividere fisicamente le unità archivistiche costituite da miscellanee di carteggio appartenenti a più comunità raccolte in filze dal cancelliere (nel caso dei documenti fiscali si verificano invece casi di registri mutili, forse smembrati al momento della divisione degli archivi);
- per errore: perché non visti, dimenticati o non riconosciuti al momento della spartizione fra i comuni già dipendenti dalla cancelleria, o in occasione del trasferimento ad altro ente a seguito di una delle numerose variazioni territoriali a cui sono state soggette le circoscrizioni amministrative.
Nell'inventario i documenti sono stati suddivisi in sezioni in base al periodo storico e all'ufficio o magistratura responsabile della loro produzione:

Lega e podesteria, poi comunità di Fiesole (1509-1808) nn. 1-99.
Cancelleria comunitativa di Fiesole (1659-1808) nn. 100-223.
Mairie di Fiesole (1809-1814) nn. 224-289.
Comunità di Fiesole (1814-1865) nn. 290-578.
[Cancelleria comunitativa di Fiesole (1814-1865) nn. 579-705]
Compagnie soppresse (secc. XVI-XIX) nn. 706-752.
Ingegnere del circondario di Fiesole (1825-1850) nn. 753-766.
Consiglio di reclutamento del circondario della delegazione di governo del quartiere S. Croce (1853-1860) nn. 767-777.
Consiglio distrettuale (1860-1865) n. 778

Enti diversi (secc. XVI-XIX) nn. 779-816

Le "vicessitudini" di parte dei fondi, che costituiscono attualmente la sezione preunitaria dell'archivio, hanno influito anche sul loro riordinamento. Alcuni raggruppamenti di unità archivistiche si sono determinati infatti, come vedremo caso per caso, in conseguenza delle peregrinazioni alle quali, per più motivi, è stata sottoposta una parte della documentazione che pur essendo stata prodotta da un medesimo ente è stata poi aggregata, nel corso degli anni, ad archivi diversi, subendo talvolta anche trasformazioni della fisionomia esterna e del condizionamento delle unità.
Emblematico risulta a questo proposito il caso delle carte relative ai Sobborghi di Fiesole, detti anche di San Gallo, le quali hanno fatto parte del nostro archivio a vario titolo e in momenti diversi. Inizialmente pur avendo fino alla riforma comunitativa leopoldina un'amministrazione autonoma, questa entità territoriale dipendeva, insieme ai Sobborghi del Galluzzo, dalla cancelleria di Fiesole per l'amministrazione della tassa del macinato e della colletta universale. Inoltre nel 1774, all'abolizione della cancelleria dei Sobborghi, i popoli della parte detta di San Gallo vennero spartiti fra Fiesole e Bagno a Ripoli ed entrarono a pieno titolo a far parte di queste nuove comunità, alle quali furono di conseguenza trasferiti i relativi documenti d'archivio. I popoli che avevano formato gli ex Sobborghi di San Gallo si ritrovarono però riuniti nella stessa cancelleria quando, nel 1838, la comunità di Rovezzano, costituita in parte con quelli di essi che erano stati aggregati alla comunità di Bagno a Ripoli, fu trasferita dalla cancelleria del Galluzzo a quella di Sesto e Fiesole. Dal 1865, a seguito dell'abolizione della comunità di Rovezzano le carte del suo archivio rimasero presso il comune di Fiesole, dove si trovarono così riuniti documenti relativi ai popoli che avevano costituito i Sobborghi di Fiesole. E qui sono rimasti fino ad oggi, perché non inclusi fra gli atti della ex comunità di Rovezzano trasferiti all'archivio comunale di Firenze nel 1910 a seguito dell'ultima variazione dei confini comunali.
Nell'attuale inventario si è ritenuto di dover tener conto, per le modalità che lo caratterizzano, del processo che ha portato alla formazione dei vari nuclei archivistici. E pertanto le scritture relative ai popoli che avevano costituito i sobborghi di Fiesole sono descritti, per quanto riguarda i saldi dei popoli, parte nella sezione relativa alla comunità di Fiesole, parte nella sezione della comunità di Rovezzano. Gli atti relativi alla tassa del macinato, che per un periodo di tempo limitato sono relativi anche ai sobborghi del Galluzzo, sono compresi invece nella sezione della cancelleria dedicata appunto a questa tassa.
La tipologia della produzione documentaria derivata dall'amministrazione periferica dello Stato toscano e granducale è stata esaminata in maniera esauriente in pubblicazioni di inventari di archivi comunali, alle quali si rinvia onde evitare inutili ripetizioni50. A corredo di questo inventario si è preferito quindi privilegiare la descrizione di caratteri peculiari alla realtà fiesolana. Considerata poi l'importanza che ha per la ricerca storica la ricostruzione dell'assetto politico amministrativo del territorio, in funzione del reperimento e dell'utilizzo organico e globale delle fonti storico-archivistiche, si è tentato di ricostruire e delineare idealmente i confini della comunità di Fiesole e di quelle circoscrizioni amministrative più ampie, che ebbero Fiesole come capoluogo e che subirono numerose e consistenti variazioni territoriali col trascorrere dei secoli durante i quali sono stati prodotti i documenti conservati nel nostro archivio.
Nel corso del 1984, grazie ad un cospicuo finanziamento della Regione Toscana, si è attuato un radicale intervento di restauro che ha permesso di recuperare molti documenti, alcuni dei quali erano purtroppo già in avanzato stato di deterioramento. Le unità oggetto di tale intervento vengono segnalate in inventario, così come quelle che restano tuttora in attesa di un restauro più o meno consistente.
Per incarico dell'amministrazione comunale e nell'ambito di un più ampio progetto volto alla schedatura, per quanto possibile completa, delle fonti documentarie geo-iconografiche relative al comune di Fiesole, il professore Leonardo Rombai ha provveduto recentemente a catalogare e schedare tutta la cartografia conservata nell'archivio comunale di Fiesole51. Nell'inventario si è perciò omesso di segnalare l'esistenza di questi documenti nelle unità archivistiche, rinviando per una loro descrizione particolareggiata alla Schedatura delle fonti documentarie cartografiche e iconografiche relative al comune di Fiesole, realizzata per ora in forma dattiloscritta e conservata presso l'archivio comunale.
Si segnala che presso l'archivio comunale è in via di costituzione un fondo bibliotecario a carattere giuridico amministrativo che al momento accoglie le raccolte di leggi e decreti pubblicati dal 1808 ai giorni nostri, relativi alla Toscana fino all'Unità e allo Stato italiano poi52.
Nel corso di questi ultimi anni ai volumi di leggi si sono aggiunte molte pubblicazioni specializzate in storia locale toscana, dono di utenti dell'archivio, e pubblicazioni scientifiche inerenti le discipline storiche, acquistate dall'ufficio come materiale di consultazione.
Desidero, per concludere, desidero ringraziare la dott. Sandra Pieri, funzionario della Sovrintendenza archivistica per la Toscana, che ha seguito con attenzione e grande disponibilità ogni fase di questo lavoro e alla quale sono debitrice di consigli e indicazioni fondamentali.
Un doveroso ringraziamento va anche al prof. Ivan Tognarini il quale nel 1990, allo scadere del suo incarico come assessore ai Beni culturali del comune di Fiesole mi affidò la redazione di questo inventario, a completamento di un programma di promozione delle fonti archivistiche relative al territorio fiesolano.
Mi preme inoltre ricordare la disponibilità dimostrata da molti colleghi del Comune di Fiesole, che hanno contribuito in vario modo al riordinamento dell'archivio; un grazie particolare rivolgo alla signora Renata Smorti per la cortese collaborazione prestata.



Nella descrizione delle unità archivistiche si sono adottati i seguenti criteri:

- la data dei documenti è stata riportata al sistema di datazione moderno;
- il titolo originale dell'unità, quando si è ritenuto opportuno e significativo indicarlo, è segnalato in corsivo;
- per ogni unità archivistica è stato segnalato il tipo di condizionamento esterno e il numero delle carte o pagine scritte quando sono numerate;
- con un asterisco (*), di seguito alla descrizione del condizionamento esterno dell'unità, si segnalano lievi danni nello stato di conservazione, con due (**) quelli più gravi;
- con il simbolo (°) si identificano le unità che sono state oggetto del restauro finanziato dalla Regione Toscana nel 1984;
- a fianco dell'attuale numerazione sono state riportate, fra parentesi tonde, precedenti segnature delle unità; nei casi in cui sono più di una, la prima di esse è la più antica in quanto si riferisce all'inventario del 1883, mentre la seconda è relativa a quello redatto nel 1959;
- eventuali ricostruzioni di date e nomi sono state poste tra parentesi quadre;
- sono state usate le seguenti abbreviazioni:

c., cc. = carta, carte
c.s. = come sopra
p., pp. = pagina, pagine
r. = recto
s. d. = senza data
v. = verso



Lega e podesteria, poi Comunità di Fiesole (... 1509 - 1808)

Deliberazioni

Imborsazioni

Campioni di strade

Distribuzioni di grano

Saldi della Depositeria dei pegni

Saldi

Cancelleria comunitativa di Fiesole (... 1659 - 1808)

Copialettere

Atti magistrali e carteggio

Ordini e circolari

Imborsazioni e tratte

Carte processuali

Lavori di strade

Arruolamento militare

Credenziali di podestà

Obbligazioni di amministratori e gestori di finanze comunitative

Entrate

Osservazioni sopra i saldi delle comunità

Documenti preparatori alle imposizioni

Imposizioni diverse

Tassa di macine

Collette universali e altre imposizioni straordinarie

Documenti relativi a opere pie, compagnie e conventi soppressi

Stati attivi e passivi di conventi e chiese, dimostrazioni d'imposizioni di fiumi

Inventari

Mairie di Fiesole (1808 - 1814)

Deliberazioni

Certificazioni

Contratti

Carteggio ed atti

Stato civile

Coscrizione

Finanze

Comunità di Fiesole (1814 - 1865)

Deliberazioni magistrali e consiliari

Copialettere e copiaeditti del gonfaloniere

Carteggio ed atti degli affari comunali

Contratti

Affari di strade e di fabbriche

Stato civile di non cattolici

Censimento della popolazione

Libri d'oro della nobiltà fiesolana

Arruolamento mutare

Guardia civica

Guardia nazionale

Elezioni

Finanze

Tassa prediale e dazio comunitativo

Tassa di famiglia

Tassa sui cani

Varie

Amministrazione delle doti Mini

Cancelleria comunitativa di Fiesole (1814 - 1865)

Copialettere e copiaeditti

Atti magistrali e carteggio

Affari di stato civile

Lavori di strade

Finanze

Inventari

Compagnie religiose soppresse (secc. XVI - XIX)

Compagnia della Beatissima Vergine di San Cristofano a Novoli

Compagnia della SS. Annunziata al Pellegrino

Compagnia di San Donato di Scozia della Badia di Fiesole

Compagnia di San Donato in Polverosa

Oratorio di Santa Cecilia a Fiesole

Compagnia di San Lorenzo in Palco e Santa Cecilia nei chiostri di Santa Maria Novella

Ingegnere del circondario di Fiesole (1825 - 1850)

Atti di enti diversi. Consiglio di reclutamento del circondario della delegazione di governo del quartiere di S. Croce (1853 - 1860)

Deliberazioni

Carteggio

Consiglio distrettuale di Fiesole (1860 - 1865)

Enti diversi

Comunità di Bagno a Ripoli

Lega di Calenzano

Comunità di Brozzi

Podesteria di Campi

Comunità di Campi

Mairie del Pellegrino

Comunità dei Pellegrino

Comunità di Rovezzano



Codifica:
Cristina Gramuglia, 2003
Paolo Santoboni, revisione, maggio 2010