Accolli di strade |
vedi Campioni degli accolli |
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Arroti |
Sono registri o filze delle variazioni intervenute nel possesso di beni
immobili a seguito di passaggio di proprietà; tali variazioni (arroti = aggiunte,
variazioni in generale) venivano segnalate dai proprietari ai cancellieri, i quali le
raccoglievano raggruppandole per comuni e per popoli. Sulla base degli arroti i
cancellieri aggiornavano i libri catastali. |
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Bilancio di previsione |
Introdotto nel periodo della dominazione francese, divenne lo strumento
principale della gestione della contabilità comunitativa fondato sulla pianificazione
annuale delle entrate e della uscite; nel bilancio, redatto in apposito registro annuale
e sottoposto all’approvazione degli organi comunitativi e di controllo statali, veniva
riportata la previsione di entrata e di uscita della Comunità, organizzata per titoli e
capitoli prefissati. |
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Campioni |
vedi Libri della lira |
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Campioni degli accolli |
Detti anche accolli di strade, sono registri contenenti le annotazioni dei
contratti di appalto per la costruzione e manutenzione delle strade stipulati dalla
Comunità con i proprietari di beni immobili serviti dalle strade comunitative; i
contratti venivano registrati dal cancelliere che indicava gli appaltatori (detti
accollatari), il lavoro appaltato, le modalità di esecuzione e i pagamenti. Gli accolli
erano anche detti cottimi. |
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Campioni dei livelli |
Sono registri contenenti le annotazioni dei contratti di livello, di
compravendita, di censo etc. dei beni comunitativi; sul campione venivano descritti i
livellari con l’indicazione, tra l’altro, del bene, delle condizioni e della durata del
contratto, delle quote da riscuotersi. |
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Campioni di strade e fabbriche |
Generalmente di grande formato, sono registri costituiti da mappe su cui
venivano rappresentate le strade e i fabbricati del territorio
comunitativo. |
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Carteggio e atti |
Con questa denominazione collettiva si designa l’insieme della documentazione
di carattere amministrativo prodottasi sul territorio a seguito dei rapporti che il
magistrato locale, come rappresentante periferico del potere centrale, intratteneva sia
con i cittadini, sia con gli organi di controllo centrale. Fino agli inizi
dell’Ottocento furono prima i giusdicenti civili, poi (dal 1575, con l’istituzione dei
cancellieri fermi) i cancellieri comunitativi a produrre e raccogliere in filze tale
documentazione in nome e per conto delle diverse Comunità di competenza; a partire dal
periodo della dominazione francese, invece, i rapporti con l’amministrazione centrale e
la popolazione locale furono tenuti direttamente dalle singole Comunità, pertanto si
avviò la produzione di carteggi particolari per la cura dei responsabili delle singole
Comunità – il maire nel periodo francese, il gonfaloniere con la Restaurazione; laddove
poi, dopo il 1814, furono ripristinate le cancellerie, il relativo responsabile tornò a
produrre la serie del carteggio e degli atti ma solo sulle proprie specifiche materie,
senza più esercitare funzione di rappresentanza delle diverse Comunità di competenza.
Serie di carteggi e atti si hanno anche per singoli uffici particolari che esercitavano
le proprie funzioni nel territorio (Ufficiali dei fiumi e provveditori di acque e
strade, Ufficiali di grascia etc.). |
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Copialettere |
Generalmente associati alle serie dei carteggi, i copialettere sono registri
riportanti i testi delle lettere (le minute) i cui originali venivano inviati ai
rispettivi destinatari. |
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Cottimi |
vedi Campioni degli accolli |
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Dazieri |
vedi Giornali di cassa |
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Dazzaioli |
Sono registri annuali preparati dal cancelliere per organizzare la riscossione
delle imposte e di altri proventi comunitativi; una volta predisposto, il dazzaiolo
veniva consegnato al camarlingo (l’esattore delle imposte) che si occupava concretamente
della riscossione annotando le somme via via percepite dai contribuenti; di questi
ultimi, raggruppati per popolo di appartenenza, il registro, intitolato alla tassa o
imposizione particolare cui si riferiva, riportava i nominativi generalmente in ordine
alfabetico, la professione, l’ammontare della contribuzione e le date del versamento. I
dazzaioli, pervenutici sia come registri singoli sia come gruppi di registri rilegati in
filze, erano preparati ricorrendo ai reparti (vedi) che dei registri di riscossione
costituivano una sorta di documentazione preparatoria. |
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Debitori e creditori |
vedi Spogli di debitori e creditori |
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Deliberazioni e partiti |
Con questa denominazione collettiva si designano i registri degli atti
deliberativi sia delle magistrature a capo della Comunità, sia di uffici particolari con
funzione deliberante (Deliberazioni dei grascieri, Partiti dei deputati della tassa del
macinato etc.); i registri, nei quali erano riportate le decisioni adottate nel corso
delle adunanze periodiche, erano redatti da una figura notarile esterna alla
magistratura deliberante: alle origini un notaio (cancellarius) appositamente assunto o
il notaio civile del locale podestà, poi direttamente il cancelliere comunitativo. Oltre
che da organi collegiali, serie di deliberazioni sono state prodotte anche da
magistrature monocratiche operanti sul territorio come i giusdicenti che amministravano
la giustizia per conto dello stato centrale (Deliberazioni del Vicariato, Deliberazioni
della Podesteria) o il maire a capo della Comunità nel periodo francese. |
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Giornali di cassa |
Detti anche dazieri o libri di amministrazione, sono registri che furono
introdotti nella gestione finanziaria municipale nel periodo della dominazione francese,
allorquando alle funzioni di tesoriere della Comunità era preposto un ufficiale chiamato
percettore municipale (l’equivalente del camarlingo dei precedenti periodi
istituzionali) che registrava nel giornale annuale di cassa i pagamenti e le riscossioni
operate per conto del Comune. |
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Giustificativi al rendiconto annuale |
Introdotti nel periodo della dominazione francese, sono costituiti dai mandati
– cioè dalle autorizzazioni di entrata e di uscita – emessi dal maire ed eseguiti dal
percettore municipale (il tesoriere, l’equivalente del camarlingo dei precedenti periodi
istituzionali ) secondo una prassi di gestione finanziaria consolidatasi nel tempo. Una
volta registrati nel repertorio delle assegnazioni (vedi) e nel giornale di cassa
(vedi), i mandati venivano raggruppati per entrate e uscite e per titoli e capitoli di
bilancio e conservati in buste per ciascuna annualità e in tal modo impiegati come
documenti di corredo al rendiconto annuale (vedi). |
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Imborsazioni e tratte |
Con questa denominazione collettiva si designa la documentazione prodotta
nell’ambito dello specifico sistema di elezione alle cariche pubbliche in uso nelle
Comunità toscane di antico regime; tale sistema prevedeva la compilazione di liste di
cittadini eleggibili per ciascun ufficio comunale redatte a seguito di squittinio, cioè
di scrutinio segreto realizzato da apposite commissioni di cosiddetti riformatori degli
uffici: i nomi dei cittadini risultati in lista venivano di seguito trascritti in cedole
poi inserite nelle borse (da cui il termine imborsazione) predisposte per ciascun
ufficio; a scadenza delle cariche, si traevano a sorte (da cui il termine tratta) i
nominativi dei cittadini che avrebbero ricoperto l’incarico pubblico del determinato
ufficio nel periodo successivo. Quando si vuotavano le borse dalle rispettive cedole si
procedeva a nuove imborsazioni secondo la procedura sopra descritta. Dal punto di vista
documentario fino al 1774 (anno della riforma leopoldina delle Comunità soggette) le
imborsazioni – cioè le liste degli eleggibili – venivano registrate in appendice agli
statuti (vedi Statuti e riforme) oppure ai registri delle deliberazioni (vedi
Deliberazioni e partiti); successivamente al 1774 si trovano registri a sé degli
eleggibili (detti registri degli imborsabili), così come dei nominativi effettivamente
tratti dalle borse quindi eletti (detti registri degli estratti o dei
risieduti). |
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Libri dei ricordi |
vedi Memorie |
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Libri della lira |
Detti anche campioni senza ulteriore specificazione nell’ambito della
documentazione prodotta per estimi e catasti prima della Restaurazione, sono registri
contenenti l’elencazione dei cittadini sottoposti a tassazione con l’indicazione della
rispettiva quota d’estimo (o lira) sulla quale si applicavano i dazi comunitativi.
Appositi campioni vennero redatti anche per il cosiddetto Nuovo Catasto attivato a
partire dal 1835: in essi furono registrati in ordine alfabetico i singoli proprietari
per ciascuno dei quali si fornivano in dare le particelle possedute e in avere quelle
eventualmente passate ad altri proprietari. |
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Libri delle ragioni |
vedi Saldi |
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Libri di amministrazione |
vedi Giornali di cassa |
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Memorie |
Dette anche libri dei ricordi o di memorie, sono registri nei quali gli
ufficiali (generalmente i camarlinghi ma anche direttamente i cancellieri) annotavano,
di solito suddivise per popoli, notizie relative a molteplici aspetti
dell’amministrazione comunitativa, tra cui quelle relative a beni immobili, rendite,
proventi, dazi, ordini e rescritti provenienti da magistrature centrali (per esempio dai
Nove conservatori del contado e del distretto). |
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Mercuriali |
Tipici del periodo della Restaurazione ma attestati già nel periodo francese, i
registri detti delle mercuriali contengono le liste dei generi alimentari venduti nei
mercati settimanali e dei rispettivi prezzi; tale attività di registrazione e di
controllo sulla vendita delle derrate era esercitata dai grascieri (gli Ufficiali di
grascia del Comune aboliti con le riforme leopoldine del 1774), una magistratura
reintrodotta nel periodo della Restaurazione, composta di due membri eletti tra i
possidenti locali e posta alle dirette dipendenze del giusdicente locale (vicario o
podestà). |
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Partiti |
vedi Deliberazioni e partiti |
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Portate |
Sono elenchi della popolazione compilati da appositi deputati comunitativi per
la formazione e l’aggiornamento degli estimi e catasti già nel XV-XVI secolo; frutto
inizialmente di autodichiarazioni dei capifamiglia e successivamente compilati su
richiesta di appositi incaricati, tali elenchi erano ripartiti per popoli e comuni: a
ciascun nominativo di dichiarante seguiva la descrizione dei beni denunciati. Nel 1837,
per una disposizione granducale emanata l’anno precedente, le portate furono compilate
dai parroci nella loro veste di ufficiali dello stato civile, i quali stilarono per
ciascuna parrocchia gli elenchi della popolazione indicando l’attività lavorativa svolta
dal capofamiglia. Nella complessiva attività di riscossione delle tasse, le portate
venivano impiegate per compilare i riscontri (vedi) che a loro volta servivano alla
successiva preparazione dei reparti (vedi). |
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Protocolli della corrispondenza |
Sono registri ufficialmente introdotti nel Comune postunitario già a partire
dal 1865 con il regolamento attuativo della Legge sull’amministrazione comunale e
provinciale; in essi è registrata la corrispondenza in arrivo e in partenza dell’Ente,
alla quale viene assegnato un numero progressivo la cui sequenza si rinnova ogni anno
ripartendo da uno; oltre al numero, per ogni documento sono registrati la data, il
mittente/destinatario e l’oggetto. |
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Registri giornale dei mandati |
Introdotti nel periodo della dominazione francese, sono registri contabili
annuali contenenti la registrazione, secondo l’ordine cronologico di emissione, dei
mandati, cioè dalle autorizzazioni di entrata e di uscita emesse dal magistrato
comunitativo ed eseguite dal percettore municipale (il tesoriere, l’equivalente del
camarlingo dei precedenti periodi istituzionali). |
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Rendiconto annuale |
Introdotto nella gestione della contabilità comunitativa durante il periodo
della dominazione francese, costituiva, a chiusura dell’esercizio finanziario, il
corrispettivo del bilancio di previsione (vedi) e come questo era ripartito in entrate e
uscite e strutturato per titoli e capitoli; il registro di conto consuntivo annuale
veniva sottoscritto dal percettore municipale (il tesoriere, l’equivalente del
camarlingo dei precedenti periodi istituzionali), approvato dal magistrato comunitativo
e inviato agli organi statali centrali preposti al controllo contabile che lo
restituivano alla Comunità a controllo avvenuto. |
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Reparti |
Compilati dagli ufficiali deputati a una determinata tassa, sono registri
riportanti il nominativo di ciascun capofamiglia con l’indicazione dell’apposita
rispettiva classe d’imposta e la determinazione della quota che lo stesso doveva pagare
alla Comunità; i nominativi dei contribuenti erano raggruppati per popolo d’appartenenza
ed elencati in ordine alfabetico per nome di battesimo, dati che venivano desunti dai
cosiddetti riscontri (vedi). I reparti, pervenutici sia come registri singoli sia come
gruppi di registri rilegati in filze, generalmente presentano all’inizio informazioni
sulla tassa per la quale erano stati compilati (es. la tabella delle classi di reddito,
la tabella delle quote relative a ciascuna classe etc.) e alla fine il saldo delle quote
di ogni popolo e talvolta dell’intera Comunità. |
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Repertori di assegnazioni |
Introdotti nel periodo della dominazione francese, sono registri contabili
annuali contenenti la registrazione – secondo i titoli e i capitoli del bilancio di
previsione – dei mandati, cioè dalle autorizzazioni di entrata e di uscita emesse dal
magistrato comunitativo ed eseguite dal percettore municipale (il tesoriere,
l’equivalente del camarlingo dei precedenti periodi istituzionali). |
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Riforme |
vedi Statuti e riforme |
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Riscontri |
Generalmente detti riscontri delle bocche, sono registri riportanti la
consistenza dei singoli nuclei familiari a seguito della verifica – il riscontro,
appunto – effettuata dai messi del giusdicente locale sulle dichiarazioni dei
capifamiglia registrate nei documenti parrocchiali (per esempio nelle cosiddette
portate: vedi). Raggruppati per popolo di appartenenza, i nuclei familiari erano
registrati sulla base del nome di battesimo del capofamiglia di cui si indicava la
professione; seguiva l’elenco dei componenti del nucleo, delle rispettive età e delle
relazioni di parentela con l’intestatario. I riscontri servivano da documenti
preparatori per la compilazione dei reparti (vedi). |
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Ruoli |
Tipico prodotto documentario del Comune postunitario, sono registri contenenti
liste di nominativi di cittadini compilate secondo criteri diversi a seconda delle
diverse finalità, sempre comunque legate alle attività esercitate dal
Comune. |
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Ruoli dei contribuenti |
Sono registri contenenti le liste alfabetiche dei contribuenti sottoposti al
pagamento dei tributi particolari del Comune; si potevano compilare ruoli di
contribuenti per ciascuna imposta prevista ma anche ruoli riassuntivi comprendenti tutti
i tributi comunali unificati. Generalmente conservatisi come serie a sé stante, talvolta
i ruoli d’imposta si possono trovare sia tra gli allegati ai conti consuntivi del
bilancio comunale annuale sia nel carteggio e atti degli affari comunali. |
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Ruoli matricolari |
Frutto della competenza comunale in materia di leva militare, tali registri
contengono i nominativi dei cittadini che dovevano prestare o avevano prestato il
servizio militare e dei quali riassumevano l’intera carriera militare; fino al momento
dell’istituzione della categoria unica (1921), i ruoli matricolari erano ripartiti in
tre registri a seconda della categoria di appartenenza degli iscritti alla leva (I, II o
III categoria) e ciascun registro era ulteriormente suddiviso in base all’anno di
nascita dei cittadini. |
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Saldi |
Detti anche libri delle ragioni, erano gli strumenti fondamentali, insieme agli
spogli di debitori e creditori (vedi), per la tenuta della contabilità comunitativa; in
tali registri i camarlinghi, cioè gli ufficiali preposti alla gestione economica e
fiscale della Comunità di antico regime, annotavano in apertura le voci d’entrata e di
seguito, analiticamente, le spese giornaliere sostenute; nei registri più antichi si
trovano spesso le entrate/uscite di camarlingati speciali istituiti per gestire
situazioni economiche eccezionali. Inizialmente specifici camarlinghi registravano in
maniera distinta la contabilità delle diverse istituzioni che componevano un certo
territorio (popoli, comuni e comunelli, podesterie etc.) mentre dal 1774, con la riforma
comunitativa leopoldina, il sistema fu riunificato e iniziò la tenuta dei saldi
dell’intera nuova Comunità istituita a tale data; in epoca napoleonica, poi, furono
introdotti il sistema contabile fondato su bilancio di previsione (vedi) e rendiconto
annuale (vedi) e nuove tipologie documentarie di registrazione della
contabilità. |
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Spogli di debitori e creditori |
Detti anche semplicemente debitori e creditori, erano gli strumenti
fondamentali, insieme ai saldi (vedi), per la tenuta della contabilità comunitativa;
tali registri contenevano l’annotazione giornaliera e continuativa della situazione
debitoria/creditoria di singoli soggetti, persone o istituzioni, cui erano intestate le
poste o partite che costituivano dunque l’articolazione dei volumi: i diversi soggetti,
infatti, nei confronti della Comunità potevano al contempo vantare crediti o essere in
debito e per ciascuno di conseguenza si registravano, negli appositi spazi, le somme in
dare e avere; quando per il medesimo soggetto si raggiungeva il bilancio della partita,
cioè l’equilibrio tra dare e avere, la singola posta veniva annullata tramite barratura.
Nei più antichi registri dei saldi la registrazione delle somme in dare e in avere si
trova generalmente nella medesima pagina, successivamente viene annotata su pagine
contrapposte (destra e sinistra), con un sistema detto alla veneziana; talvolta si
trovano registri distinti per le somme in dare e per quelle in avere. |
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Statuti e riforme |
Con questa denominazione collettiva si designano le raccolte di norme –
generalmente rilegate in registri – che regolamentavano la vita amministrativa ed
economica della Comunità locale: disposizioni in materia di organismi di governo, di
nomina alle cariche e di durata delle stesse, di funzioni dei singoli uffici, di
amministrazione della giustizia, così come regolamentazioni della vita associata e delle
attività economiche della Comunità; tali raccolte venivano curate da apposite
commissioni i cui membri, nominati dalle autorità, erano detti statutari: le
compilazioni, poi, trascritte in bella copia e rese pubbliche da un notaio, venivano
approvate dal Consiglio comunitativo. Le modifiche al corpus statutario erano dette
riforme e venivano apportate nel tempo da altra apposita commissione detta dei
riformatori degli statuti: esse non davano generalmente luogo a una riscrittura
dell’intero codice, talvolta andandosi semplicemente ad aggiungere al registro
originario; la stratificazione delle riforme rendeva necessaria la ricompilazione della
raccolta allorquando il testo statutario risultava non più utilizzabile per i troppi
aggiornamenti accumulatisi. |
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Tratte |
vedi Imborsazioni e tratte |
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