Carattere del tutto innovativo rivestivano le competenze del maire in materia di stato civile della popolazione, di cui non esisteva precedente in Toscana, dove la materia era sempre stata di competenza delle parrocchie, ai cui registri faceva ricorso, per le sue necessità, anche l'amministrazione pubblica.
La Giunta di governo introdusse in Toscana le disposizioni in materia, contenute nel codice civile napoleonico e attribuì ai maires e agli aggiunti funzioni di officiali di stato civile, competenti a compilare e ricevere gli atti di nascita, matrimoni e morte1. Ogni comune doveva tenere per ogni anno dei registri in duplice copia per la trascrizione degli atti, un esemplare di ciascun registro doveva essere inviato, al momento della chiusura, al tribunale di prima istanza, nel caso di Poppi, quello di Arezzo, l'altro veniva conservato nell'archivio comunale assieme ai carteggi relativi alla materia.